LA MELONI IRRIDE LA CRAVATTA DI DI MAIO, MA LEI NON LASCIO’ LA POLTRONA QUANDO VOTO’ LA FIDUCIA A MONTI
DA CHE PULPITO VIENE LA PREDICA SUI “POLTRONISTI”
Prima di fare ironia si dovrebbe conoscere la storia. Se non quella di tutti, almeno quella personale.
E, invece, Giorgia Meloni ha voluto irridere il ricordo del Movimento 5 Stelle — quella cravatta Di Maio che l’ex capo politico si è simbolicamente tolto nell’annunciare il proprio passo indietro — sottolineando (su Twitter) come al fianco di quella immagine manchi quella della ‘poltrona’.
Eppure la leader di Fratelli d’Italia, in passato, è stata maestra del ‘dissenso’ (dichiarato postumo) senza abbandonare la propria poltrona. E lo dice la sua storia.
Partiamo dalla fine. Sul profilo Twitter del Movimento 5 Stelle è stata pubblicata, nella giornata di giovedì 23 gennaio, l’immagine di quella cravatta Di Maio. Quel simbolo di un disimpegno da un ruolo di primo piano posto sopra ‘lo scrigno’ che conteneva la prima card del reddito di cittadinanza.
Insomma, un ricordo romantico accompagnato dalla scritta: «Pezzi della nostra storia che ci proiettano verso il futuro. Avanti tutta». E Giorgia Meloni ha ironizzato: «Manca la poltrona».
Eppure la storia recente, con tanto di confessione fatta qualche settimana fa da Lilli Gruber a Otto e Mezzo, era stata la stessa leader di Giorgia Meloni a ripercorrere una tappa fondamentale della propria carriera. Quel voto di fiducia al governo Monti che, poi, ha iniziato a contestare. Ma il suo via libera a quell’esecutivo tecnico ci fu e servì per non tornare alle urne e, magari, rischiare di perdere la poltrona.
Parlò di vincolo di mandato, che non esiste, per giustificare il fatto che lei — all’epoca deputata con Il Popolo delle Libertà — fu costretta a votare la fiducia al governo Monti e la legge Fornero.
Insomma, ammise che la poltrona andava portata in salvo, come l’antico vaso di una nota pubblicità di un altrettanto noto amaro.
Ora, però, la sua fedina parlamentare vuole apparire pulita e ironizza sulla cravatta Di Maio. Certo, si può fare, ma il pulpito da cui viene una predica dovrebbe esser sempre lindo e pinto.
(da agenzie)
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