LA MELONI VUOLE RUBARE ORBAN A SALVINI, SAI CHE ACQUISTO…
STASERA CENA CON IL RAZZISTA UNGHERESE CON L’OBIETTIVO DI PORTARLO TRA I CONSERVATORI… E’ PIU’ FACILE FINISCA PRIMA DAVANTI ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA
I Conservatori e riformisti europei sono la collocazione “naturale” per Fidesz, il partito di Viktor Orban che ormai da mesi è senza gruppo politico a Bruxelles dopo aver consumato l’addio ai Popolari, con tanto di porte in faccia.
Giorgia Meloni ne parla davanti al Parlamento Europeo, una delle tappe del tour europeo per la leader di Fratelli d’Italia alla vigilia del summit dei 27 capi di Stato e di governo domani e dopodomani.
Stasera Meloni sarà a cena con Orban nella capitale belga, dopo aver visto Gentiloni e Sassoli. La mission è: far saltare il piano di Matteo Salvini di costituire un nuovo gruppo europeo con il premier ungherese e il polacco Mateusz Morawiecki, che Meloni incontra domattina.
Piuttosto, lo schema è convincere Orban ad aderire ai Conservatori e riformisti, partito europeo di cui la leader di Fdi è presidente, gruppo guidato dai polacchi del Pis.
“Per ora Fidesz – specifica Meloni – non ha fatto richiesta di ingresso nell’Ecr. Se facesse richiesta, chiaramente io sarei contenta di valutare la richiesta insieme agli altri componenti del gruppo e del partito. La considererei anche una collocazione abbastanza naturale per il percorso di Fidesz, ma questo è ancora di là da venire. È un dibattito che non è stato ancora aperto. Chiaramente noi siamo interessati ad allargare l’Ecr”.
È possibile che serva tempo. Ma di certo Meloni non è disposta a annacquare il gruppo dei Conservatori dentro un’altra creatura politica di impronta salviniana, ora che il leader leghista sta cercando una nuova collocazione rispetto al gruppo sovranista di ‘Identità e democrazia’ che comprende gli eletti di Marine Le Pen, con cui almeno fino alle presidenziali francesi manterrà l’alleanza, e anche l’ultradestra dell’Afd, con cui i rapporti sono meno stretti.
Intanto Meloni annuncia due nuovi ingressi nel suo gruppo: Giuseppe Milazzo, eletto con Forza Italia, e un eurodeputato tedesco.
Orfano del Ppe, Orban finisce dunque corteggiato da entrambi i leader della destra italiana, sia Meloni che Salvini. Di recente, il leghista è stato ricevuto a Budapest dal premier ungherese, insieme al polacco Morawiecki. E anche lì fu lanciata l’idea del nuovo gruppo europeo, con poca convinzione soprattutto da parte del premier di Varsavia che già a gennaio 2019 rifiutò l’offerta di Salvini: troppe ambiguità sui rapporti con la Russia.
Fatto sta che la cena di Meloni e Orban capita proprio nei giorni in cui l’Ungheria finisce nel mirino delle istituzioni europee per la legge anti-Lgbtqi: forse mai come adesso.
Lei dice di “non aver avuto il tempo di leggere la norma. Naturalmente ascolterò il punto di vista del presidente Orban e poi voglio leggere la normativa”.
Ma il casus belli, per il quale ben 17 Stati europei compresa l’Italia vogliono deferire l’Ungheria alla Commissione Europea con una dichiarazione firmata ieri, non è un ostacolo nel rapporto tra Meloni e Orban. Tanto più che la leader di Fratelli d’Italia chiede di fermare il ddl Zan in Italia, contestando le proteste dell’autore della legge, il deputato del Pd Alessandro Zan, contro le ingerenze vaticane.
Domani intanto il premier di Budapest potrebbe finire sotto processo al Consiglio europeo. Il premier olandese Mark Rutte, promotore della dichiarazione firmata al Consiglio affari generali a Lussemburgo, porrà la questione dello stato di diritto in Ungheria. Angela Merkel definisce la legge anti-Lgbtqi “sbagliata”. “Una vergogna”, tuona Ursula von der Leyen.
Parole che però non sono sufficienti per il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Della serie: servono i fatti. Proprio oggi Sassoli ha inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea chiedendole di mettere in pratica il regolamento che blocca i fondi del recovery fund quando viene violato lo stato di diritto.
E se la Commissione non lo farà, il Parlamento europeo la porterà in Corte di giustizia europea. Un bel conflitto tra istituzioni, mentre fiorisce il nuovo patto sovranista tra Meloni e Orban.
(da Huffingtonpost)
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