LA NORMALIZZAZIONE DI REGIME AL “SECOLO D’ITALIA”
DOPO LA DIREZIONE “FUTURISTA” DI FLAVIA PERINA E’ ARRIVATO IL CAMBIO DI LINEA BERLUSCONIANO… IL NUOVO DIRETTORE E’ L’EX TERRORISTA MARCELLO DE ANGELIS… ORA VENDE 500 COPIE, COSI’ SONO TUTTI CONTENTI
Il Secolo definizzato impugna la spada.
Parola del nuovo direttore, il deputato del Pdl Marcello de Angelis, che ieri ha concluso così il suo editoriale di saluto ai lettori: “Torneremo a fare di questo giornale una bandiera e un simbolo, uno scudo e una spada, una piazza in cui incontrarsi e una casa comune”.
Perchè pure la spada?
Risponde de Angelis: “Perchè sin da bambino mi piacciono le storie di cavalieri come Parsifal”.
Solo che adesso i cavalieri non si chiamano più Parsifal ma Silvio Berlusconi e il nuovo direttore è stato investito del duro compito di normalizzare lo storico quotidiano della destra postfascista dopo la gestione futurista di Flavia Perina e Luciano Lanna.
Il cambio di marcia (su Roma, nella redazione di via della Scrofa) risale già al 20 aprile scorso quando è andato via Lanna (subentrato per qualche settimana alla Perina) e il giornale è stato affidato a Girolamo Fragalà , interno di lungo corso che rimarrà direttore responsabile con la nuova era di Angelis. Da allora giù titoli e interviste nel segno dell’ortodossia berlusconiana.
Breve carrellata.
La farsa tragicomica dei nove sottosegretari Responsabili: “Rimpasto, il Colle rovina il brindisi: ‘Parlino le Camere’”.
Lo sciopero della Cgil di venerdì scorso: “La chiamavano Cgil. Ieri in piazza uno sciopero solo politico con dipietristi e centri sociali”.
La campagna per le elezioni amministrative: “Il Cav sfida l’opposizione nelle piazze”.
La Moratti litiga con la “nemica” Santanchè sulla questione Lassini, segue ampia intervista alla sottosegretaria: “Letizia vincerebbe facile se tutti i nemici fossero come me”.
Ma la vera rivelazione della svolta normalizzatrice è l’ingresso in prima pagina del larussiano Massimo Corsaro, l’esponente del Pdl che durante il dibattito sul processo breve si beccò del “fascista” persino da metà del suo gruppo parlamentare.
Motivo? Questa grottesca citazione: “Ci è voluto il rapimento e l’uccisione di Moro perchè si smettesse di dire che le Brigate rosse erano sedicenti, ma che erano parte integrante della cultura della sinistra”.
Ieri, nel numero d’esordio di de Angelis, il Corsaro corsivista ha menato forte contro l’ex direzione futurista: “Quel suo carezzare temi che manco Concita De Gregorio o Marco Travaglio azzardavano nei loro scritti, gli aveva garantito i peana dell’intellighenzia nostrana. Peccato che quanto a vendite si fosse rimasti a zero”.
Replica del finiano Raisi: “Con la gestione Perina il Secolo vendeva 2mila copie, oggi sono meno di 500”.
Condannato per il 270 bis, associazione sovversiva per banda armata, de Angelis era tra i neofascisti di Terza Posizione e suo fratello Nanni fu “suicidato” nel carcere di Rebibbia.
Lui, però, dopo trent’anni invoca il diritto all’oblio sulla condanna.
La sua nomina a direttore politico (lo stesso ruolo che aveva la Perina) ha pure causato un clamoroso autobuco al Secolo.
Decisa giovedì scorso dal cda del quotidiano, l’accordo era di dare la notizia all’inizio di questa settimana.
Ma è trapelata lo stesso e il giorno dopo tutti l’hanno pubblicata tranne il Secolo. Una scena tra Fantozzi e le Sturmtruppen degli ex An.
Cui adesso si aggiunge la spada di Parsifal.
In redazione de Angelis racconta di “aver trovato un clima teso perchè molti hanno sofferto questa situazione”.
Oggi vicino al ministro Matteoli, de Angelis è stato per lungo tempo seguace di Alemanno.
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