LA PATACCA DEL GIORNALE SULL’AUTO DI FINI COSTRINGERA’ FINALMENTE IL PDL A FARE COME I COMUNI CITTADINI: PAGARE L’AFFITTO DELLE SEDI
FINI, INVECE CHE USARE L’AUTO BLU CUI AVREBBE DIRITTO, PREFERISCE UTILIZZARE L’AUTO DI PROPRIETA’ DI AN, D’INTESA CON IL COMITATO DI GESTIONE…I KILLER DE IL GIORNALE SOLLEVANO LA SOLITA POLEMICA MA SI FANNO AUTOGOL: FINI RINUNCIA ALL’AUTO, COSI’ ORA GRAVERA’ SUI CONTRIBUENTI… MA GI EX AN ORA RECLAMANO GIUSTAMENTE IL PAGAMENTO DELL’AFFITTO DELLE SEDI CHE IL PDL OCCUPA SENZA VERSARE UN EURO DA ANNI: SONO CLANDESTINI O OCCUPANTI ABUSIVI?
“Gianfranco Fini restituisce l’auto del partito che aveva in uso al posto dell’auto blu, ma ora il Pdl paghi l’affitto degli immobili che erano di An e che ha finora utilizzato gratuitamente”:
Donato Lamorte, presidente del Comitato dei garanti di Alleanza nazionale, interviene per «bloccare» una nuova campagna stampa contro il leader di Fli sull’utilizzo della «auto blu» da parte del presidente della Camera.
«I solerti segugi del Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, non ce ne vogliano – afferma Lamorte – se roviniamo il presunto scoop scandalistico cui si stanno da qualche tempo dedicando. L’autovettura di servizio utilizzata dal presidente Gianfranco Fini non è di proprietà della Camera dei deputati bensì di An, e al riguardo il Comitato di gestione dei beni del partito non ha avuto fino ad oggi alcunchè da obiettare».
«Così come – sottolinea – non risulta abbia mosso alcun rilievo circa il fatto che numerose proprietà immobiliari di An siano utilizzate dal Pdl senza versare alcun canone di affitto. Poichè è doverosa la massima trasparenza, l’autovettura torna oggi stesso (per espressa volontà dell’onorevole Fini) nella disponibilità esclusiva del Comitato di gestione che, siamo certi, provvederà sollecitamente a stipulare regolari contratti di affitto ai prezzi correnti di mercato per gli immobili che ospitano il Pdl».
Siamo dinanzi a un’ulteriore tappa della controversia sulle proprietà di An, terreno fertile evidentemente per trovare spunti utili ad alimentare il gossip su Fini e ad invelenire i rapporti tra Fli e Pdl.
Una guerra che rischia di deflagrare con toni da campagna elettorale anticipata e che forse era meglio risolvere nel reciproco rispetto evitando che i giornali berlusconiani si divertissero a costruire altre spy story.
Ma stavolta i futuristi, fiutando l’aria, hanno giocato d’anticipo sul Giornale aprendo il contenzioso sulle sedi nella disponibilità del Pdl che appartenevano ad Alleanza nazionale e chiudendo il capitolo dell’auto di servizio che è stata restituita alla fondazione An.
Ma quante sono le sedi di An concesse al Pdl?
Ebbene sono in totale 60 appartamenti, molti dei quali situati in quartieri storici delle principali città d’Italia.
In Lombardia, feudo di La Russa, ce ne sono almeno undici, tutte controllate da uomini del Pdl.
Tre in Emilia Romagna.
A Roma ci sono sedi storiche del Msi oggi usate dal partito di Berlusconi: quella di via Sommacampagna, già sezione principale del Fronte della Gioventù, e quella di piazza Bologna, situata in un quartiere capitolino dove la destra raccoglie numerosi consensi.
A Palermo c’è la sede di piazza Politeama, a Catania un’altra sede storica, quella di Corso Italia.
In Toscana le sedi sono quattro.
Nelle Marche sette. In Umbria tre.
A Salerno l’unica sede ex An è diventata un circolo controllato da Edmondo Cirielli, il presidente della Provincia che ha scatenato la guerra con Mara Carfagna, additandola come “nemica” per i suoi rapporti con i finiani.
In Calabria ci sono altre tre sedi.
In sostanza questi appartamenti sono una fetta consistente dell’ex patrimonio del partito di Fini, sul quale fino a ieri valeva una sorta di patto di non belligeranza non scritto.
Adesso tutto sembra cambiare: oltre alla guerra del simbolo scoppia anche il duello sulle sedi.
Chi ha diritto a farne uso e, soprattutto, l’utilizzazione deve essere gratuita? Visto che gli immobiliaristi si sono scatenati sulla casa di Montecarlo, sarebbe bene che qualche agenzia valutasse affitti congrui anche per le ex sedi di An. Le eredità immateriali non si devono svendere, figuriamoci quelle materiali.
Abbiamo un paese allo sbando, ministri della Repubblica che sistemano parenti, amici e amanti senza alcun ritegno, abbiamo un premier che costringe (in verità senza insistere troppo) il ministro della Cultura ad inventarsi un premio per una modesta attrice bulgara, abbiamo una città al collasso, sommersa dalla “munnezza”, abbiamo una città distrutta dal terremoto e abbandonata a se stessa, abbiamo cricche di affaristi senza scrupoli che saccheggiano le nostre risorse, abbiamo “mafie” che controllano territori sempre più vasti e fatturano cifre superiori a quelle della finanziaria, abbiamo un sistema politico incapace di rinnovarsi e reagire, abbiamo aziende che chiudono o espatriano, abbiamo un’economia che stenta a riprendersi e l’incubo di un collasso dietro l’angolo e dovremmo stare a preoccuparci di quante volte Fini usi una BMW?
Ma andate a zappare la terra.
Leave a Reply