LA REGIA DI FAZZOLARI NELLA “NARRAZIONE” DELLA SEPARAZIONE DELLA MELONI DAL PRINCIPE CONSORTE
CON UN OCCHIO AI SONDAGGI: COSI’ RECUPERIAMO 2-3 PUNTI
In pubblico l’argomento è diventato off-limits. Passata l’ondata emotiva del giorno, la cascata di solidarietà verso Giorgia Meloni, l’affaire-Giambruno non deve essere menzionato. Viene lasciato sullo sfondo come un atto di forza della leadership su cui non bisogna tornare. È un trofeo, nonostante il travaglio personale della presidente del Consiglio, da conservare in una teca e valorizzare al momento opportuno.
Specie quando si tratterà di coprire le mancate promesse dopo un anno di governo. «Sto lavorando come sempre. Non voglio parlare di questo e non c’è una parte politica», ha detto la premier, dribblando inevitabilmente l’argomento. Ma è un dettaglio, una mossa comprensibile.
Era impensabile un ulteriore intervento dopo il post che è stato una sentenza. Anche politica. A poco è servito il tentativo di ridimensionare la frecciata a Forza Italia. La comprensibile difficoltà umana della presidente del Consiglio, che chiude una relazione di dieci anni, porta un vantaggio nel peso nei rapporti con gli alleati, gli avversari e anche con il Paese. Fratelli d’Italia brandirà la decisione della sua leader alla prima polemica sul femminismo e sul ruolo delle donne.
CALCOLI DI PALAZZO
La regia della parte politica sul caso-Giambruno è stata affidata al sempre presente Giovanbattista Fazzolari, potentissimo sottosegretario e mente lucida di fronte alle emergenze più complicate.
Ogni mossa della premier passa per un consulto con il fidato consigliere. Ora a Palazzo Chigi sono convinti che Meloni abbia guadagnato almeno due-tre punti di gradimento. Numeri che al momento somigliano più a una tentata profezia auto-avverante che a una certezza. I veri sondaggi sul post-Giambruno arriveranno tra qualche giorno, solo allora si comprenderà l’effettivo impatto sul consenso. L’obiettivo resta quello di proseguire sull’onda della spinta delle ultime ore, valorizzando l’effetto della leadership di fronte alle prossime delicate sfide. Su tutte una legge di Bilancio con risorse magre e gli occhi dei mercati addosso. Anche tra le forze di opposizione, i leader vogliono voltare presto pagina.
“Basta concentrarsi sulle questioni personali della presidente del Consiglio, è il momento di incalzarla sull’azione di governo”, è il senso del ragionamento che rimbalza dal Partito democratico al Movimento 5 stelle.
Il timore è che il confronto resti incagliato sulla fine della relazione tra Meloni e Giambruno con la vita privata che occupa lo spazio pubblico. Facendo perdere di vista i problemi più importanti per il Paese. Si spiega così la linea del silenzio della segretaria del Pd, Elly Schlein, che non ha voluto fare da grancassa a una vicenda che ha già avuto un’eco mediatica dirompente. La sfida si deve giocare sui destini del Paese, non dei sentimenti.
DOPPIO IMBARAZZO
Ai vertici di Forza Italia non desiderano altro che passi la buriana. Il leader e vicepremier, Antonio Tajani, vive una condizione di imbarazzo. I sospetti di un’operazione orchestrata dalla famiglia Berlusconi, proprietaria di Mediaset che manda in onda Striscia la notizia, sono forti. Il contraccolpo c’è stato. Meloni non ha intenzione di compiere un fallo di reazione verso gli alleati, ma ha preso nota. Alcune analisi, consegnate a Domani a microfoni spenti, sgonfiano la narrazione di un’azione concordata da Pier Silvio Berlusconi con la presidente del Consiglio. In particolare la tempistica della diffusione dei fuori onda non sarebbe stata ideale per Fratelli d’Italia.
Al teatro Brancaccio di Roma, sede dell’incontro più atteso (altri si svolgeranno in altre città), il nome di Giambruno riecheggerà più dei contenuti sulla legge di Bilancio e addirittura più dell’impegno diplomatico in Medio Oriente. Mettendo in disparte tutto il battage propagandistico sugli obiettivi – o presunti tali – conseguiti dall’esecutivo in dodici mesi. E, a conti fatti, come più di qualche parlamentare suggerisce, «non è detto che sia davvero un male». Almeno mette un po’ di polvere sotto al tappeto.
(da editorialedomani.it)
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