LA STORIA DELLA GATTINA LOLA SBARCATA A LAMPEDUSA: LA SUA PADRONCINA L’HA PORTATA IN BORSA DAL SUDAN
NON VOLEVANO FARLA SBARCARE, MA ALLA FINE HA PREVALSO IL GRANDE CUORE DEL SUD E DEI LAMPEDUSANI: LORO NON DISCRIMINANO GLI ESSERI VIVENTI
Lola, poco meno di un anno, è la prima gattina nella storia dell’immigrazione dall’Africa alle coste italiane a raggiungere Lampedusa.
Ha fatto il viaggio insieme alla sua padroncina Sama, 24 anni, dal Sudan, fino alla Libia e poi si è imbarcata con altre 200 persone che sono state soccorse dal pattugliatore britannico “Protection” che ieri notte li ha sbarcati, sani e salvi, nel porto di Lampedusa.
Sama ha vissuto con Lola sin dalla partenza dal suo paese in Sudan, è sfuggita ai controlli dei doganieri di vari paesi ed anche ai trafficanti di essere umani in Libia dove Sama e Lola hanno vissuto per oltre due mesi prima di essere trasferiti sul barcone che li avrebbe portati in Sicilia.
L’ha tenuta nascosta in una borsa da viaggio dove Sama aveva praticato dei fori per farla respirare e quando ieri notte sono sbarcati a Lampedusa i militari inglesi e quelli italiani hanno scoperto che assieme agli altri migranti c’era anche Lola.
Tutto è venuto alla luce quando dal pattugliatore Protection sono cominciati a scendere sulla banchina di Lampedusa i primi migranti, prima le donne ed i bambini e poi gli uomini.
Ed una volta a terra molti hanno ringraziato il cielo di essere arrivati in Italia, erano stanchi ma felici, tranne Sama che ha cominciato a gridare ed a disperarsi perchè non voleva scendere dalla nave.
“Voglio Lola, voglio Lola” gridava mentre alcuni suoi parenti cercavano di farla sbarcare. Ma Sama non voleva saperne e quasi a forza ha toccato terra dove ha continuato ad invocare il nome della sua gattina che era rimasta a bordo della nave per motivi sanitari.
Lola, tutta nera con il musino bianco, dopo essere sfuggita alle fatiche del lungo viaggio nel deserto, dal Sudan alla Libia e dalle grinfie dei trafficanti libici, quando era ormai salva ha rischiato di essere uccisa perchè farla sbarcare insieme alla sua padrona Sama era quasi impossibile.
Sarebbe stata sicuramente buttata in fondo al mare se non fossero intervenuti il sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini, il medico dell’Isola, Pietro Bartolo ed alcuni operatori umanitari che hanno cercato una via d’uscita per evitare la morte di Lola e la definitiva separazione dalla sua padrona Sama.
“E’ la prima volta che accade una cosa del genere, la prima volta che una gattina raggiunge Lampedusa dalle coste libiche e per legge non potrebbe essere sbarcata per motivi sanitari. Non sappiamo se Lola ha delle malattie che potrebbero essere contagiose, ma alla fine l’abbiamo salvata, la soluzione l’abbiamo trovata”.
Lola adesso è in “quarantena”, affidata alle cure di un’associazione animalista, “Nova Dog” diretta da una giovane lampedusana, Eletta, che dovrà accudirla e tenerla in isolamento lontano dagli altri animali fino a quando da Palermo non arriveranno i veterinari per procedere agli esami di rito ed alle vaccinazioni.
La sua padroncina Sama è salita sul pulman che dalla banchina l’ha poi trasferita al centro d’accoglienza soltanto quando ha avuto rassicurazioni che la sua Lola non sarebbe stata uccisa e che prima o poi avrebbe potuto nuovamente riabbracciarla.
E tra le lacrime, ma felice, ha raggiunto il centro d’ accoglienza dove però non ha dormito per tutta la notte.
“Chiedeva in continuazione di Lola, non riusciva a capire perchè li avevano separati, l’abbiamo rassicurata e stamattina non voleva andare via dal Centro d’ accoglienza per essere trasferita in un altro centro di Agrigento per poi raggiungere Crotone dove da alcuni mesi si trovano suo padre ed altri parenti”, racconta una operatrice del centro di accoglienza alla quale Sama ha detto che in tutti questi mesi l’unico conforto che ha avuto nella sua odissea, nel lungo viaggio dal Sudan fino alla Libia e poi nelle prigioni dei trafficanti, è stata la sua Lola.
E adesso cosa accadrà ? Lola, rassicura il sindaco Giusy Nicolini ed il medico del poliambulatorio dell’isola Pietro Bartolo, appena supererà le visite dei veterinari, sarà consegnata alla sua padroncina ovunque si troverà .
“E’ un impegno che abbiamo preso con Sama – afferma Giusy Nicolini – e lo manterremo”.
La storia di Lola è ormai diventata argomento di discussione in tutta l’isola, tutti vogliono vederla e proteggerla, offrono da mangiare vorrebbero adottarla.
Ma Lola, finita la quarantena, sarà riconsegnata a Sama.
Francesco Viviano
(da “La Repubblica”)
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