LA SVOLTA DI BERLUSCONI PER IL COLLE: “VIA LIBERA A BERSANI, POI GOVERNO DI LARGHE INTESE”
IL CAVALIERE LO INCLUDE NELLA “ROSA”: COSI’ SI FA IL GOVERNO DI SCOPO
E adesso il Pdl accarezza l’idea di lasciar eleggere Pierluigi Bersani al Colle.
Una «folle idea», soluzione a sorpresa che tuttavia in questo scenario imprevedibile Silvio Berlusconi ha prospettato ai suoi nei conciliaboli delle ultime 36 ore.
Mossa disperata e ultima, per aprire poi al governo di «larghe convergenze».
Sta di fatto che parlamentari e dirigenti a lui vicini sono stati impegnati per tutto il pomeriggio a rilanciarla e metterla in circolo, tra il Transatlantico della Camera e la buvette del Senato.
Quasi per sondare fin d’ora l’effetto che fa.
«Dal colloquio avuto con Pierluigi ho avuto la sensazione che non escluda affatto di finire lui stesso al Colle e a quel punto, vi dirò, potrebbe pure servire a sbloccare la situazione» racconta il Cavaliere nella cena avuta martedì sera fino a tarda ora con Alfano, Verdini, Brunetta, Schifani, Gasparri, Cicchitto, a Palazzo Grazioli. Il faccia a faccia si è concluso da qualche ora.
Il ragionamento dell’ex premier, riproposto ad altri dirigenti andati a trovarlo ieri nella sua residenza romana, va detto che è improntato di nuovo al pessimismo.
«Non mi attendo nulla di buono, Bersani mi è apparso assai fragile, non so fino a che punto sia in grado di garantire la compattezza dei suoi».
La polemica di Renzi in ultimo fornisce a suo dire un quadro assai frastagliato e incerto dentro il Pd.
Il clima si è «imbruttito », conferma chi è di casa a Grazioli.
Con i “falchi” del partito, da Brunetta a Gasparri, a rincarare la dose: «A breve le elezioni amministrative, come si fa a dar credito e fare accordi con questi del Pd?».
Ma quella bersaniana potrebbe essere la carta che spariglia, secondo Berlusconi. «Chiaro che se loro puntano su Bersani — ragiona -, noi dovremo decidere se votare un nostro candidato di bandiera ma lasciando che venga eletto o addirittura ufficializzare il nostro sostegno ».
«Ma tutta la partita a quel punto si riapre, il clima potrebbe diventerebbe favorevole a un governo di larghe convergenze» come ama definirlo ora il Cavaliere. Esecutivo con ministri politici Pdl o di area, governo di scopo: quello che negli anni Settanta veniva definito «governo orrendo», da naso turato, insomma.
Ma le due partite, l’“azzardo” Bersani e il governissimo, per Berlusconi devono tenersi insieme.
«Anche l’Europa ci chiede di dar vita in fretta a un governo, come fanno a non rendersene conto?», ha insistito coi suoi Berlusconi, alludendo al richiamo Ue di ieri mattina sul rischio-contagio Italia.
Il leader Pdl intende tornare alla carica con Bersani, nella telefonata che potrebbe intercorrere prima di sabato e nell’incontro della prossima settimana.
«Di positivo c’è che i due hanno instaurato un filo diretto, vedremo a che porta» spiega il neo vicecapogruppo al Senato, Paolo Romani.
Ad ora, prevale il pessimismo e il voto (il 7 luglio) resta l’ipotesi su cui scommettono in via dell’Umiltà .
È un coro, «il Paese paga l’irresponsabilità del Pd e la chiusura testarda di Bersani», sintetizza Anna Maria Bernini, da ieri portavoce del gruppo al Senato.
Anche perchè «lo scenario non è mutato e la nostra strada è dritta» puntata sulle elezioni, intende Maurizio Lupi.
Non a caso il capo ha già preparato un discorso tutto in attacco, in vista della manifestazione di sabato a Bari. E poi, ragiona Augusto Minzolini nel Salone Garibaldi del Senato durante i lavori d’aula, «a fronte del pantano in cui ci troviamo, il voto anticipato consentirebbe di approfittare del forte calo dei consenti di Grillo». Quel che tutti tacciono è che senza un presidente garante e un governo con ministri Pdl, Berlusconi vede il solo ritorno a Palazzo Chigi quale baluardo per difendersi dai processi che lo assediano.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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