L’ASSESSORA DELLA MELONI CHE IN UN VIDEO RIVOLGE INSULTI SESSISTI A CRISTINA PARODI
SONIA AVOLIO, ASSESSORE A CASCINA, VOMITA INSULTI INDEGNI CONTRO LA GIORNALISTA, REA DI AVER ATTACCATO LA LEGA… SOMMERSA DALLE CRITICHE SI SCUSA INVECE DI DIMETTERSI
Un video ripreso in verticale in una stanza piena di quadri e postato su Facebook venerdì pomeriggio.
Una donna bionda che si abbassa gli occhiali e fa una smorfia che vorrebbe essere ironica prima di offendere pesantemente Cristina Parodi, rea di aver detto che l’ascesa di Salvini è stata favorita da rabbia, paura e ignoranza.
La giornalista e conduttrice tv secondo quella donna è la vera ignorante. “Perchè ignora, cioè non sa più quante corna ha. E allora glielo dico io. Una per ogni lentiggine, se riesce a contarsele”.
Parodi, giocando sul fatto che la sorella conduce programmi di cucina, viene invitata a stare insieme ai “tegami”, termine usato sulla costa toscana per offendere le donne.
L’autrice del video si chiama Sonia Avolio e non è uno dei troll o dei profili fake che avvelenano i social e nemmeno un’oscura e molto volgare sostenitrice di Salvini, bensì un’assessora, addirittura con delega anche alle pari opportunità .
Sta con Fratelli d’Italia nella giunta del Comune di Cascina (Pisa). A guidarlo è la politica leghista più importante in Toscana, da poco nominata da Salvini consigliera per il programma di governo, cioè Susanna Ceccardi, che ieri ha detto di Avolio: “Ha fatto tutto da sola”.
Ormai, del resto, in Italia l’odio (social e non solo) verso chi ha un’opinione diversa o è semplicemente diverso viene alimentato anche da politici e amministratori di Comuni piccoli e grandi, specie quelli governati dalla Lega (ma non solo).
E Avolio è un bell’esempio. Ad agosto aveva così commentato la rapina notturna subita dall’anziano padre del governatore della Regione Enrico Rossi: “È bene che provi”.
Quando ancora il filmato di venerdì non aveva girato molto, i primi commenti sul profilo Facebook dell’amministratrice, che è un’omeopata, erano pure divertiti.
Lei rispondeva fiera: “Mai stata delicata: sono nata a Livorno!”.
Piano piano però, l’aria è cambiata, e sono iniziate ad arrivare critiche durissime. Così ha provato ad arginare la valanga appellandosi alla libertà di pensiero, come se dare della cornuta a un’altra persona fosse questione di opinioni: “Il mio parere è libero”. Ha così continuato a scivolare verso il basso finchè, con condivisioni e commenti diventati centinaia, ha deciso di chiedere scusa.
Ma lo ha fatto a modo suo, cioè male (e non solo dal punto di vista della punteggiatura e dei refusi, qui lasciati nella versione originale). “Chiedocscusa se qualcuno si è sentito offeso dal mio video : volevo fare ironia e non mi è riuscito .Sono greve , non cattiva .”.
Ecco, Le scuse sono per chi potrebbe esserci rimasto male, non per la vittima delle offese, Cristina Parodi.
(da “La Repubblica”)
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