LE VERITA’ SCOMODE SU ALITALIA: MALPENSA NON SARA’ MAI UN HUB EUROPEO
LA LEGA NE AVEVA FATTO SOLO A PAROLE UNA QUESTIONE DI VITA O DI MORTE, LO SCOPO ERA OTTENERE IN CAMBIO UN CONTRATTO DA DIRETTORE GENERALE PER IL FEDELE BONOMI A 550MILA EURO L’ANNO… MALPENSA HA VOLI E PASSEGGERI TROPPO LIMITATI E TROPPE QUESTIONE IRRISOLTE
Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire, dopo la conclusione della vicenda Nuova Alitalia, almeno per quanta riguarda la scelta di Air France come vettore privilegiato e lo scalo di Fiumicino come hub.
In realtà le prese di posizione della Lega, della Moratti e di Formigoni sono state solo “dovute”, nel gioco delle parti, per far vedere ai lavoratori degli scali milanesi che qualcosa le istituzioni facevano, per tutelare il loro posto di lavoro.
Il governo ha messo giù un vago impegno a fare qualcosa in futuro per Malpensa, liberalizzando “qualcosina” e la Lega ha fatto passare questa eterea promessa come “la soluzione” del problema.
In realtà la Lega viziata dal potere ha dato il peggio di sè, tacendo.
Tutti zitti e abbottonati dopo le polemiche scoppiate in consiglio comunale a Milano dopo che si è scoperto che Giuseppe Bonomi, fedelissimo dell’Alberto da Giussano, per gestire gli aeroporti milanesi, si è regalato un contratto da direttore generale di 550mila euro e noccioline varie l’anno. E pensate solo alla rabbia dei lavoratori di Linate e Malpensa, quelli malpagati e in cassa integrazione, per non parlare dell’imbarazzo dei militanti in camicia verde che continuano a farsi prendere per il culo, mentre altri fanno gli affari.
Anche il cavalcare la questione Malpensa come hub era campata in aria fin dall’inizio, solo uno specchietto per le allodole, quando già si sapeva che i giochi erano fatti, proprio attraverso i soci nordisti di Colaninno e C. che avevano accordi redditizi con altri vettori e scali.
D’altronde gli esperti lo avevano fatto presente.
Malpensa non potrà mai essere hub, in Europa ci sono già Londra, Parigi, e Francoforte. In ogni Paese europeo esiste solo un hub, un perno su cui poggia il trasporto aereo domestico. Così è per la Francia, con lo scalo parigino Charles De Gaulle e per la Gran Bretagna, con il londinese Haethrow. Gli aeroporti secondari riforniscono di passeggeri l’hub, che poi li smista per il mondo intero.
Solo in Germania ci sono due hub, Monaco e Francoforte, ma anche qui contano i numeri. Malpensa aveva pochi voli, tremila la settimana, mentre un hub dovrebbe partire almeno da novemila.
E poi ci vuole una piattaforma sostanziosa di traffico business. E’ qui che le compagnie aeree realizzano i guadagni.
Monaco ha un traffico business che oscilla tra 1,2 e 1,5 milioni di passeggeri all’anno.
Malpensa arriva appena a 400mila, quindi evitiamo di dire che l’economia del nord giustifica la battaglia, non è vero.
Poi a impedire a Malpensa di decollare ci sono troppe questioni irrisolte.
Nel 1990 quando si iniziava a parlare del progetto sono state poste tre condizioni: costruire collegamenti ferroviari veloci con Milano, ridurre l’operatività dello scalo di Linate alla sola navetta Roma Milano e limitare i voli dal mondo verso gli altri aeroporti italiani, specie quelli del Nord. Perchè se da Venezia, Torino e Genova si può raggiungere l’America, che senso ha spostarsi a Milano?
Consideriamo poi il quadro generale del traffico aereo: nel 2008 le compagnie hanno perso 5 miliardi di dollari e 35 sono fallite.
Nel 2009 ne perderanno altri due e mezzo di miliardi. Il traffico passeggeri si è ridotto del 4,6% e quello merci del 13,5%, chi non si unirà ad altri, come stanno facendo Air France e Lufthansa, potrebbe vedersela brutta.
Malpensa non sarà mai un hub, ma ha molti slot disponibili ed compagnie aeree extraeuropee che vorrebbero atterrarvi.
Ci sono intoppi burocratici: mentre nella UE le compagnie possono aprire nuove rotte quando vogliono, per gli extraeuropei ci vogliono accordi bilaterali tra gli Stati e quindi tempi lunghi. Onestà avrebbe voluto che nessuno spacciasse per la madre di tutte le battaglie la difesa di una Malpensa indifendibile, mentre qualcuno della stessa parrocchia aveva, tra le quinte, ottenuto come compensazione di piazzare, ai vertici degli aeroporti milanesi, un burocrate di partito a 550mila euro l’anno di stipendio. I tempi di Roma ladrona sono lontani… i compromessi riempiono le tasche (di pochi).
Leave a Reply