LE VITTIME DEL SISMA: QUEGLI OPERAI MORTI SOTTO I CAPANNONI
I PARENTI: “AVEVANO PAURA, SONO STATI RICHIAMATI AL LAVORO”
Il terremoto è tornato. Portando a compimento il lavoro cominciato lo scorso 20 maggio.
I capannoni di almeno tre fabbriche, che erano stati soltanto danneggiati, sono venuti fragorosamente giù martedì mattina.
Uccidendo chi era tornato al lavoro.
In due casi i titolari, un tecnico chiamato a verificare la stabilità della struttura e gli operai, ad alcuni dei quali era stato chiesto di rientrare in fabbrica nonostante la comprensibile paura per le scosse precedenti.
Del resto tutte le fabbriche coinvolte avevano ricevuto l’agibilità .
È successo a Mirandola, in provincia di Modena, dove tre persone sono morte per il crollo della Bbg, e una quarta è morta sotto le macerie dell’Aries Biomedicale; a Medolla, sempre nel Modenese, vicino all’epicentro di questo nuovo sisma, c’è una vittima accertata e tre dispersi sotto i resti dell’Haemotronic; mentre alla Meta di San Felice al Panaro, Reggio Emilia, è morto l’ingegnere chiamato a fare rilievi sui danni subiti, e due lavoratori stranieri: Mohamad Azaar, 46 anni e due figli, marocchino, e Kumar Pawan, indiano del Pujab, 31 anni, padre di due bambini, di due anni e 8 mesi.
LA FOLLA A SAN FELICE AL PANARO
A San Felice sul Panaro, nel piazzale antistante la Meta, si sono radunati molti extracomunitari delle comunità magrebine e indiane.
Un gruppo ha improvvisato una preghiera musulmana dedicata ai tre lavoratori scomparsi.
«Non volevano tornare a lavorare – hanno raccontato alle agenzie di stampa alcuni amici – perchè non si sentivano sicuri, ma sono stati chiamati dal datore di lavoro».
Un amico di Kumar Pawan ha raccontato: «Lavorava qua da 5 anni, il suo padrone aveva detto che era tutto a posto e gli ha chiesto di tornare a lavorare ma era un capannone molto vecchio e pericoloso. Dopo il primo terremoto un altro parente gli aveva proposto di andare per un po’ in India con lui, ma Kumar ha preferito restare qui».
Altre conferme arrivano dalla comunità indiana di San Felice: «Kumar era stato chiamato dal proprietario perchè la ditta doveva andare avanti. E lui – ha detto Singh Jetrindra, rappresentante della comunità Punjab di San Felice – è dovuto andare a lavorare perchè non poteva perdere il posto».
Lo stabilimento della Meta aveva riaperto proprio ieri e l’attività stava riprendendo gradualmente dopo le verifiche sull’agibilità , che avevano dato esito positivo.
L’ingegnere chiamato a stabilire l’agibilità della struttura che gli è crollata addosso si chiamava Gianni Bignardi, 62 anni.
A MIRANDOLA
Sotto le macerie della fabbrica Bbg di Mirandola, che produce componentistica meccanica per il settore biomedicale, sono rimasti uccisi uno dei tre titolari, Enea Grilli, e i due operai Eddi Borghi e Vincenzo Grilli, di 39 anni.
Nel crollo dell’Aries Biomedicale è morto il titolare, Mario Mantovani, farmacista di 64 anni.
La vittima fino ad ora accertata nel crollo dell’Haemotronic si chiamava invece Paolo Siclari, aveva 37 anni.
LE POLEMICHE
Secondo Antonio Mattioli, responsabile delle politiche industriali della Cgil Emilia Romagna, sarebbero addirittura 20 i lavoratori dispersi sotto le macerie tra Medolla, Cavezzo e San Felice sul Panaro.
«Un bilancio provvisorio e ancora da accertare compiutamente», specifica il sindacalista. Oltre che all’Aries, la Meta e l’Haemotronic, crolli si sono registrati negli stabilimenti delle società Gambro e Arnes a Mirandola, Menu a Medolla, Vam a Cavezzo, e al caseificio razionale novese (tra i maggiori dell’Emilia Romagna).
Quasi l’80% dei capannoni di Mirandola, dove è attivo uno dei principali distretti biomedicali d’Italia, è gravemente danneggiato.
Antonio Castaldo
(da “Il Corriere della Sera”)
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