LEGGE ELETTORALE, NAPOLITANO AVVERTE: “DOVRÃ’ LEGGERLA BENE”
IL CAPO DELLO STATO: “PRIMA DI FIRMARLA FARà’ UN ESAME ATTENTO”… ALLA CAMERA PROSEGUE IL MERCATO: RISSE, LISTE CIVETTA, NORME PER I MICROPARTITI E NIENTE PARITà€ DI GENERE
C’è un perchè se ieri Giorgio Napolitano, strattonato da più parti con richieste di intervento astruse, abbia pronunciato una frase che la dice lunga sul tenore del dibattito — ma anche sui contenuti — che stanno emergendo alla Camera sulla legge elettorale.
“Chiedermi un intervento è fuorviante — ha infatti risposto il Capo dello Stato — ma promulgherò la legge elettorale solo dopo attento esame”. Come dargli torto.
Fatti salvi i toni e le battute che sono risuonate nell’Aula fino a tarda notte, nulla di “alto” come sarebbe doveroso in un momento comunque “costituente”, ieri sono stati approvate alcune vere porcate che rendono l’Italicum ancora più pastrocchiato.
NIENTE QUOTE ROSA
L’accordo, infatti, resta in bilico e molte questioni chiave sono state accantonate. Mentre è passato il “salva Cosentino” e ci è stata lasciata ampia libertà di votare ancora per le cosiddette “liste civetta”, sulla parità di genere la Camera si è inchiodata.
L’Italicum che uscirà da Montecitorio al massimo martedì mattina, non prevederà che le liste siano adeguatamente divise tra candidati maschi e femmine.
Perchè Berlusconi non vuole, ma anche il Pd è diviso (e le sue donne pure); con l’abolizione del Senato e il taglio del numero dei parlamentari, i leader dei partiti “padronali” non vogliono certo perdere la metà dei posti disponibili per darli alle donne. Molte deputate ora stanno raccogliendo le firme per fare un “appello” a Renzi, ma l’accordo non c’è.
TEMPI PIÙ LUNGHI
La decisione di far slittare il voto alla prossima settimana un po’ deriva anche dal caos “quote rosa”, sebbene tutto sia stato mascherato con la scusa che da oggi si “celebra” a Fiuggi il congresso di Fratelli D’Italia. Peccato che il consesso parta da sabato e che la Camera resti aperta.
SALVA-CONSENTINO
Dibattito edificante, si diceva. Durante il quale è passata una norma come la “salva Cosentino”, che Verdini è riuscito a portare a casa con la complicità del Pd: un emendamento (firmato dall’azzurro Parisi) che riguarda i partiti fortemente ancorati a un determinato territorio.
Non si tratta, però, del cosiddetto salva-Lega, che per ora resta accantonato, ma di un “sostegno” per partiti presenti solo in realtà territoriali molto circoscritte: si prevede che potranno essere conteggiati i voti ottenuti dalle liste che, seppur non si sono presentate in almeno un quarto dei collegi nazionali, abbiano superato lo sbarramento della soglia di ingresso del 4,5%.
È il caso, ad esempio, del partito Sardo d’Azione o, appunto, di Forza Sud. Così Berlusconi potrà salvare alcuni fedelissimi candidandoli in partiti locali, ma potrà anche far proliferare queste piccole realtà in modo da ampliare lo spettro delle candidature.
In serata, intanto, viene bocciato l’emendamento sulle preferenze.
È il “mercato” della legge elettorale: nulla verrà risparmiato.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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