L’EX CAPOGRUPPO DEL PDL ORA VENDE PANINI DAVANTI AL PIRELLONE: “ADESSO SPALMO MAIONESE”
PAOLO VALENTINI, DALLA POLITICA AI TRAMEZZINI…E’ RIMASTO NELLA STESSA VIA DEL PIRELLONE, MA DALL’ALTRO LATO
Dalla politica ai tramezzini. Paolo Valentini è rimasto nella stessa via, quella del Pirellone, il Consiglio regionale della Lombardia.
Ma adesso lavora dall’altro lato della strada e ha cambiato abbigliamento: tolte giacca e cravatta, indossa camicia scozzese e grembiulone.
Spalma maionese (vegana) e porta ai tavoli i tramezzini. Di fronte alla vetrina del locale che ha aperto con due soci ci sono gli uffici dove per 18 anni ha lavorato come consigliere e, negli ultimi cinque, come potente capogruppo del Pdl.
Poi la sua vita è cambiata: lo scandalo delle spese pazze si è abbattuto su gran parte dei politici di allora:
Valentini ha una ventina di provvedimenti aperti con la Corte dei conti perchè, oltre che dei suoi scontrini, è chiamato a rispondere come capogruppo di quelli dei suoi consiglieri, in solido per un quarto della somma contestata. Il totale supera il milione di euro e quindi, chiuse le porte della politica e in attesa dell’Appello, serviva un mestiere.
Valentini non si era perso d’animo: ingegnere aerospaziale alla Aermacchi di Varese, con anche in tasca un master alla Bocconi e uno alla Bedford University, era convinto che non sarebbe stato difficile tornare al vecchio mestiere.
Tanti contatti, tanti colloqui: «Ma poi chi assume uno che ha quelle pendenze?». Di fronte alla porte chiuse, ecco l’idea di cambiare vita dedicandosi a qualcosa di meno intellettuale e più manuale.
Il cibo lo aveva sempre attratto: all’inizio del Duemila si era iscritto a corsi di cucina e aveva cominciato a dilettarsi preparando marmellate e brasati.
Poteva diventare una professione. I soldi per avviare un ristorante, però, non ci sono.
Ed ecco l’idea del tramezzino: «Ho studiato un paio di modelli, a Cremona e a Venezia, e ho cercato di tradurli sulla base dei gusti e delle necessità dei milanesi, che non hanno tanto tempo per la pausa pranzo e che vogliono gustare cose leggere».
La tramezzineria ha aperto circa un anno fa e poco alla volta ha preso piede. Ogni mattina una panetteria poco lontano fornisce il pane in cassetta che qui viene tagliato a fette, bianco e integrale: più di 15 proposte per tutti i gusti, accompagnati a succhi, estratti e melograno, accanto alla birra artigianale e alle bevande tradizionali.
I primi a fermarsi sono i turisti appena scesi alla stazione Centrale che fanno uno spuntino veloce e conveniente (3 euro a pezzo). Dalle 13 cominciano ad arrivare «quelli della pausa pranzo» di questa zona di uffici: ogni tanto passa anche qualche ex collega di Valentini.
«All’inizio – racconta – le mie ex segretarie erano abbastanza imbarazzate quando mi vedevano arrivare al tavolo per raccogliere le ordinazioni. Adesso ci ridono su. E poi qui si raduna tutto l’arco costituzionale per un pranzo veloce durante la pausa dei lavori consiliari».
La testa è rimasta quella dell’ingegnere: «Sto studiando una modalità per meccanizzare alcuni procedimenti. E comunque l’idea mia e dei soci è di valutare se il marchio sfonda: potremmo aprire altre sedi in città ».
E la politica? L’unico impegno rimasto glielo ha affidato il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo («Uno dei pochi amici che non mi ha voltato le spalle dopo le grane giudiziarie»): è consulente al Comitato delle Regioni europee e continua a usare le competenze e le relazioni allacciate in vent’anni di attività consiliare.
Rimpianti? Allarga le braccia: «Sono una persona che non vive il presente come investimento per il futuro. Nella mia prima vita ho fatto l’ingegnere e facevo volare gli aerei. Poi ho avuto questa passione per la gestione della cosa pubblica e adesso, incrociando un po’ delle esperienze passate, mi occupo di cibo».
L’inchiesta è stato una finale brusco di carriera: «Ho messo in fila le risorse che avevo e ne sono uscito un poco alla volta. Certo, ad alcuni miei colleghi è andata peggio: qualcuno si è ammalato, qualcuno non esce più di casa, qualcuno ha l’esaurimento ancora adesso. Io invece spalmo maionese, ho un progetto nuovo e, in fondo, mi diverto».
Elisabetta Soglio
(da “il Corriere della Sera”)
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