L’INCUBO SCISSIONE AGITA I DEMOCRATICI
LA TENTAZIONE DELL’OPERAZIONE CENTRISTA
Sembrava una marcia trionfale per il Pd di Bersani, consacrato dalle primarie. Un avvicinamento alla vittoria elettorale del 2013, che le esibizioni scomposte di Berlusconi non avrebbero certo potuto fermare.
Ma il giorno dopo l’investitura politica del Ppe a Mario Monti, a Largo del Nazareno si respira tutt’altra aria.
Terreno minato e rischio di smottamenti del Pd sono concreti come mai prima d’ora.
Da un lato Fioroni e il suo drappello di Popolari, parlamentari (Ginefra, Bocci, Pedoto, D’Ubaldo) ma soprattutto amministratori locali, che non parlano per ora di diaspora, però riconoscono l’attrazione centrista e moderata.
Dall’altro, ci sono i “full Monti”, quel nucleo di Democratici che a luglio firmarono un appello per l’Agenda Monti: Morando, Ceccanti, Gentiloni, Ranieri, Tonini, Negri, Ichino, Peluffo, per dirne alcuni.
Poi, tanta acqua è passata sotto i ponti: correnti sono state spazzate via (i veltroniani); nuovi fronti sono nati (di appoggio a Renzi alle primarie).
Però resta un punto fermo: completare il lavoro di Monti, mantenere la continuità con le politiche del Professore.
Tanto che i montiani del Pd avevano organizzato un incontro con Monti il 13 gennaio, e adesso pensano sia il caso di anticiparlo.
Pronti allo strappo?
Paolo Gentiloni spiega: «Io non ho nessuna intenzione di lasciare il Pd ma non escludo che individualmente qualcuno possa fare questa scelta». Essendo candidato a sindaco di Roma, dice di non volere polemizzare, tuttavia si sfoga: «Se la frana di Berlusconi procede e il Pd non arruola in pieno Renzi, non intercetteremo un bel nulla e la frantumazione del centrodestra sarà un vantaggio solo per Monti e i centristi. Lo scenario in cui il Pd aveva una maggioranza certa sia alla Camera che al Senato è scomparso, non c’è più».
Monti politicamente in campo (o il suo marchio in franchising), con un Ppe che gli tira la volata, la Chiesa che lo appoggia, la Merkel e persino Hollande che lo richiedono a gran voce, «cambia il piano di gioco».
Antonello Giacomelli, franceschiniano, si toglie la soddisfazione di una frecciata: «Pur nella diversità , ma noi restiamo di sinistra, mi pare che ora si capisca meglio cosa vuole essere Monti».
Proprio quello che vuole fare Monti invece sta a cuore a Stefano Ceccanti.
Se Monti farà appello a un fronte ampio e costituente, per completare le sue riforme, troverà molti supporter: è il ragionamento del senatore democratico. Che aggiunge: «Certo le reazioni arrabbiate, come quelle di D’Alema, non penso aiutino».
Il D’Alema che rimbrotta Monti perchè «moralmente discutibile una sua candidatura», è derubricato a «stizza inopportuna», dai montiani del Pd.
Al Nazareno però l’irritazione è di tutta la segreteria. «Servirebbe un po’ di chiarezza. Cosa bolle nella pentola centrista, forse liste personali?», è il commento dei bersaniani.
Bersani tesse la rete internazionale. Con Vendola e Nencini presenzia il vertice dei progressisti affrontando le questioni dell’economia globale (con Pascal Lemy), della crescita economica e delle politiche per lo sviluppo. Enrico Letta, il vice segretario, è stato mandato in missione a Wall Street per incontrare alcuni capi di hedge funds, banche d’affari e d’investimento e per convincerli che il centrosinistra continuerà su una linea europeista e di tenuta dei conti pubblici.
Che quindi non devono avere paura.
Basta a soddisfare i montiani del Pd?
E poi c’è l’incognita Renzi. Il sindaco di Firenze ha ripetuto fino alla nausea che davvero la discesa in campo di Monti e i progetti politici del Professore non gli interessano nemmeno per sbaglio.
Annuncia anzi la sua presenza alla direzione del Pd, lunedì.
Una direzione convocata per votare il regolamento delle primarie per i parlamentari, a che sarà riconvertita alla discussione politica.
Per arginare il rischio smottamenti del partito, appunto. Fioroni a domanda su cosa farà se Monti scende in campo con un progetto Popolare, prende tempo: «È come se mi si chiedesse, cosa succede se il 21-12-2012, finisce il mondo?».
Solo questione di giorni e sapremo.
Giovanna Casadio
(da “la Repubblica“)
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