L’ITALIA BUTTA VIA 10 MILIARDI DI EURO DELL’UNIONE EUROPEA
I PROGETTI FINANZIABILI VANNO PRESENTATI ENTRO IL 30 GIUGNO… NONOSTANTE UNA PROROGA, L’ITALIA E’ LATITANTE… SI TRATTA DI FONDI EUROPEI DI CUI AVREMMO POTUTO USUFRUIRE SE AVESSIMO PRESENTATO I PROGETTI… LE REGIONI DEL SUD SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
Si tratta di una somma equivalente agli stanziamenti messi in campo dal governo per finanziare la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali nel prossimo biennio.
Sono la bellezza di 10 miliardi di euro di fondi europei, denaro a disposizione, pronto a essere speso se solo l’Italia avesse messo sulla carta i progetti e li avesse spediti a Bruxelles.
Invece nulla: rischiamo di perdere una cifra grande come una finanziaria perchè il tempo concesso è praticamente scaduto: entro il 30 giugno bisognerebbe fare progetti validi e sottoporli al vaglio Ue per incassare le somme accreditate.
Ma si tratta ormai di una impresa quasi impossibile, considerando che avevamo già ottenuto una proroga di sei mesi, ma nulla è stato fatto.
Secondo L’Eurispes, infatti, mancano ormai le condizioni richieste per ottenere il via libera Ue e spendere i 10,3 miliardi di euro arretrati relativi al biennio 2006-2007.
Chiedere un’altra proroga non sembra una via praticabile, la Ue già ce ne ha concessa una.
A perderci sarebbe soprattutto il Mezzogiorno che rischia di vedere andare in fumo 9,3 miliardi, mentre il resto spetta alle regioni del Nord e del Centro.
Se la corsa dell’Italia non andrà a buon fine, a giugno scatterà il “disimpegno automatico”, cioè le somme non spese torneranno nelle casse dell’Ue.
Accadrà , infatti, che i dieci miliardi verranno ridistribuiti e andranno ai Paesi europei più virtuosi, quelli cioè che hanno usato tutti i loro fondi nei tempi previsti e potranno spendere anche le somme destinate all’Italia.
In pratica una beffa, se si considera che non si riescono a trovare fondi per i precari, le famiglie colpite dalla crisi e i poveri.
Il Mezzogiorno che si lamenta spesso a ragione, in questo caso deve ringraziare i propri governatori che dispongono di risorse che non sanno utilizzare.
Gli ostacoli burocratici, la mancanza di progetti, l’incapacità delle Regione di “fare sistema”, unendo gli sforzi per ottenere insieme i fondi europei: sono i soliti vecchi mali del Sud che riemergono nel momento meno favorevole.
Si arriva a un assurdo, denunciato dall’Eurispes.
Mentre sono a rischio 10 miliardi di fondi, che andranno alla fine a Paesi più attrezzati e svelti di noi, si scopre che l’Italia è in credito nei confronti di Bruxelles per 30,3 miliardi di euro.
Ovvero il nostro Paese ha versato, dal 1995 al 2006, nelle casse dell’Europa più soldi di quelli che è riuscita ad ottenere in finanziamenti.
Solo nel 2007 i contributi italiani versati all’Ue sono stati pari a 13,8 miliardi; siamo al terzo posto dopo Germania e Francia.
Sapete quanto credito ha ottenuto l’Italia dall’Unione Europea? Meno di 3,5 miliardi.
Sono dati che fanno riflettere sull’efficienza di certe regioni. In un momento di crisi come questa abbiamo buttato, soprattutto al Sud, quasi 10 miliardi di euro che avrebbero potuto finanziare progetti, lavori e creare occupazione.
Spesso ci si occupa di vicende che sembrano gravi, ma questa che rischia di passare quasi inosservata è una delle più grandi vergogne del nostro Paese, di cui qualcuno dovrebbe essere chiamato a rispondere.
Amministratori incapaci di presentare un progetto fattibile e finanziato con certezza, non meritano di continuare ad amministrare gli italiani.
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