LO SCONCIO DEL FERMO AMMINISTRATIVO DI ALAN KURDI E AITA MARI, LA SEA-EYE SCRIVE A BERLINO: “IL GOVERNO ITALIANO CI MOLESTA, VOGLIONO FERMARE I SALVATAGGI IN MARE”
LA ALAN KURDI ERA STATO IN CANTIERE E COMPLETAMENTE REVISIONATO POCO PRIMA DELL’ULTIMA MISSIONE, NON ESISTONO ANOMALIE… DATO CHE IL GOVERNO NON HA LE PALLE PER DIRE CHE NON E’ CAMBIATO MOLTO DAI TEMPI DI SALVINI, RICORRE A PRETESTI
E’ di nuovo braccio di ferro tra l’Italia e le Ong. Con un doppio sequestro amministrativo che, in 24 ore, costringe a rimanere in porto le due uniche navi umanitarie ancora attive nel Mediterraneo che avevano soccorso i 118 migranti che ieri hanno concluso la loro quarantena a bordo della nave Rubettino noleggiata dal governo e gestita dalla Croce Rossa.
Dopo il fermo amministrativo della Alan Kurdi della Sea eye, oggi la Guardia costiera ha disposto analogo provvedimento per l’imbarcazione basca Aita Mari mentre la Ong tedesca denuncia a Berlino: ” Il governo italiano ci molesta”.
“Detenere la nostra nave è una pura molestia – sostiene il portavoce della Sea eye Julian Pahlke – per fermare gli sforzi di salvataggio in mare civili, un pò alla volta. Alan Kurdi, prima dell’ultima missione, era stata in cantiere ed è stata completamente revisionato. L’unico obiettivo di questo blocco è fermarci attivamente dal salvataggio in mare. Invece di proteggere i diritti umani, coloro che lo fanno sono ostacolati in ogni angolo “,
La “Alan Kurdi”, è ormeggiata al porto di Palermo, l’equipaggio ha trascorso la quarantena a bordo e ieri, allo sbarco, è stato sottoposto a tampone anti covid.
Aggiunge Gorden Isler, presidente di Sea-Eye: “L’abuso di autorità motivato politicamente dalla guardia costiera italiana sta impedendo la nostra missione, pianificata a maggio”.
Analoga sorte è toccata alla Aita Mari, all’ormeggio a Palermo.
(da agenzie)
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