LO STATO BISCAZZIERE: CON GIOCHI E LOTTERIE SI FANNO INDEBITARE GLI ITALIANI
IN 4 ANNI AUMENTATE DEL 300% LE SCOMMESSE SPORTIVE, DEL 580% I GIOCHI ELETTRONICI: IN 10 ANNI IL GIOCO E’ CRESCIUTO DEL 268%….DA UN LATO SI PARLA DI COMBATTERE L’USURA, DALL’ALTRO LA SI INCENTIVA SOTTRAENDO DENARO ALLE FAMIGLIE
Ormai siamo alla diffusione di massa del gioco d’azzardo legalizzato: dal superenalotto alle lotterie, dalle slot al poker on line, sono centinaia di migliaia le famiglie italiane che perdono al gioco cifre tali da mettere in serio pericolo il proprio bilancio.
Nel tentativo di raccattare quattrini, lo Stato biscazziere si è inventato e ha importato giochi a raffica, facendo finta di non comprendere che per molti italiani essi rappresentano l’anticamera del ricorso al prestito usurario.
Da un lato lo Stato è impotente di fronte al dilagare del prestito illegale gestito dalle mafie, dall’altra, anzichè prevenire tutte le cause che generano usura, le incentiva, sottraendo alle famiglie danaro con tecniche sempre più sofosticate.
Attraverso usura ed estorsioni, la Mafia SpA è la prima azienda del Paese con un fatturato (dati del Viminale) di 135 miliardi di euro ed un utile netto annuo di 78 miliardi.
Secondo gli stessi dati, il giro di affari del credito illegale si aggira intorno ai 13 miliardi di euro, i commercianti colpiti da usura nel 2009 sono stati circa 200.000, con un costo di 20 miliardi di euro, quelli vittime di estorsione 160.000.
I dati ufficiali del Ministero parlano chiaro: pagano il pizzo l’80% dei negozi di Catania e Palermo, il 70% delle imprese di Reggio Calabria, il 50% di quelle di Napoli, del barese e del foggiano.
Di fronte a questi fenomeni palesi di illegalità , lo Stato propone il gioco d’azzardo legalizzato, dando sia un’immagine negative di sè, che incentivando di fatto il mercato dei prestiti usurari.
Basti pensare che dai dati ufficiali emerge che, dal 2004 al 2008, vi è stato un aumento delle scommesse sportive del 300% e delle apparecchiature elettroniche del 580%.
Se consideriamo invece l’ultimo decennio, la crescita del gioco è stata del 268%.
Sono cifre da far tremare i polsi e che dovrebbero indurre il governo a rivedere profondamente un sistema di entrate moralmente inaccettabile che cerca di incrementare gli introiti senza tenere minimamente conto dei risvolti e dei riflessi sociali che esso comporta.
In tempi di crisi, chi ha il vizio del gioco rischia di rovinare il proprio nucleo familiare, pure con l’avallo e l’incentivo governativo, come quello per acquistare la lavatrice.
Uno Stato non deve seguire i vizi della società per trarne un utile economico, semmai deve prevenirli e tentare di modificarli nel superiore interesse della tutela del proprio popolo.
Per troppo tempo si è rincorsa la necessità di fare cassa facile: è tempo di ritornare a una concezione che consideri l’uomo, non il consumatore.
Senza una scala di valori di riferimento, si finisce per rovinare la comunità nazionale, incentivando solo le mafie.
Leave a Reply