LOMBARDIA: IL PDL A RIMORCHIO DELLA LEGA ALLE PRIMARIE, IN RIBASSO LE QUOTAZIONI DI ALBERTINI
MA FORMIGONI NON CI STA: “NO AI DIKTAT LEGHISTI, SPAZIO ALL’EX SINDACO”
Il dopo Formigoni inizia con una nuova lite tra il governatore e il coordinatore regionale del Pdl. Mario Mantovani lancia la proposta di scegliere il candidato del centrodestra alle regionali il 16 dicembre, con le primarie nazionali pidielline.
Lo scopo dell’iniziativa che sarà formalizzata mercoledì al segretario del partito, Angelino, Alfano è rinsaldare l’alleanza con la Lega.
«Un percorso ineludibile – spiega Mantovani, che è stato chiamato ancora una volta a rapporto ad Arcore da Silvio Berlusconi – Ci vogliono grandi ideali, ma anche grandi numeri: l’uno non può fare a meno dell’altro».
Quanto all’ipotesi di candidare l’ex sindaco Gabriele Albertini, il senatore berlusconiano non si sbilancia: «Non l’ho ancora sentito e mi auguro di sentirlo presto. È un buon nome, ma bisogna che la Lega sia favorevole. E proprio attraverso le primarie può emergere un candidato su cui possa convergere anche il Carroccio».
L’interessato, però, prende altro tempo.
Il vicegovernatore Andrea Gibelli della Lega «condivide» il percorso indicato da Mantovani.
«Per vincere in Lombardia – sottolinea – c’è bisogno della Lega, visto che i numeri non sono noccioline». Non prima di aver ribadito: «Il nostro candidato è Roberto Maroni».
A sfasciare tutto, ancora una volta, è Roberto Formigoni. Che prima su Twitter e poi con dichiarazioni a raffica boccia la linea del Pdl lombardo.
«Il Pdl sosterrà la candidatura di Albertini, i giochi sono praticamente fatti – sentenzia il governatore – Il Pdl non accetterà il diktat della Lega che continua a dire avanti con Maroni, non ci sono altre candidature e Albertini ha un profilo stimato oltre Milano. La Lega ha mandato in crisi l’alleanza e ha tradito i patti del 2010 che ci impegnavano fino al 2015 e l’accordo che avevamo sottoscritto con Alfano e Maroni. Il candidato sarà un uomo del Pdl, se poi la Lega vorrà appoggiarlo sarà la benvenuta. Non possono pretendere di avere il candidato».
Formigoni respinge senza appello anche l’ipotesi proposta da Mantovani di scegliere il candidato attraverso le primarie.
«Bisogna vedere se ci sono i tempi – attacca – In Lombardia si può votare anche il 16 dicembre. La politica deve diventare più veloce. Io lavoro perchè si voti il 16 dicembre e credo che il governo, impegnato a dare all’estero un’immagine diversa dell’Italia, sia interessato a dare un’immagine di efficienza».
Il governatore azzarda addirittura che se la data del voto anticipato fosse quella preferita da lui, quelle del Pdl per scegliere il candidato premier «si sposteranno di una settimana».
La scelta del candidato del centrodestra per il dopo Formigoni resta un percorso a ostacoli.
L’argomento è stato al centro di un nuovo faccia a faccia tra Mantovani e Silvio Berlusconi nella sua villa di Arcore. La finestra per andare alle urne, secondo quanto riferito da Formigoni, è dal 16 dicembre al 27 gennaio.
Il Pdl lombardo, invece, punterebbe a votare a febbraio e ad allargare al massimo la coalizione. Non solo alla Lega e ai Pensionati, ma anche all’Udc. Mentre l’area del partito vicina a Formigoni preme per abbandonare definitivamente l’alleanza con il Carroccio e aprire al centro.
Per questo motivo, per capire in quale direzione penderà l’ago della bilancia delle future alleanze, e quindi il candidato più adatto a rappresentarle, bisognerà aspettare anche l’esito del voto in Sicilia.
Oltre, naturalmente, sia alla decisione dei vertici nazionali del Pdl attesa per domani sulle primarie nazionali, che quella del prefetto Gian Valerio Lombardi sulla data del voto in Lombardia.
Nel frattempo, Formigoni fa sapere che potrebbe candidarsi anche a premier: «Sto valutando, lo annuncerò su Twitter»
Andrea Montanari
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