“MA CASAMONICA DOVEVO ARRESTARLO IO?”
IL PARROCO DIFENDE LA SUA SCELTA: “SE IL BOSS ERA COSI’ PERICOLOSO PERCHE’ ERA LIBERO? SI ASPETTAVANO CHE LO ARRESTASSI IO?”
Parla don Giancarlo Manieri che ha officiato il funerale di Vittorio Casamonica nella chiesa romana di Don Bosco.
Sky TG24 HD gli ha chiesto se, ad oggi, celebrerebbe nuovamente il funerale del boss: “Sì, faccio il mio mestiere”, la risposta del parroco.
Manieri ha però difeso il proprio operato in una lettera pubblicata sul sito della parrocchia di Don Bosco, nella rubrica “Il parrocco risponde”.
“Molti mi hanno rimproverato di non aver bloccato il funerale a un boss che ne ha combinate più che Bertoldo. Ma se era così fuori norma, perchè mai era a piede libero? Hanno aspettato la sua morte sperando che lo… “arrestasse” il parroco? Mio dovere è distribuire misericordia, m’insegna Papa Francesco. Ed è quello faccio.”
Il salesiano ripete inoltre di non essere venuto a conoscenza delle modalità del funerale e dichiara di avere ricevuto come offerta per le cerimonia funebre soltanto 50 euro.
Allo stesso tempo precisa di aver fatto una omelìa generica sul concetto della morte: amici, parenti e conoscenti di Vittorio Casamonica, scrive, sono arrivati con 3 quarti d’ora di ritardo ma in chiesa si sono comportati bene:
“Tanto per rispondere a certe insinuazioni sui soldi. “Quanto devo?”. “Può fare un’offerta, se vuole”. L’offerta è stata di € 50,00 (cinquanta non cinquemila). Molti colleghi giornalisti hanno insistito per sapere quello che è successo in chiesa. Nulla è successo. Quando sono arrivati con circa tre quarti d’ora di ritardo sull’orario, [e solo allora ho saputo della carrozza con relativo contorno e anche dell’identità del defunto], sono entrati in chiesa. Un po’ di confusione c’è stata, come sempre, ma esortati a prendere posto (erano circa quattro o cinquecento persone) hanno immediatamente obbedito, in perfetto ordine e silenzio.”
“Non ho avuto – ha spiegato il parroco a Sky – nessuna indicazione da parte della Curia. Che cosa dovevo fare? Io faccio il mio lavoro e faccio il parroco, non spettava a me bloccare un funerale. Ho saputo che avevano appiccicato dei manifesti, che sono stati tolti subito, perchè me lo hanno detto i miei collaboratori, poi dicono che abbiano messo l’altro, con il vestito da Papa, ma non l’ho assolutamente visto e non lo sapevo, perchè non sono uscito”.
Nella lettera sul sito don Manieri invece spiega la differenza con Piergiorgio Welby, l’attivista radicale malato di distrofia muscolare al quale furono negati i funerali religiosi proprio in quella chiesa:
“Quanto al paragone con Welby non è non congruo. In quel caso è intervenuto il Vicario del Papa, assumendosene la responsabilità e ordinando al parroco di non celebrare il funerale. Welby, se non vado errato, era non più considerato cattolico. A me nessuno ha detto nulla. Pregare per un morto, chiunque esso sia, non è proibito. Anche per Welby, del resto, i salesiani hanno pregato e molto e la chiesa è rimasta aperta tutto il giorno.”
Non sapeva, don Manieri della carrozza trainata da cavalli, della musica del Padrino, che avrebbe fatto da sottofondo o del manifesto con Casamonica in versione “papale”.
I cartelloni citati erano due: su uno, era riportata la scritta ‘Re di Roma’ insieme a un fotomontaggio raffigurante il Colosseo accanto alla Basilica di San Pietro e l’immagine dell’esponente di Casamonica vestito di bianco con un crocifisso.
Su un altro manifesto, era scritto invece: “Hai conquistato Roma ora conquisterai il paradiso”.
(da “Huffingtonpost”)
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