MA COSA HA DA FESTEGGIARE IN DISCOTECA IL M5S?
DOPO CORINALDO, STRASBURGO E LO SPREAD: DAL “LASCIATELI GOVERNARE” AL “LASCIATELI FESTEGGIARE”… LA CENA AZIENDALE DEI DIPENDENTI
Dal lasciateli lavorare ad un meno impegnativo lasciateli festeggiare il passo è breve. Soprattutto se di lavoro se n’è fatto poco.
Ieri sera il MoVimento 5 Stelle ha festeggiato, alla discoteca romana “The Factory Club”, i primi sei mesi di governo. I festeggiamenti sono stati rigorosamente interdetti ai giornalisti e lo staff del partito ha imposto il divieto di pubblicazione di foto e video sui social network.
Si sa mai che in nome della trasparenza il Popolo venisse a scoprire che a poche ore dall’attentato di Strasburgo i pentastellati stavano ballando spensierati con tanto di trenino come potete ammirare in un video.
La serata a tema, dal titolo — decisamente ottimista — “Un anno a 5 Stelle” ha visto la partecipazione di deputati, senatori e ministri pentastellati. Non dell’organizzatore della festa.
Il vicepremier Luigi Di Maio purtroppo — a causa di impegni improrogabili — ha dovuto dare forfait a causa di un vertice di governo indetto dopo il ritorno di Conte da Bruxelles.
Uno degli organizzatori ha dichiarato che «è stata una bella festa, ogni tanto ci vuole» e stando a quanto riporta Repubblica molti hanno ripetuto frasi come «in fondo siamo fortunati».
Fortunati certo, perchè al contrario di molti italiani hanno un bello stipendio, perchè a differenza dei ragazzini che sono andati al Lanterna Azzurra di Corinaldo non hanno rischiato la vita e perchè non hanno dovuto nascondersi sotto al tavolo come hanno fatto in molti a Strasburgo.
C’è da chiedersi però per cosa ci sia da festeggiare.
Festeggiare il raggiungimento del traguardo temporale dei primi sei mesi di governo, dopo l’inciucio con la Lega non sembra un motivo sufficiente.
In fondo cosa ha fatto davvero il governo in questi sei mesi? Il M5S aveva promesso una rivoluzione, di fermare TAP, TAV e cambiare gli accordi sull’ILVA. Nulla di tutto questo è stato fatto.
C’è da festeggiare l’approvazione del Decreto Genova? Come dimenticare che si tratta del decreto emergenze che ha avuto il più lungo periodo di gestazione rispetto ai precedenti e che contiene un bellissimo condono edilizio per le case abusive di Ischia?Quali successi possono festeggiare quindi i parlamentari pentastellati?
Certo, c’è l’abolizione della povertà fatta per decreto. Ma la povertà esiste ancora.
Il reddito di cittadinanza? Non pervenuto. Il decreto è atteso per fine anno, e per la distribuzione delle tessere se ne parlerà forse ad aprile.
L’essere riusciti a convincere l’Unione Europea a farci fare più debito? Nemmeno quello perchè dopo l’incontro di ieri che fa passare il rapporto Deficit/Pil dal 2,4% al 2,04% il governo fa calare di 0,36 punti il deficit, ovvero 6,48 miliardi di euro che verranno reperiti togliendo risorse per 4,2 miliardi a reddito di cittadinanza e quota 100 e per 2,2 miliardi da nuovi tagli.
Stendiamo un velo pietoso su quanto ci sono costati questi sei mesi a 5 Stelle. Secondo la Fondazione Hume dal giorno(31 maggio) del debutto del governo giallo-verde al 7 dicembre la perdita di ricchezza finanziaria del Paese ammonta a 89 miliardi.
Ma non avrebbero dovuto essere solo la mancanza di successi a consigliare ai pentastellati di non festeggiare.
Dopo il crollo del Ponte Morandi il M5S, in particolare la deputata Carla Ruocco, cavalcò l’ondata di indignazione contro la famiglia Benetton “colpevole” di aver festeggiato con una tradizionale grigliata di Ferragosto (quella che il povero Casalino dovette annullare) il giorno dopo la tragedia.
«Visto il particolare momento che stiamo attraversando è bene che per stasera si tenga un profilo basso, evitando di caricare materiale sui social che verrebbe inevitabilmente strumentalizzato contro di noi», così — riferisce AdnKronos — recita un messaggio inviato dallo staff della comunicazione ai parlamentari a 5 Stelle.
Insomma se la festa non si vede non esiste. Un video però, con i parlamentari che fanno il trenino, è uscito lo stesso.
L’idea di annullarla o posticiparla evidentemente non è passata per la testa a nessuno.
(da “NextQuotidiano”)
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