MAFIA CAPITALE, “COMPRIAMO TUTTO”: LA REGOLA DEL “MONDO DI MEZZO”
“I VIVI SOPRA, I MORTI SOTTO” E LA MAFIA CAPITOLINA
Si erano presi Roma. Le sue strade e il Campidoglio. Ne avevano ridotto un sindaco, Gianni Alemanno, a utile pupazzo, nè il cambio di maggioranze li aveva sorpresi, perchè – dicevano – di “nove cavalli” (gli assessori) della giunta Marino, «sei sono nostri».
E se l’erano presa perchè Lui, Massimo Carminati, er Cecato, er Guercio , l’ex camerata dei “Nar” figlio ed epigono della Banda della Magliana, protagonista della coda di sangue del novecento “deviato” (omicidio Pecorelli, strage di Bologna), che di Roma era diventato Re e Padrone, di Roma aveva compreso meglio di chiunque altro l’anima.
Fino a farne il format del suo dominio.
«È la teoria del Mondo di Mezzo compa’ – spiega al suo braccio destro Riccardo Brugia il13 dicembre del 2012, ignaro della cimice del Ros dei carabinieri – Ci stanno, come si dice, i vivi sopra e i morti sotto. E noi stiamo nel mezzo. Perchè ci sta un mondo, un Mondo di Mezzo, in cui tutti si incontrano. E tu dici: “Cazzo! Come è possibile che un domani io posso stare a cena con Berlusconi..”.
E invece, il Mondo di Mezzo è quello dove tutto si incontra. Tu stai lì. Non per una questione di ceto. Ma di merito.
Perchè anche la persona che sta nel Mondo di Sopra ha interesse che qualcuno del Mondo di Sotto gli faccia delle cose che non può fare nessuno. E quindi tutto si mischia..
«. Brugia è estasiato da tanta sapienza. E non è dato sapere se colga nell’affresco le reminiscenze di Tolkien e del suo “ Signore degli Anelli ”. Certo, strappa al Maestro un’ultima confidenza. «Sono cose che la gente non sa, non capisce. A me una volta mi fece una battuta il magistrato: “Ma lei la conosce la Teoria?” E io: “La conosco bene”. E lui: ”Lo so che lei la conosce molto bene”. Allora, io: “Dunque, le domande finiscono qui”. E lui: “Vada”»
TRE MONDI, UNA MAFIA
“ Il Mondo di Mezzo”, “ Il Mondo di Sopra”, “ il Mondo di sotto”, dunque.
Carminati, la Politica, la violenza di strada. In una sola parola, la Mafia. Che, nelle oltre 1.200 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del gip Flavia Costantini, diventa “Mafia Capitale”. «Fenomeno criminale originale e originario», chiosa il magistrato. Per Roma, una “prima volta”, almeno nella sua definizione giuridica.
Del Mondo di Mezzo, Carminati è il padrone. E non potrebbe essere altrimenti.
«Perchè sofisticata figura criminale». Perchè «preceduto e inseguito dal mito dell’impunità », figlia di «legami con appartenenti alle forze dell’ordine e dei Servizi». Perchè uomo cui non è necessario esercitare la violenza, ma semplicemente minacciarla, o anche solo evocarla.
Ora con spaventosi silenzi, ora con improvvise collere («A quello – si lascia andare – bisogna farlo urla’ come un’aquila sgozzata»).
Non fosse altro perchè porta con se l’epica nera della Banda della Magliana (che pure, in privato, liquida come la «storia di quattro cialtroni»).
Perchè vanta «di aver portato 4 milioni di euro in borsoni a tutto il Parlamento, Rifondazione compresa, per conto di Finmeccanica».
E perchè siede da “primus inter pares” al tavolo dei mammasantissima che a Roma trafficano da sempre.
I “napoletani” di Michele Senese, i calabresi, Cosa Nostra, gli incartapecoriti eredi delle ricchezze della Banda della Magliana (Ernesto Diotallevi ed Enrico Nicoletti), i Casamonica padroni di Roma- est.
Per dialogare con il Mondo di Sotto Carminati ha deciso che alla sua destra sieda un attempato camerata dei tempi andati, Riccardo Brugia, «che coordina le attività criminali, il recupero crediti» e «custodisce le armi».
Mitragliette e “Makarov calibro 9” silenziate («Quelle che fanno “clack” e che prima che se ne accorgono s’è già allagata la macchia di sangue»). Un tipo cui fanno corona Giovanni De Carlo, capobastone a Ponte Milvio, piuttosto che Roberto Lacopo, gestore del distributore Eni di corso Francia, “l’Ufficio” a cielo aperto di Carminati in quel di Roma nord.
Dove si danno ordini, si cambiano assegni a strozzo e si innesca la ferocia di tale Matteo Calvio e dei suoi mozza orecchi quando qualcuno prova a dire no, o ad alzare la cresta
Per fare del Mondo di Sopra un docile esecutore, ci sono invece Fabrizio Testa (già Destra sociale di Alemanno, quindi ex Enav e Technosky), Luigi Gramazio (consigliere regionale Pdl) e Salvatore Buzzi, gestore di una rete di “cooperative sociali” (la “Eriches 29 giugno”), una storia di sinistra alle spalle, una lontana esperienza in carcere (per omicidio) e un presente da traffichino. Il “lobbysta” in Campidoglio, diciamo così, il custode del “libro nero” in cui annota la contabilità della corruzione politica
I SOLDI AI PARTITI
Alla Mafia Capitale interessa infatti restare attaccati alla mammella della spesa pubblica, degli appalti nel settore dei rifiuti, dell’assistenza ai nomadi e ai minori, del verde pubblico. «In una logica rigidamente bipartisan», scrive il gip e secondo uno schema in cui «Mafia Capitale è un fiume carsico, che origina nella terra di mezzo, emerge in larghi tratti del mondo di sopra, inquinandolo, per poi reimmergersi».
E, del resto, con la politica, dove non può arrivare l’intimidazione, c’è sempre la corruzione.
Finchè dura Alemanno, il gioco è semplice. Dagli appalti alle nomine delle municipalizzate (l’Ama su tutte, dove il presidente, Franco Panzironi «è a disposizione »). Non fosse altro perchè nelle mani di Carminati è Riccardo Mancini, già tesoriere della campagna elettorale e della fondazione “Nuova Italia” dell’ex sindaco, nonchè ex ad di Eur spa, la società dal grande peso nelle commesse. Lo chiamano ora “er ciccione”, ora “il maialetto”, ora “er porcone”.
È un fatto che “stecchi” le tangenti che prende con Carminati.
E che quando finisce in carcere per le commesse di filobus della Breda, l’ordine che arriva sia secco: «Se deve tene’er cieco ar culo». Starsi zitto. Cosa che farà .
Nè i cambi di maggioranza sono un problema. Come, alla vigilia delle ultime elezioni comunali, dimostra lo sfogo di Buzzi: «Io pago tutti. Questo è il momento che paghi di più perchè stanno le elezioni. Poi per cinque anni, i miei non li paghi più. Quell’altri li paghi sempre a percentuale su quello che te fanno. E se punti sul cavallo sbagliato…
Mo’ c’ho quattro cavalli che corrono col Pd, poi con la Pdl ce ne ho tre e con Marchini c’ho rapporti con Luca (Odevaine, ex vice capo di gabinetto con la giunta Veltroni, quindi capo della polizia provinciale).
A Luca gli do 5 mila euro al mese. A un altro che mi tiene i rapporti con Zingaretti (il Presidente della Regione ndr), 2 mila e 500 al mese. 1.500 a quello che mi tiene i rapporti al comune, 10 mila al mese a un assessore.
“Mo’ siamo messi bene perchè con Marino siamo coperti, Alemanno coperti e con Marchini c’ho Luca che piglia i soldi e per questo non rompesse il cazzo».
E in effetti, nessuno “ha rotto il cazzo”. Fino a ieri. Con un solo sopravvissuto alla tempesta.
La vecchia conoscenza Gennaro Mokbel. Il gip ha deciso che resti libero.
Carlo Bonini
(da “La Repubblica”)
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