MARE NOSTRUM DUE: LA SOLUZIONE SAREBBE ARRETRARE LA LINEA DI INTERVENTO
SI LAVORA A UN’AZIONE CONGIUNTA CON SPAGNA, FRANCIA, GERMANIA E FINLANDIA, MA NON SI CAPISCE COSA CAMBIEREBBE DI FATTO
La svolta è ormai vicina. Le incomprensioni per Mare Nostrum, per l’immobilismo di Frontex, per l’accoglienza degli immigrati, per i silenzi sulle condanne per le stragi di innocenti.
Tutto questo non può vedere l’Italia divisa dall’Europa. È tempo di ritrovare una intesa. Presto potrebbe nascere Frontex bis o, se preferite, Mare Nostrum bis.
La fonte autorevole di Bruxelles pronuncia due parole: «pull factor». Che vuol dire «fattore di attrazione».
Un anno di incomprensioni, di silenzi, di semplici comunicati di solidarietà europea ogni volta che si è evitata una strage o si sono comunque raccolti corpi senza vita, e nulla più.
Ora qualcosa si sta muovendo tra Roma e Bruxelles. E non solo perchè questo semestre europeo è a presidenza italiana. A Varsavia, alla sede di Frontex, spiega la fonte della Commissione Ue, «l’Italia finalmente si è seduta a un tavolo tecnico per studiare i contenuti di una possibile intesa».
I termini dell’accordo che i governi europei dovrebbero fare propri dovrebbero essere questi: «Mercoledì il vostro ministro Alfano viene a Bruxelles per incontrare il commissario Malmstroem per discutere il da farsi. E nel Consiglio dei ministri dell’Interno di ottobre, l’Italia darà l’annuncio ufficiale che intende sospendere Mare Nostrum».
Nel merito le novità si annunciano corpose. Rivela la fonte della Commissione Ue: «L’annuncio di Alfano non significa che da un giorno all’altro il dispositivo di operazioni di soccorso in mare va in disarmo. Contemporaneamente la nuova Commissione e gli Stati membri, alcuni di essi, daranno vita a un Frontex bis».
Come è noto, Frontex, polizia di frontiera, non ha nei suoi compiti istituzionali le operazioni umanitarie.
Dispone di pochissime risorse tecniche ed economiche, meno di quanto l’Italia spende con Mare Nostrum.
«Il problema è che oggi i mezzi navali italiani – sintetizza la fonte della Commissione – operano quasi al limite dell’acque territoriali libiche.
Le organizzazioni che sfruttano il traffico di immigrati utilizzano quindi natanti poco attrezzati a fronteggiare una traversata: «Ma se il dispositivo di Mare Nostrum indietreggia al limite delle acque territoriali italiane e maltesi, i trafficanti dovranno rivedere le modalità e il numero dei viaggi».
Insomma la proposta che sta maturando a Varsavia è quella di costruire un diverso dispositivo di salvataggio, vedendo impegnati diversi Paesi.
«Potrebbe nascere intanto un Frontex dei Paesi europei rivieraschi, e cioè mezzi e uomini spagnoli, francesi e italiani. E poi Germania e Finlandia potrebbero contribuire anche loro all’operazione».
Fonti del ministero dell’Interno lasciano intendere che le possibilità di una intesa siano reali: «La nostra opzione rimane quella che Frontex subentri a Mare Nostrum. Ma se questa linea non dovesse passare, siamo pronti a valutare tutte le altre opzioni».
Guido Ruotolo
(da “La Stampa”)
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