MARINE LE PEN VERSO IL FLOP: TRA FAIDE INTERNE E SCANDALI, I SONDAGGI PREVEDONO NON VADA OLTRE 15 PARLAMENTARI SU 577
SONDAGGIO IPSOS-FRANCE TV: MACRON AL 31,5% CON OLTRE 400 DEPUTATI, REPUBBLICANI AL 22%, FN SOLO TERZO AL 18%
Dopo la sconfitta incassata da Marine Le Pen alle ultime presidenziali, il Front National (Fn) cerca di rimettere insieme i pezzi in vista delle elezioni legislative previste per l’11 e il 18 giugno.
Secondo un sondaggio condotto dall’istituto Ipsos/Sopra-Steria e pubblicato ieri da France Tèlèvisions, il Fn dovrebbe raccogliere il 18% delle preferenze, arrivando sul gradino più basso del podio, dopo i Rèpublicains (22%) e la Rèpublique en Marche, il partito del presidente Macron, che insieme ai centristi del Mouvement Democratique (MoDem) si dovrebbe attestare al 31,5%, ottenendo così la maggioranza all’Assemblea Nazionale con più di 400 deputati su 577.
Se queste previsioni si dovessero confermare, il Fn riuscirebbe a far entrare in Parlamento non più di 15 rappresentanti, il numero minimo per formare un gruppo parlamentare.
Una sconfitta annunciata, sintomo del malessere che in queste ultime settimane sta alimentando le tensioni tra le fila dei dirigenti.
L’estrema destra francese si è impantanata nella palude del dibattito interno, tra regolamenti di conti e attriti personali, incapace di ritrovare la via per uscire da un’impasse che rischia di affossare definitivamente il partito.
Nonostante Marine Le Pen abbia registrato al ballottaggio con Macron un risultato storico per il suo gruppo con il 33,9% delle preferenze (nel 2002, contro Jacques Chirac, il padre Jean-Marie arrivò solo al 18%), sono in molti a vedere il bicchiere mezzo vuoto, rimproverando alla candidata frontista alcuni punti del suo programma. La leader dell’estrema destra si ritrova così a dover gestire i tanti malumori che erano rimasti sopiti durante l’ultima campagna elettorale.
Dal 2011, anno in cui ha preso in mano le redini del partito succedendo al padre, la rappresentante frontista ha messo in piedi un’operazione di anti-demonizzazione volta a ripulire l’immagine del Fn, smussandone gli aspetti più estremi.
Una mossa strategica, che ha però scontentato i militanti della prima ora, che non hanno mai visto di buon occhio questo processo di normalizzazione.
Tra i punti più criticati c’è quello riguardante l’uscita dall’euro, uno dei cavalli di battaglia durante la corsa all’Eliseo, che però sembra non aver convinto una parte dei simpatizzanti.
Sono in molti, infatti, a richiedere il ritiro della proposta, puntando il dito contro Florian Philippot, vicepresidente del Fn e braccio destro di Marine Le Pen, principale fautore del progetto antieuropeista.
Candidato nella sesta circoscrizione della Moselle, a est della Francia, Philippot ha già minacciato di abbandonare il partito nel caso in cui venisse accolta la richiesta.
Una dichiarazione accompagnata dalla creazione di un’associazione denominata “I Patrioti” (“Les Patriotes” in francese), nata ufficialmente per “allargare la base” degli elettori, anche se risulta evidente il messaggio lanciato alla sua famiglia politica.
A questo si aggiunge poi l’uscita di scena di Marion-Marechal Le Pen, nipote di Marine e deputata nel dipartimento di Vaucluse, nel sud della Francia.
Data da molti come possibile erede della zia, lo scorso 9 maggio la più piccola del clan dei Le Pen ha annunciato il ritiro temporaneo dalla vita politica per dedicarsi alla famiglia e continuare la sua carriera nel settore privato.
Una scelta inaspettata, che ha spiazzato i tanti sostenitori pronti ad appoggiare un’eventuale candidatura alla presidenza del partito.
Con la sua linea liberal-conservatrice di stampo fortemente cattolico, Marion-Marechal incarnava la corrente più tradizionalista, vicina alle idee del nonno Jean-Marie e in totale opposizione con Philippot.
In un clima generale di smarrimento, Marine Le Pen in queste ultime settimane è rimasta in disparte, portando avanti una campagna di basso profilo, senza particolare entusiasmo. “E’ stremata” ha confidato la madre Pierrette al quotidiano Le Parisien pochi giorni fa, dicendosi preoccupata per la salute della figlia.
L’ultima tegola è arrivata ieri, quando Le Monde ha pubblicato un’inchiesta secondo la quale almeno 30 candidati alle legislative “hanno legami famigliari con altri dirigenti o esponenti del Front National”.
Una proporzione definita “eccezionale” dal quotidiano, che anche se non ha nulla di illegale getta una cattiva luce sull’organizzazione interna.
Per queste legislative, la presidente del Fn ha scelto di giocare in casa, presentando la candidatura nell’11ima circoscrizione del Pas-de-Calais, nel nord della Francia.
Un terreno a lei favorevole, dove aveva raccolto il 58,17% dei voti al secondo turno delle ultime elezioni.
Anche se per il momento la sua leadership non è messa in discussione, dopo queste elezioni la leader frontista sarà costretta a ridefinire il partito su una linea politica stabile per ripartire in vista delle elezioni europee del 2019.
Intanto, l’unica strategia da attuare è quella difensiva, cercando di limitare i danni che potrebbero provocare le imminenti legislative.
(da “Huffingtonpost”)
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