MARINO SFIDA RENZI E RITIRA LE DIMISSIONI: ORFINI RESTA CON IL CERINO IN MANO
ORA VEDIAMO SE RIESCE A TROVARE 25 CONSIGLIERI CHE SI DIMETTANO SAPENDO CHE MOLTI DI LORO NON VERRANNO RIELETTI… E RENZI TORNERA’ DA CUBA E LO TROVERA’ ANCORA AL SUO POSTO
Sul Campidoglio lo scontro diventa frontale.
Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha infatti ritirato le dimissioni che aveva presentato il 12 ottobre al culmine della polemica su scontrini e rimborsi di pranzi e cene.
Ma la questione ora è diventata tutta politica.
La mossa di Marino, che era nell’aria ormai da giorni, è una sfida aperta al proprio partito che gli ha ritirato la fiducia ormai da diverse settimane e in particolare al segretario e presidente del Consiglio Matteo Renzi.
La scadenza dei 20 giorni per ritirare le dimissioni sarebbe caduta al 2 novembre.
La decisione di Marino arriva quasi in contemporanea, infatti, con la richiesta del presidente del Pd e commissario cittadino del partito Matteo Orfini che — con piene deleghe di Renzi — ha chiesto ai consiglieri comunali di rimettere il mandato in modo da far decadere l’Assemblea capitolina e quindi il primo cittadino.
Una mossa per “togliere ossigeno” all’ipotesi di ritiro delle dimissioni di Marino che però ora da ipotesi è diventata realtà .
Tra i consiglieri presenti all’incontro con Orfini la presidente del consiglio comunale Valeria Baglio, Orlando Corsetti, Cecilia Fannunza, Michela Di Biase, Valentina Grippo, Giovanni Paris, Giulia Tempesta, Daniela Tiburzi e il consigliere di Centro Democratico Daniele Parrucci.
Il vertice tra Orfini e consiglieri democratici arriva all’indomani dell’incontro, avvenuto a casa del vicesindaco uscente Marco Causi, tra il primo cittadino e lo stesso Orfini. Un faccia a faccia non risolutivo e in qualche tratto drammatico.
Per far decadere il sindaco, tuttavia, non bastano i 19 consiglieri del Pd (che con l’esponente di Centro democratico diventano 20), ma bisogna arrivare a 25 quindi bisognerebbe che si aggiungessero anche rappresentanti di Sel e delle opposizioni, mentre è improbabile che questa scelta venga fatta dai 5 consiglieri eletti con la Lista Marino.
Ma anche i vendoliani non sembrano convinti: “Marino ha il dovere di andare in Aula a fare le sue comunicazioni in base alla scelta che ha fatto — ha detto il segretario cittadino, l’ex parlamentare Paolo Cento — È un’idea di buonsenso e non comprendo perchè il Pd non percorra una strada democratica di trasparenza per la città ”.
Anzi, secondo il capogruppo di Sel Gianluca Peciola, “il Pd e le altre forze politiche si stanno prendendo una responsabilità importante perchè di fatto è una sfiducia che avviene ad opera di un intervento del governo e di Renzi per motivi che hanno a che fare con la gestione politica del Giubileo, perchè Marino non è politicamente controllabile”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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