“MATTEO, SE HAI BISOGNO IO CI SONO”: NAZARENO D’AMORE
BERLUSCONI TORNA A PALAZZO CHIGI E LA FA DA PADRONE…. EUFORIA IN FORZA ITALIA: “È ANDATA BENISSIMO”
La migliore offerta cade nel momento più drammatico per il governo di Matteo Renzi. Berlusconi esce alle dieci e cinquanta da Palazzo Chigi e cinque minuti dopo le agenzie battono la notizia che l’Italia è in recessione tecnica.
Lo spettro della troika aleggia e il premier sta ancora masticando, mentalmente, parole e consigli di Silvio Berlusconi. “Matteo se hai bisogno, io ci sono”.
L’ex Cavaliere sembra un anziano padre (non papi) preoccupato per le sorti del figlio: “Matteo stai attento all’Europa, non dimenticare quello che mi è successo con la scusa dello spread”.
E ieri lo spread è tornato a schizzare, nel mercoledì più nero del giovane premier. Che da B. ha ricevuto anche una lezione di politica estera, dalla Libia a “Putin è bravissimo”.
Tre ore di colloquio Presenti Letta zio e Verdini
Silvio arriva nel palazzo del governo, in piazza Colonna, alle otto del mattino. Prima colazione da Renzi. Ha il viso stanco e non è truccato come al solito.
È scortato da altri due depositari del patto segreto del Nazareno, sottoscritto nel gennaio scorso.
L’inquisito Denis Verdini, peraltro sotto processo per il crac da 100 milioni di euro della sua banca, e Gianni Letta, riferimento di cricche e faccendieri.
I tre sono una sorta di scatola nera del berlusconismo. Ad aspettare la delegazione di B. ci sono Renzi, ovviamente, Lorenzo Guerini e Luca Lotti, quest’ultimo lo sherpa del giglio magico che ha trattato con Verdini le modifiche all’Italicum in salsa toscana.
Ufficialmente, infatti, si parla della riforma elettorale. Ma quasi tre ore di colloquio sono un po’ troppe per soglie, preferenze e capilista bloccati, senza offesa per l’importanza dell’Italicum.
Legge elettorale, nodo preferenze
Paradossalmente è proprio sul Toscanum che si registra l’unico momento di freddezza. “Matteo deve essere chiaro che questo è un patto a due, tutto il resto deve essere una nostra concessione”.
Evidente il riferimento allo scissionista Angelino Alfano che reclama uno strapuntino nel patto del Nazareno. Su premio di maggioranza (al 40 percento) e abbassamento della soglia al 4 per cento per i partiti coalizzati non ci sono preclusioni, il nodo sono le preferenze e questo è il motivo per aggiornarsi a settembre, alla ripresa.
A questo punto, però, è utile precisare che le varie questioni (riforme, Italicum, giustizia, finanche l’economia) sono un corollario dell’incontro tra i due.
La stampella azzurra che Berlusconi offre è quasi a prescindere.
La migliore offerta . Due uomini al comando
Ecco cosa racconta un forzista che ha parlato con B. dopo il vertice: “I due si amano, c’è poco da fare, è questo quello che conta. Berlusconi farà andare avanti il governo anche stando comodamente all’opposizione. Ormai è un gioco tra loro due contro gli altri”.
Un gioco di sponda anche per rintuzzare i pezzi di poteri forti che “oggi lavorano contro di te, come ieri hanno lavorato contro di me”.
È questa la chiave per decifrare la migliore offerta di Berlusconi. Perchè se i due si amano, allora l’amore s’offre e soffre.
Precisato questo, il resto è un’agenda da concordare quotidianamente. La disponibilità di B. non avrà una formula precisa da Prima Repubblica. Sta lì ed è da riempire di contenuti e voti in Parlamento, ma non di ministri nuovi nel governo (anche se dentro Forza Italia sono in molti ad aspirare già ) e si misurerà su fisco e lavoro, senza dimenticare la giustizia.
I cavalli di battaglia del centrodestra sono noti: le odiate tasse sulla casa, l’articolo 18, la responsabilità civile dei magistrati e il bavaglio alle intercettazioni.
Sintesi di Denis Verdini al telefono coi suoi: “È andata benissimo”.
Il giretto sottobraccio senza testimoni
Poi è successo di nuovo, come già al Nazareno, nella sede nazionale del Pd a Roma, il 18 gennaio scorso. È successo di nuovo che i due sono rimasti da soli, senza testimoni. “Silvio facciamo un giro per l’appartamento”.
Il giovane “figlio” ha preso con rispetto il braccio dell’anziano “padre” e si sono allontanati dai quattro testimoni, Verdini e Letta, Guerini e Lotti.
Le parti indicibili del patto, quelle più delicate, sono venute di nuovo fuori. Dalla successione a Giorgio Napolitano al conflitto d’interessi del Condannato.
“I due si amano”.
Non è un’esagerazione. Anche dentro Ncd la pensano allo stesso modo, aggiungendo: “I due si amano, se non fosse per i rispettivi partiti sarebbero già insieme al governo”. In questa fase incerta e tragica non farà mancare sostegno e consigli al giovane “Matteo”.
Il patto del Nazareno sta diventando sempre più un incubo.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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