MELONI E LA RUSSA COMIZIO BLINDATO A GENOVA TRA FISCHI E SOLO 40 PRESENTI
NESSUN INCIDENTE, MA IL FLOP PESA E DOVREBBE FAR RIFLETTERE, LE IMITAZIONI NON PAGANO
Piazza Banchi blindata dalla polizia, una quarantina di sostenitori e per il resto fischi e boati.
Si è consumato così il comizio elettorale di Giorgia Meloni, leader nazionale di Fratelli d’Italia, con Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa e deputato dello stesso partito, che hanno scelto piazza Banchi, nel cuore del centro storico, per lanciare l’ultima volata al candidato presidente della sua coalizione, Giovanni Toti.
“Non ci sono piazze difficili se guardiamo la gente negli occhi – dice Meloni – questi che fischiano sono quattro scemi dei centri sociali “.
Sull’esito delle urne, Meloni non ha dubbi: “Sono ottimista. Pensiamo che si possa vincere contro la falsa sinistra della Paita, con un buon risultato anche per Fratelli d’Italia che non ha mai ammiccato ai governi di sinistra, mai fatto parte del Nazareno”.
I ragazzi dei centri sociali premono contro il cordone di sicurezza, anzi ci giocano pure, spuntando a intermittenza da vicoli sempre diversi e facendo correre gli agenti in tenuta antisommossa, ma mai tentando lo sfondamento.
I fischi più sonori, la contestazione più viscerale arriva proprio dalla piazza, dagli abitanti del centro storico che si sono ritrovati bloccati dal comizio in piazza Banchi o che hanno deciso di andare con i fischietti sotto il palco.
Meloni riesce dove prima Gianni Plinio, e poi La Russa e Giovanni Toti non ce la fanno: non riescono a sovrastare, con la loro voce, fischi e boati.
Da fuori e da dentro la piazza.
A proposito di tolleranza, Giovanni Toti proclama “Da lunedì non tollereremo più che in una piazza del centro storico qualcuno non possa esprimere la propria idea senza un cordone di polizia intorno”.
Michela Bompani
(da “La Repubbica”)
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