MIGLIAIA DI CIRCOLI, POCHI VOTI: VELENI E SOSPETTI NELL’NCD CAMPANO
SCATTA L’INDAGINE INTERNA, POSSIBILI FALDI NELLA COSTITUZIONE DEI CIRCOLI DELLA CAMPANIA PER OTTENERE PIU’ DELEGATI IN ASSEMBLEA NAZIONALE
Migliaia di circoli sul territorio, molti voti in meno nelle urne.
È un vero e proprio «giallo» quello che sta investendo i vertici campani del Nuovo Centrodestra, frutto di una serie di anomalie nella registrazione dei«club» che avrebbero spinto i proibiviri del partito a «indagare» su quanto avvenuto nei dintorni di Napoli.
I fatti.
Dai tabulati in mano ai vertici del Nuovo Centrodestra, risulta che tra gli oltre duemila circoli fondati in Campania negli ultimi mesi ve ne siano alcune centinaia che fanno riferimento a un unico indirizzo mail e, in molti casi, anche a uno stesso numero telefonico.
Il chè farebbe presupporre che, lungi dall’essere frutto di iniziative «spontanee» di militanti, la nascita delle varie associazioni sia stata in qualche modo favorita dall’alto da un’unica mano.
Non finisce qui, perchè da un screening effettuato dal partito, in diverse città il partito ha raccolto alle Europee meno voti di quanti sarebbero i tesserati dei club.
I casi sono diversi. Il più eclatante riguarda Castellammare di Stabia, nel napoletano, dove sono sorti ben 144 circoli del Nuovo Centrodestra.
Considerando che il minimo di iscritti per creare un club era di dieci persone, si possono calcolare per difetto almeno 1.440 aderenti.
Peccato, però, che il 25 maggio a votare per la lista Ncd-Udc siano stati solamente 951 elettori.
Ma la circostanza si è verificata anche altrove. A Caiazzo (Caserta), ad esempio, dove a fronte di un minimo di 60 iscritti le preferenze per il listone centrista sono state 55.
A Ruviano (Caserta) i sette circoli (minimo 70 iscritti) hanno fruttato appena 20 voti, a Dragona (Caserta) i tre circoli si sono tramutati in appena 12 voti.
Ci sono poi i Comuni nei quali i voti delle Europee sono stati solo di poco superiori al numero dei tesserati.
A Napoli, ad esempio, dove risulta un minimo di 7.900 iscritti, la lista Ncd-Udc ha raccolto 10.407 voti. Dei quali, però, oltre mille sono andati a Lorenzo Cesa, che esprimeva l’ala Udc del rassemblement.
A confermare le anomalie, come detto, il fatto che centinaia di circoli abbiamo come riferimento un’unica mail: segre- teriacircolincd@gmail.com.
E che in molti casi sia indicato sempre lo stesso numero di telefono.
Allertati da tutte queste anomalie, i proibiviri del partito Nico D’Ascola, Luigi Compagna e Giuseppe Marinello avrebbero avviato una serie di indagini ascoltando primariamente il coordinatore regionale Gioacchino Alfano e quello di Napoli Raffaele Calabrò.
Lo stesso Gioacchino Alfano non ha smentito l’indagine interna: «In realtà – ha spiegato a Il Tempo – noi avevamo previsto un sistema di validazione dei circoli proprio per assicurarci che tutti fossero nati spontaneamente. Chi si dovesse essere mosso per creare blocchi di “club” sicuramente ha sbagliato. Ora bisogna attivarsi per mettere sui binari giusti un partito che ha l’ambizione di essere radicato sul territorio».
L’operazione club, peraltro, è stata una boccata d’ossigeno per le casse del partito.
Ogni presidente di circolo, infatti, deve versare 60 euro, ai quali andavano aggiunti 10 euro per ogni iscritto (almeno altri 9). In tutto fanno 150 euro.
Un migliaio di circoli, quindi, procurano alle casse dell’Ncd 150mila euro.
Grazie alla proliferazione di club, peraltro, la Campania nell’assemblea costituente del partito, tenutasi lo scorso aprile a Roma, ha potuto vantare 1.500 delegati.
Con il risultato di vedersi attribuire ben 53 seggi in seno all’assemblea nazionale.
Tra i più attivi in Campania nel favorire la nascita dei circoli è segnalato l’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, Severino Nappi. Che, anche in base all’impegno profuso nel radicamento del partito, ora starebbe chiedendo a gran voce il posto di sottosegretario alle Infrastrutture lasciato libero da Antonio Gentile.
Non è l’unico caso che in questi giorni sta scuotendo il partito in Campania.
Ieri, infatti, è esplosa la grana Pietro Langella.
Il senatore ex Gal, infatti, appena comunicato il suo passaggio all’Ncd, è stato nominato coordinatore provinciale di Napoli e vicario regionale.
Langella, però, è il figlio di Giovanni «paglietta», leader dell’omonimo clan, trucidato in un bar da un commando armato di mitragliette e fucili a pompa il 2 ottobre 1991.
Come se non bastasse, come ha ricostruito il Fatto Quotidiano , il consiglio comunale di Boscoreale, quando era presieduto dal senatore Langella, fu sciolto per infiltrazioni camorristiche.
Non proprio un buon biglietto da visita per un partito che ha come leader l’attuale ministro dell’Interno Angelino Alfano.
La nomina, peraltro, sarebbe stata calata dall’alto e questo non sarebbe stato gradito da molti esponenti locali.
Anche per arginare queste polemiche, il coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello ha incontrato ieri Gioacchino Alfano e ha fissato, per venerdì prossimo nella sede Ncd a Napoli, un tavolo sul «caso Campania»: vi prenderanno parte lo stesso Quagliariello, il capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo e il responsabile nazionale Enti locali Dore Misuraca, che incontreranno i parlamentari, i consiglieri e gli assessori regionali e i consiglieri comunali dei capoluoghi della regione.
«Fino a quel momento – è stato comunicato – nessun incarico può ritenersi formalizzato». Nella nota non manca un accenno ai circoli: nell’incontro si discuterà , è scritto, «in merito alla strutturazione provvisoria del partito in attesa della registrazione dei circoli e della convalida delle adesioni personali».
Operazioni sulle quali, ora, si attende l’esito dell’indagine interna.
Carlantonio Solimene
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