MOLESTATORI A CASA LORO: DIECI BARISTE A BERGAMO DENUNCIANO MOBBING E MOLESTIE SESSUALI DEI TITOLARI
IN PADAGNA CAMERIERE OBBLIGATE A SOTTOSTARE A RICATTI E VIOLENZE PER CONSERVARE IL POSTO DI LAVORO
Dieci donne dipendenti di un bar del centro di Bergamo abbandonano il posto di lavoro a causa del clima di “intimidazioni, insulti e minacce, che ha portato a un episodio di violenza sessuale e a due aggressioni”: la notizia è stata diffusa dalla Fisascat (Federazione italiana sindacato addetti servizi commerciali affini turismo) Cisl bergamasca, che dallo scorso luglio ha raccolto le testimonianze delle lavoratrici e ora ha presentato un esposto alla procura di Bergamo.
“Il tutto ha avuto inizio nel mese di aprile, quando il locale ha cambiato gestione. Da subito le donne che vi lavoravano hanno avvertito un clima ostile, tant’è vero che alcune di loro si sono subito dimesse. Sono venute da noi a luglio, quando una di loro è stata vittima di molestie da parte di un suo superiore e quando l’ha detto ai titolari è stata lei a subire una contestazione disciplinare per aver tentato di reagire – spiega Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Cisl Bergamo – Quando poi i proprietari del bar hanno saputo che le dipendenti si erano rivolte al sindacato, altre due donne hanno subito aggressioni. A una di loro è stato addirittura strappato il cellulare perchè evidentemente temevano di essere stati registrati mentre la minacciavano”.
A questo punto il sindacato ha deciso di reagire con l’esposto “che raccoglie e rafforza le tre denunce, quella per violenza sessuale e le due per aggressione. Abbiamo anche indetto uno sciopero di 20 giorni, al termine del quale – continua Citerio – nessuna delle dipendenti è voluta tornare sul posto di lavoro. Per ora non abbiamo divulgato il nome del locale perchè alcune di queste lavoratrici sono ora in malattia, ed essendo ancora formalmente dipendenti, temono ritorsioni. Dai titolari non c’è stata alcuna apertura. Si sono limitati ad assumere nuovo personale, dato che erano rimasti con i soli tre dipendenti maschi”.
Fisascat Cisl ha deciso di rendere pubblica la vicenda, su cui le indagini sono attualmente in corso, “perchè nel nostro settore purtroppo accade ancora troppo spesso che donne impiegate in posizioni subordinate e quindi deboli, come lavapiatti e cameriere, siano obbligate a sottostare a ricatti e violenze per conservare il posto di lavoro. Vogliamo incoraggiarle invece a denunciare”.
(da agenzie)
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