NAPOLITANO PRONTO AL SECONDO GIRO
NUMERI CERTI O IL CAPO DELLO STATO NEGHERA’ L’OK FINALE
E adesso, se come tutto lascia immaginare Bersani nel pomeriggio si presenta al Colle senza una maggioranza, Giorgio Napolitano lo fermerà : niente numeri certi, dunque nessun altro passaggio successivo in Parlamento.
Non può affrontare il rischio di un naufragio sulla fiducia, privo di quel «sostegno parlamentare certo nelle due Camere» che gli aveva chiesto il presidente della Repubblica.
Ma proprio dal rapporto-consultazioni che il leader pd metterà sulla sua scrivania, il capo dello Stato pensa di prendere le mosse per il suo passo successivo.
L’obiettivo del Colle è di avviare un nuovo tentativo per dare un governo un paese, provare con un altro incarico.
E tuttavia nelle intenzioni del capo dello Stato proprio dal presidente pre-incaricato, prima di abbandonare la missione, potrebbe arrivare un’indicazione sul percorso e sul nome o la rosa di nomi giusti per provarci ancora.
Un gesto di responsabilità , e anche di altruismo politico, da parte di Bersani ma anche un modo per rimettere nelle mani del partito di maggioranza relativa il “pallino” delle trattative.
Ed evitare, così, contraccolpi e spaccature fra i democratici.
Verrà dal segretario questa investitura di un suo successore nella missione Palazzo Chigi, oppure Bersani getterà la spugna spiegando al capo dello Stato che non c’è spazio per nuove esplorazioni e che non resta che pensare alle elezioni anticipate?
Dalla risposta, dipendono mosse e calendario di Napolitano nei prossimi giorni.
Se Bersani “candida” dopo di sè un uomo del Pd (Enrico Letta? Matteo Renzi?), si apre la strada per un nuovo tentativo politico.
Ma con un segno diverso: quello di una grande coalizione.
Sei giorni fa, prima ancora di affidare il pre-incarico, Napolitano aveva insistito «sulla necessità di larghe intese, a complemento del processo di formazione del governo che potrebbe concludersi anche entro ambiti più caratterizzati e ristretti».
Quella strategia del doppio binario, osservano dal Colle, qualche passo avanti l’ha fatta, sulle riforme le convergenze sono arrivate.
E anche sul programma, sui punti presentati dal Pd, sono venuti dei sì dal centrodestra, e anche dai grillini.
Spiragli insomma si sono aperti, lo scoglio resta la fiducia.
E la trattativa sul nuovo inquilino del Colle, strettamente intrecciata alla questione governo, arenata in un muro contro muro.
Non mancano pericoli in questo scenario post-Bersani, col Pd che rischia di spaccarsi fra l’ala che insiste sul governo e la sinistra interna che pensa al voto anticipato.
Si tratta di un cammino tuttavia che il capo dello Stato può anche perseguire mettendo mano alla fatidica ipotesi B: il governo del presidente, centrato su un paio di obiettivi: crisi economica e riforma elettorale.
A tempo, un anno, per arrivare alle elezioni anticipate nella primavera prossima (magari insieme alle Europee).
I nomi in campo vanno dal presidente del Senato Grasso (che avrebbe però perso quota) al ministro Cancellieri, passando per Rodotà e Zagrebelsky (ma nel caso di un’apertura ai 5Stelle).
Cercando, in ogni caso, di far presto.
Napolitano, chiuso il tentativo Bersani, potrebbe far partire a ridosso di Pasqua un suo nuovo giro di consultazioni o magari affidare direttamente nelle mani del nuovo incaricato il giro di colloqui con i partiti.
A patto però di aver qualche garanzia che non si bruci anche questa avventura. Difficilmente ci sarebbe un terzo tentativo.
E a quel punto Napolitano potrebbe anche dimettersi qualche giorno prima, e affidare al successore la carta delle elezioni anticipate.
Umberto Rosso
(da “La Repubblica“)
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