NCD NELLA BUFERA, MOLTI CHIEDONO AD ALFANO DI LASCIARE IL VIMINALE PER PENSARE AL PARTITO
PREOCCUPAZIONE PER LE REGIONALI
“Angelino, lascia il Viminale e pensa al partito”. Soprattutto adesso che si avvicinano le elezioni regionali.
È la richiesta che arriva, in modo più o meno velato, da tanti di Ncd al segretario.
Il ritiro di Alfano, dal ministero più pesante che ci sia, sarebbe un passo indietro doloroso, per farne due avanti, che i maggiorenti del partito non hanno in certi casi il coraggio di domandare direttamente a lui, ma caldeggiano tra loro nelle conversazioni agitate di queste ore, in seguito al Ground Zero del centrodestra in tutte le sue articolazioni.
Angelino Alfano però non sembra voler lasciare l’incarico di Governo: “Ora faremo sentire forte la nostra voce all’interno del governo, a partire dalla riforma delle popolari e i decreti sul Jobs Act” dice in un’intervista al Tg1.
“Ho deciso io di votare Mattarella come presidente della Repubblica. Sono convinto di aver fatto bene anche se questo ha creato malumori nel mio partito. Io non tratterrò nessuno come non ho costretto nessuno a venire, chi ci sta ci sta”.
Ed ancora: “Noi al governo ci rimaniamo per affrontare le nostre battaglie”.
Il cambio di rotta repentino di Alfano nella partita del Colle e l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale hanno fatto dunque esplodere il Nuovo centrodestra, diviso tra chi non vuole morire renziano, chi vuole tornare con Silvio Berlusconi e chi invece vuole restare nella terra di mezzo ma non capisce bene come, con chi e fino a quando. In Ncd adesso si è tutti contro tutti.
Lasciare il Viminale, ma non il governo, e sostituire Alfano in quel ruolo con qualcuno di area centrista, sarebbe la risorsa con cui Ncd spera di recuperare forza agli occhi di Renzi tramite il potenziamento vero di un partito che adesso deve affrontare le elezioni regionali e che soltanto l’azione diretta di un segretario impegnato a tempo pieno potrebbe mettere o rimettere in piedi
In questo contesto c’è anche chi vorrebbe lasciare l’esecutivo – in seguito all’asse con Sel nella scelta del Capo dello Stato- per giocare meglio la partita sui territori.
Dove però rimane il dubbio amletico di sempre: Come conciliare la presenza nel governo di Renzi con la voglia di correre con il centrodestra sui territori?
Il risultato, nel day after l’elezione di Matrarella, è che Ncd non ha più il capogruppo dei senatori, perchè Maurizio Sacconi si è dimesso, e neanche un portavoce dal momento che Barbara Saltamartini ha lasciato l’incarico, probabilmente per traslocare nella Lega Nord, con Salvini che la attende a braccia aperte.
Venerdì sera, quando le agenzie iniziavano a lanciare la notizia che Ncd avrebbe votato per il giudice costituzionale proposto da Renzi per il Quirinale, le urla provenienti dalla sala dove gli alfaniani si sono visti – salvo poi far slittare l’incontro alla mattina dopo – si sentivano nei corridoi circostanti.
Roberto Formigoni e Carlo Giovanardi, tra gli altri, avrebbero manifestato apertamente la loro insofferenza per l’atteggiamento di Matteo Renzi, che ha proposto un nome senza cercare il dialogo con gli alleati di governo, forte del sostegno di Sel. In particolare, l’ex governatore lombardo, chiede una verifica di governo perchè “i rapporti con questo esecutivo non vanno bene e questo lo dimostra non soltanto il caso Mattarella ma anche cosa è successo sulla cosiddetta norma salva Berlusconi, sui decreti per le banche popolari e sul Jobs act”.
Anche Fabrizio Cicchitto chiede di “aprire una riflessione” sia sul governo sia sul partito.
“Premesso che io ritengo la leadership di Alfano fondamentale per l’aggregazione di Area popolare e per la ricostruzione del centrodestra – dice – va aperta una riflessione sui suoi ruoli. Si pone l’esigenza che Alfano possa esercitare pienamente la sua leadership”.
A chi chiede una verifica di governo, il premier però ha risposto che non ci sarà : “È roba da prima Repubblica”.
Nunzia De Girolamo, presidente dei deputati di Ncd, ha espresso i suoi malumori per il cambio di linea nella partita del Colle e in un tweet precisa che non sta valutando le dimissioni da partito ma chiede “al centrodestra un sussulto di dignità “.
Quella dignità che secondo i malpancisti non si è dimostrata per l’elezione del presidente della Repubblica.
Ora tocca alle elezioni regionali di cui si sente il peso.
In Campania alcuni di Ncd vorrebbero correre con il Pd, altri invece con Stefano Caldoro dunque con Forza Italia, e altri ancora come Area popolare da soli.
Su Milano il discorso è ancora più complicato.
Maurizio Lupi, secondo quanto viene raccontato in ambienti di Ncd, vorrebbe essere il candidato sindaco. Ma con quali alleati?
Forza Italia è necessaria, ma i berlusconiani stanno tentando il dialogo con la Lega Nord, su cui buona parte degli alfaniani mette il veto.
In più trattare sulle alleanze nei territori, da una posizione di governo, risulta più complicato
Da domani inizieranno le riunioni tra i parlamentari di Area popolare, con un confronto che sarà molto “duro”, come lo definisce Formigoni.
E bisognerà scegliere anche il nuovo capogruppo al Senato.
Tra i nomi che circolano c’è quello di Renato Schifani.
Ma anche su questo non mancano le difficoltà interne.
(da “Huffingtonpost“)
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