NEL NAZARENO SCATTA L’ORA DEL TERRORE
VERDINI E LOTTI ALL’OPERA PER IL CONTROLLO DEL VOTO
Nel Nazareno, inteso come patto del Nazareno, è scattata l’ora del terrore. Del “controllo” totale dei parlamentari.
Quando, due giorni fa, Raffaele Fitto ha convocato la sua la conferenza stampa, ha chiesto ai suoi di essere presenti in sala: “Fatevi vedere — ha spiegato a chi lo chiamava — perchè dobbiamo dire ‘eccoci”, metterci la faccia di fronte alle pressioni che stiamo ricevendo. Vogliono farci rientrare con le buone e con le cattive”.
Più di un parlamentare gli ha raccontato che Denis Verdini si è rimesso a lavorare per portare deputati alla Causa, come ai tempi delle grandi conte per far cadere governi o compensare scissioni interni.
Dall’operazione Sergio De Gregorio a quella “responsabili” con Razzi e Scilipoti.
Un lavoro che terminerà con la compilazione di una “Nazareno’s list”, così è stata ribattezzata dagli oppositori, frutto dell’incrocio dei dati di Verdini e quelli di Luca Lotti, il braccio destro del premier incaricato a compilare l’elenco dei buoni e dei cattivi.
Nel Palazzo in molti hanno visto la sua mano dietro la pubblicazione, sul Foglio, di “una lista importante che gira a palazzo Chigi, piena di numeri, di appunti, di calcoli su quella che sarà la sfida delle sfide, l’elezione del presidente della Repubblica”.
Verdini e Lotti si incontreranno lunedì mattina ed è l’appuntamento nell’ambito della trattativa tra Renzi e Berlusconi.
Perchè consentirà ai due, quando si incontreranno il giorno successivo nella sede del Pd, di identificare il candidato e la strategia — eleggerlo alla prima o quarta votazione — in base a numeri certi.
Ecco perchè in queste ore si è intensificata la caccia all’incerto, all’opportunista, al timoroso.
Sul Fatto, in un articolo di Fabrizio D’Esposito, è riportato lo sfogo di un parlamentare dem, a proposito di come avviene il controllo del voto: “Il premier scatenerà l’Armageddon minacciando le elezioni anticipate se non votiamo il presidente del Nazareno. E a chi verrà comprato di noi, con la promessa di una ricandidatura, sarà chiesta la prova di fedeltà ”.
Sempre secondo il Fatto, la prova di fedeltà sarebbe uno scatto del voto col telefonino, nel segreto dell’urna presidenziale.
Sia come sia è chiaro che il timore di molti è che la lista di “sicuri”, in “bilico”, “persi” sul Quirinale coincida con le prossime liste elettorali: sicuramente candidati, in bilico, fuori dalle liste.
Insomma, l’aria è pesante. P
ier Luigi Bersani è tornato a casa per il week end. Ma il suo telefono è bollente: “Al momento — ha detto a uno dei suoi — non vedo da Renzi segnali di apertura reale”.
Al netto delle rassicurazioni a parole (“Si partirà dal Pd”), nei fatti l’interlocuzione fondamentale resta con Berlusconi.
E l’ex segretario del Pd si è convinto che “Matteo” non ha cambiato lo schema originario: un Avatar al Quirinale da eleggere con Berlusconi, in cambio della “salva-Silvio”.
Non è un caso che l’incontro con Berlusconi, martedì, è stato fissato alle sette di sera, quanto il voto al Senato sull’Italicum sarà terminato.
Significa che Berlusconi non ha intenzione di alzare la posta neanche un po’ usando il suo potere negoziale sul Senato. E che c’è quella “profonda sintonia” sbocciata anche all’incontro di un anno fa.
L’Avatar può essere anche del Pd. L’importante è che sia Avatar. Anzi starebbe proprio qui la malizia dell’operazione.
Ci sono dei nomi che si prestano al tempo stesso a non “oscurare” il manovratore e a dire, alla minoranza: “Come fate a dire no?”.
I nomi in questione, sono: Graziano Delrio, Paolo Gentiloni, Sergio Chiamparino, Piercarlo Padoan. Soprattutto Graziano Delrio. Stimato nel Pd, mite, ottimi rapporti con sindaci e autonomie (ovvero i componenti del nuovo Senato) compirà 55 anni ad aprile. È uno spot perfetto: il più giovane presidente della Repubblica italiana nell’era del più giovane presidente del Consiglio.
Per lo spot serve la sicurezza dei numeri.
Al momento i voti sicuri di Forza Italia, su 130 grandi elettori, sono un’ottantina. Dentro il Pd, secondo il Foglio, i voti sicuri sono 275 voti sicuri, 99 a rischio, 41 persi.
Sulla carta la platea elettorale del “patto del Nazareno” è di 758 grandi elettori.
Per affossarla sono necessari 253 franchi tiratori. Senza il recupero dei “parlamentari a rischio” ci sono.
L’ora del terrore è scattata: “Controllate i parlamentari”.
(da “Huffingtonpost“)
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