NIENTE CERVELLO, SIAMO INGLESI: NON SANNO NEANCHE CHE A PORTO VIRO, SULLA PIATTAFORMA DEL RIGASSIFICATORE, LAVORANO 100 OPERAI INGLESI DELLA EXXON MOBIL
DA DUE ANNI GLI STESSI OPERAI DELLA IREM, CONTESTATA IN GRAN BRETAGNA, DIVIDONO LAVORO, VITTO E ALLOGGIO CON 100 LAVORATORI INGLESI… PING PONG, PARTITE A CARTE E FRECCETTE NEL TEMPO LIBERO, ITALIANI E INGLESI INSIEME… ECCO COSA VUOL DIRE ESSERE ITALIANI: ACCOGLIENZA E UMANITA’ (LEGA A PARTE)
Scrive il grande autore latino americano Mario Vargas Llosa: “Solo lentamente stiamo imparando che la ricchezza non deriva dall’innalzare barriere, ma dal cancellarle. La ricchezza di una nazione nasce dall’andar fuori nel mondo a conquistare mercati e al tempo stesso a catturare tecnologie, capitali e idee che il mondo ci può offrire”.
Purtroppo non tutti sono dotati di un’apertura mentale sufficiente a “cavalcare” i tempi che cambiano: il caso dei sindacati inglesi che vogliono cacciare gli operai italiani dell’Irem da Grimsby perchè “porterebbero via lavoro agli inglesi” ne è un patetico esempio.
Abbiamo già scritto sulla vicenda, precisando che la ditta siciliana è una delle prime quattro al mondo nel suo settore, che i lavori richiedevano una competenza specifica che solo la Irem possiede e che nessun operaio inglese è stato licenziato, quindi il problema non esiste proprio.
Ora vogliamo invece informare i sindacati britannici che in Italia abbiamo un altro concetto dell’accoglienza e della socialità : la prova sta al largo di Porto Viro (Rovigo), a bordo della piattaforma del rigassificatore offshore che si sta costruendo in Adriatico, lavori ai quali partecipa anche in questo caso la Irem. Accanto a loro, lavorano circa 100 operai specializzati inglesi della ExxonMobil che si mescolano ai tanti altri lavoratori di varie imprese, ciascuna cura i vari aspetti dell’impianto.
Da due anni italiani e inglesi lavorano fianco a fianco, dormono nelle stesse cabine, dividono i pasti in questo strano hotel di cemento armato in mezzo al mare.
La vita a bordo, quando si è liberi dai turni, si svolge tra la monotonia e le difficoltà tipiche degli spazi angusti, ma gli italiani coinvolgono gli inglesi nei passatempi che aiutano a solidarizzare e rinsaldare il rapporto di comunanza.
Bicchierate, partite a ping pong, lunghe giocate a carte e tiro con le freccette, con sullo sfondo il mare a 360 gradi.
Un’avveneristica struttura, unica al mondo, il rigassificatore Adriatic Lng, in cui vi sono partecipazioni di Qatar Terminal Limited, di Exxon Mobil Italiana Gas e di Edison.
I tecnici della siciliana Irem sono presenti e fanno notare che “gli inglesi sanno benissimo che realizzare un impianto di desolforazione nella raffineria Linsey Oil non è cosa che si possa affidare a dei disoccupati senza specifica competenza, solo tecnici altamente qualificati come i nostri sono in grado di farlo”.
E la ditta italiana viene chiamata a lavorare in tutto il mondo, tanto è quotata. Nel pieno rispetto dei contratti e delle leggi di mercato.
Sulla piattaforma di Porto Viro non servono forze di polizia in assetto antisommossa, gli inglesi sono stati non solo i benvenuti, ma sono stati aiutati a integrarsi, vengono coinvolti nella gestione dei momenti liberi, sono stimati e rispettati.
Perchè l’Italia è un Paese civile e il popolo italiano è accogliente, socievole, generoso.
Un sindacalista di Rovigo ha dichiarato che “abbiamo dimostrato nei fatti che siamo molto meno sottosviluppati degli inglesi nel gestire i rapporti coi lavoratori stranieri: sono loro che devono imparare da noi”.
Anche il primo ministro inglese Gordon Brown ha dovuto chiederci scusa. E ne siamo usciti a testa alta, come merita il nostro popolo.
A parte le dichiarazioni del leghista Cota: “Hanno ragione gli operai inglesi, nel nord est iniziamo ad avere lo stesso problema, arriva manodopera straniera che toglie lavoro ai nostri”, parole poi smentite dall’altro leghista Maroni.
A Cota hanno dato forse una cartina geografica sbagliata, e lui quindi pensa che l’Italia sia solo il nord est. Poveretto, a forza di frequentare cattive compagnie vede solo quello che vuole.
Tra l’altro lui è piemontese, è abituato al barbera e al dolcetto, Roma ladrona gli rende 15mila euro al mese, ma frequentare le osterie romane e il vino dei Castelli gli fa brutti effetti all’equilibrio.
Un consiglio, Cota: quando si parla di cose serie, siediti e taci.
E stai a distanza di sicurezza: non amiamo gli aliti pesanti.
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