OLGETTINE FUORI CONTROLLO: LA POLANCO APRE A UNA VALANGA DI PENTIMENTI
I SUOI CONTATTI CON LA PROCURA…E BERLUSCONI TEME LA “SCOSSA” DA MILANO, MENTRE PARTE L’INTIMIDAZIONE CONTRO I MAGISTRATI, MA APPENA DIECI DEPUTATI DI SECONDA FILA SI PRESTANO
Per tutto il giorno chiede ai suoi l’Ok Corral contro i giudici.
Con l’obiettivo di indimidirli e fermare la “valanga” di olgettine che vogliono “pentirsi”. Perchè il nesso tra quel che sta accadendo in procura a Milano e la decisione della Cassazione sul Ruby 1 terrorizza Silvio Berlusconi.
Alla fine escono una decina di parlamentari, tra verdiniani e quelli fedeli al cerchio magico, con una nota congiunta durissima, in cui si chiede l’intervento del ministro della Giustizia per fermare i giudici.
Eccolo, il passaggio chiave, in cui i parlamentari della Repubblica si ergono a difensori delle olgettine: “Si compiono assurde perquisizioni e si tenta, propalando notizie infondate, di convincere ad una collaborazione forzata e menzognera le partecipanti alle serate”.
Frasi di rabbia, ispirate e scritte direttamente dai legali di Berlusconi, ma soprattutto di grande paura.
Ad Arcore si aggirano gli spettri del crollo giudiziario.
Perchè attorno al “pentimento” della Polanco si sta verificando un “effetto valanga”. Ansia, tensione.
Proprio “l’entità della valanga” è la questione che Berlusconi sta cercando di misurare in queste ore nella mai dismessa war room. Perchè la Polanco potrebbe essere non l’unica olgettina a pentirsi. E a presentarsi dai magistrati per negoziare la sua “salvezza” in cambio di una “confessione” su Berlusconi.
Chi ha parlato con Arcore sussurra: “Le ragazze sono davvero fuori controllo, spaventate. Psicologicamente non reggono la pressione. La Polanco è solo la prima”.
È qualcosa di diverso dal solito gioco a rialzo per “bussare a soldi”.
Lo snodo è il pentimento della Polanco. Della lettera alla Boccassini gli avvocati di Berlusconi sapevano da giorni. E da giorni sanno che quella lettera non è il primo contatto con la procura.
Nel senso che, stando a quel che risulta a fonti azzurre che seguono il dossier, ci sarebbe già una sorta di “deposizione”. Che attesterebbe il pentimento “sincero” della ragazza e la confessione sulle notti del bunga bunga.
È uno dei tasselli che mancava ai giudici: “Finora — spiegano fonti vicine al dossier — i giudici hanno seguito la pista dei soldi, provando a dimostrare che Berlusconi paga le ragazze. Ma la traccia dei soldi non basta. Devi comunque provare il nesso tra pagamento e falsa testimonianza per il Ruby ter”.
È questo nesso affidato alle deposizioni della Polanco: la confessione che le ragazze erano pagate per “mentire”.
Il che renderebbe praticamente certo il rinvio a giudizio sul Ruby ter, dove Berlusconi è indagato per corruzione in atti giudiziari e dove, secondo l’ipotesi dell’accusa, avrebbe cercato di falsare gli esiti processuali addomesticando le testimonianze di molti degli invitati alle feste.
Ma il “pagamento” rischia di impattare pure sul Ruby 1, su cui la Cassazione si pronuncerà il 10 marzo. Nel senso che, visto che la sentenza di Appello si fonda su false testimonianze, sarebbe possibile per la Cassazione rimandarlo in Appello.
È per questo che ad Arcore aleggia una paura enorme per quella chiamano “la scossa”, all’inizio della prossima settimana.
Tanto che gli avvocati di Berlusconi hanno provato a capire se la “scossa” riguarda proprio l’ex premier. Se cioè la procura ha intenzione di spiccare una misura cautelare, al fine di evitare la reiterazione del reato, ovvero il pagamento di testimoni: “Non arresteranno Berlusconi sul Ruby ter” è il responso.
Ma l’arresto non è l’unica, possibile, “scossa” di un sisma in arrivo. C’è già un primo effetto del “pentimento” della Polanco.
E riguarda le ragazze: “Non reggono più, sono spaventate, sono sotto pressione”. Pressione destinata ad aumentare nelle prossime ore considerando che un bel po’ di giornalisti cominceranno a stazionare sotto le case delle olgettine e, soprattutto, della pentita principe.
Impossibile che parli, dopo i contatti con la procura, ma questo è elemento che allarma Arcore, non che rassicura, perchè è chiaro, spiegano gli esperti, che una che prende contatti con la procura potrebbe avere il telefono sotto controllo. Quindi tace perchè è nelle mani dei giudici. Da oggi cioè il teste chiave, se davvero ha aperto lo scambio tra “confessione e salvezza”, ha tutto l’interesse a parlare solo coi giudici.
Ed è proprio attorno al primo pentimento che si sta verificando la valanga. Perchè le olgettine non sono tutte uguali.
Le olgettine sono divise in “clan”, in competizione tra loro.
Tra chi ha avuto di più e chi ha avuto di meno. Tra chi vuole stare coperta e chi ha voglia di farla pagare al suo ex benefattore.
Ecco, pare che il “clan” della Polanco sia particolarmente sotto stress. E non è un caso che la lettera che la Polanco ha scritto alla Boccassini aveva come mittente l’indirizzo di Aris Espinoza, un’altra che sa.
Così come sanno le sorelle De Vivo.
È attorno a questo quartetto che si concentrano ad Arcore il timori della valanga.
Ma ormai è l’intero quadro ad essere fuori controllo. E per la prima volta Berlusconi sente di stare davanti ai giudici con un esercito sbrindellato alle spalle o quasi ammutinato.
Dopo giorni di sollecitazioni, sono usciti solo dieci parlamentari. Il fatto che tutti i big siano rimasti silenti ha molto colpito l’ex premier. Non sarà ancora l’ammutinamento di un esercito che vede la fine.
Ma la sensazione della scossa in arrivo aleggia ovunque.
(da “Huffingtonpost”)
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