ORA I CLANDESTINI SBARCANO PURE A 70 KM DA ROMA SENZA AVVISARE MARONI: FALLITO IL BLUFF DEI RESPINGIMENTI
UN PESCHERECCIO HA SBARCATO 150 PAKISTANI, EGIZIANI E TUNISINI SUL LITORALE DI LATINA: PROBABILI AIUTI A TERRA.. LE ROTTE DELL’IMMIGRAZIONE SONO CAMBIATE: ARRIVANO ORMAI DA GRECIA E TURCHIA, VIA TERRA, E ANCHE CON REGOLARE VISTO TURISTICO…MENTRE MARONI PRESIDIA LAMPEDUSA CON LO SPADONE PADANO, I CLANDESTINI ENTRANO DA TUTTE LE PARTI
Uno sbarco organizzato in più punti della costa laziale, finito con il motore in avaria e gli immigrati in mare.
Sono oltre 150 gli stranieri che stamattina all’alba sono arrivati sul litorale di Latina, in località Capoportiere, con un barcone arenatosi sulla spiaggia. Hanno raggiunto clandestinamente la costa pontina su una imbarcazione palestinese di 15 metri, in legno con scritte in arabo.
Arrivano molto probabilmente dal Pakistan, dopo un viaggio durato giorni e giorni a bordo di un peschereccio e, pare, anche di un gommone.
A dare l’allarme, un peschereccio italiano che avrebbe riferito alla Guardia costiera di aver incrociato sulla propria rotta l’imbarcazione.
Era diretta verso la riva di Capoportiere, in evidente stato di difficoltà . L’allarme è scattato intorno alle 4.30 del mattino.
Il sospetto che possa trattarsi di un’operazione organizzata è arrivato con il ritrovamento in un punto della spiaggia di diversi pacchi con cibo e vestiti, ma i carabinieri di Latina non escludono “aiuti e trasporti a terra”.
Una volta a riva, molti dei clandestini si sono dati alla fuga e hanno fatto perdere le proprie tracce. Circa una quindicina di loro sono stati fermati e identificati nei pressi del barcone spiaggiato.
Per le forze dell’ordine l’arrivo dei clandestini potrebbe essere stato messo a punto e pianificato da un’organizzazione.
A circa 100 metri dal peschereccio è stato individuato un gommone, risultato rubato tre giorni fa nel capoluogo pontino.
Si ipotizza che molti degli immigrati a bordo del peschereccio, di cui si sono perse le tracce, potrebbero essersi allontanati utilizzando altri gommoni.
Attivati dalla prefettura, sul posto sono arrivati i volontari della Croce rossa, che hanno allestito un campo e stanno fornendo assistenza sanitaria, supporto psicologico, mediazione culturale in lingua araba.
“La notizia dello sbarco di migranti, tra cui anche alcuni minorenni, in provincia di Latina ci deve far riflettere – sottolinea il Commissario straordinario di Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca – le rotte dell’immigrazione stanno cambiando ed è un fenomeno che va analizzato, compreso e non sottovalutato”
Lo sbarco di oggi sulle coste di Latina non stupisce la Caritas, che già dopo gli arrivi dell’estate nel Salento e in Calabria aveva segnalato come le organizzazioni che gestiscono le rotte della clandestinità stiano ormai da tempo studiando ”approdi alternativi”.
Anzichè meravigliarsi sarebbe invece il caso di mettere finalmente in discussione le ”ricette monodose, cioè incentrate sui soli respingimenti” adottate fin qui dal Governo.
Ricordando gli arrivi dell’estate in Puglia e Calabria, mète storiche delle carrette del mare cariche di esseri umani, il responsabile immigrazione della Caritas, Oliviero Forti, ammette che ”in pochi ci saremmo aspettati uno sbarco addirittura a poche decine di chilometri da Roma”.
Di certo, spiega Forti, il flusso di disperati verso l’Italia non si è mai interrotto, chiara smentita alle affermazioni del Viminale sull’argomento, con cui la Caritas aveva già polemizzato in estate, contestando i dati diffusi dal ministero dell’Interno su una sostanziale diminuzione degli sbarchi.
E ribadendo che l’intesa con la Libia avrebbe addirittura favorito un aumento del traffico di esseri umani lungo le rotte per l’Italia.
”Ci sono rotte sostanziose via terra – aggiunge Forti – che passano dalla Turchia e dalla Grecia, via Albania ma anche tante altre situazioni come chi entra nel nostro paese con il visto turistico e poi vi rimane e per altre strade, come dal Nord-Ovest. Il vero problema è che la propensione a emigrare, per le più svariate ragioni, resta alta”.
”Ciò su cui c’è più da riflettere – sottolinea Forti – sono i meccanismi di contenimento messi in atto soprattutto in questi ultimi anni. C’è da dire con chiarezza, ad esempio, che mancando attualmente un decreto flussi, sono di fatto azzerate le strade per gli ingressi regolari. Questo spinge, ovviamente, verso la strada dell’irregolarità , mentre schiacciando tutto solo sul lavoro come precondizione per gli ingressi, non si fa un buon servizio alla causa dell’emersione dall’irregolarità “.
“In sostanza – conclude la Caritas – occorre rendersi conto che quello dell’immigrazione è un fenomeno complesso. E che un’unica tipologia di interventi, come appunto i respingimenti, alla lunga produrrà effetti fallimentari”.
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