ORA SI LITIGA SUL VICE-PREMIER: IL PD VUOLE UN SOLO VICE, DI MAIO PRETENDE SIA DI ESSERE VICEPREMIER CHE MINISTRO DELLA DIFESA
CONTE GIOCA A DEFINIRSI “GARANTE”, NON GRILLINO… I PARLAMENTARI M5S FURIOSI: “IL M5S NON E’ L’UFFICIO DI COLLOCAMENTO DI DI MAIO”
È il giorno delle veline, dei messaggi incrociati. La mattina il gelo, da Pd e M5s, all’ora di pranzo gli abboccamenti, la richiesta di segnali incrociati. I 5 stelle domandano una fumata bianca su Giuseppe Conte, dal Nazareno ne trapela una grigia chiara: “Nessuna preclusione”.
I Dem chiedono che si spazzi dal campo l’indigeribile ipotesi di Luigi Di Maio al Ministero dell’Interno, non contenti delle ripetute smentite dell’entourage del capo politico 5 stelle.
Ecco che entra in campo Palazzo Chigi, che lascia trapelare che “in presenza del presidente del Consiglio non è mai stata avanzata la richiesta del Viminale per Di Maio, nè dal Movimento 5 stelle nè da Di Maio stesso”.
I rispettivi segnali sbloccano il dialogo, si riannodano i fili della trattativa.
Fonti 5 stelle fanno trapelare quel che filtra ormai da settantadue ore, che il leader stellato sarebbe intenzionato a traslocare alla Difesa. Ma…
Ecco il “ma” su cui si discute e ci si arrovella, in un orizzonte degli eventi che pur si è riaperto ma è tutt’altro che spianato. Di Maio punta a conservare il ruolo di vicepremier. I Dem fanno muro. “Conte è un premier pienamente in quota 5 stelle — il ragionamento fatto al Nazareno — il vicepremier deve essere unico, nostra espressione”.
Una posizione che trova un muro congiunto tra i 5 stelle e lo stesso premier uscente, che ha ribadito in tutti i colloqui che ha avuto di non voler essere considerato in quota parte, ma un garante superpartes.
Così, subito dopo essere ripartita, la trattativa si è immediatamente riannodata. Con una discussione interna al Pd, dove in ballo per la poltrona ci sono sia Andrea Orlando che Dario Franceschini. E dove anche si sta cercando di inserire Paolo Gentiloni nella partita. Come ministro degli Esteri, in subordine, ma principalmente come Commissario europeo.
Casella dove pure la disponibilità a trattare del Movimento è ampia, ma su un nome diverso, essendo di facile digeribilità quello di chi ha ricoperto per i Democratici proprio la casella di Palazzo Chigi.
Nel Movimento intanto continua il fuoco incrociato.
E’ soprattutto l’area che guarda come riferimento a Roberto Fico ad aver schiumato rabbia tutto il giorno, mentre si rincorrevano le voci di un irrigidimento di Di Maio e del suo entourage.
Nel mirino i fedelissimi come Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, che la leadership vorrebbe confermati nella squadra di governo. “Stiamo portando avanti i dieci punti per il paese o l’ufficio di collocamento di Luigi”, attacca un senatore di lungo corso, facendosi interprete di un ricambio generale della classe di governo pentastellata con la variazione di geometrie dell’esecutivo.
Una polveriera destinata ad esplodere se la situazione non si sbloccherà in serata, quando i parlamentari sono stati convocati per un’assemblea congiunta sullo sviluppo di questa grave ma non seria crisi di mezz’estate.
(da “Huffingtonpost”)
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