PANSA SVELA CHE FINE FARANNO BERLUSCONI, SALVINI E LA MELONI
UNA TURBA DI MORTI CHE CAMMINANO HA DECISO DI AFFRETTARE LA PROPRIA FINE, FACENDO CASCARE LA CATAPECCHIA DOVE SI ERANO RIFUGIATI… PRESTO DOVRANNO TROVARSI UN LAVORO DI RIPIEGO PER CAMPARE
Ve lo ricordate quel marito che per far dispetto alla moglie si taglia gli zebedei?
Ci sono capi e capetti del centrodestra italiano che si comportano esattamente così. Vogliono disfarsi del vecchio Silvio Berlusconi, un ottantenne senza forze, capace di dare segni di vita soltanto se gli capita di imbattersi nel pelo fresco di una ventenne.
Così testardo da non voler passare il mazzo di carte a qualche erede meno sfasciato di lui. Ma nella speranza di ricoverarlo alla Baggina, il famoso ospizio milanese per i vegliardi, questi dirigenti, personaggetti da quattro soldi, stanno montando una baraonda che distruggerà anche loro.
La politica italica ci sta offrendo un caso da manuale che fino a oggi non conoscevamo. Una turba di morti che camminano ha deciso di affrettare la propria fine, facendo cascare la baracca dove si erano rifugiati.
Succede nel centrosinistra dove gli ex comunisti, un tempo campioni di arroganza feroce, si mettono in fila davanti al boia arrivato da Firenze per accopparli. E lo pregano tremebondi di tagliare tutte le teste che gli fanno ombra.
Ma succede soprattutto nella catapecchia di centrodestra. Qui si assiste a un fenomeno pressochè unico al mondo. Quello di un gruppo dirigente che ha deciso di eliminarsi da solo, in modo autarchico, senza nessun intervento esterno.
Neppure quello dei kamikaze del Califfato nero che, prima o poi, faranno una visitina a Roma. E tra qualche settimana i piccoli boss dovranno trovarsi un lavoro di ripiego per riuscire a campare.
Debbo confessare che il Bestiario e il suo autore, considerati dalla Casta un esempio da manuale del giornalismo criminale, è preoccupato soprattutto della sorte che toccherà alla star del momento: la Giorgia Meloni, ragazzona bionda, dai singolari occhi azzurri, una vulcanica rompiscatole. Si è candidata a fare il sindaco della capitale. Ma è matematico che neppure Santa Scarabola, la patrona delle imprese impossibili, la aiuterà ad arrivare almeno al ballottaggio.
Madama Meloni lo pensa anche lei. Infatti, ecco un’altra maxi sciocchezza senza precedenti, si è già affrettata a rivelare per chi voterà nel duello tra i candidati che riceveranno più voti: la grillina Raggi, la sconosciuta uscita dal cilindro di Casaleggio che tutti danno per vincente.
Che cosa potrà fare la signora Meloni dopo la sconfitta, se non vorrà arruolarsi nei reparti femminili della Legione Straniera per espiare la sua fenomenale ingenuità ?
Il mago Otelma ha rivelato al Bestiario che ha già trovato un mestiere alternativo: andrà in tivù a fare la cuoca.
Viviamo in un’epoca di suprema stoltezza che vede gli chef imperversare su tutte le emittenti pubbliche e private. Ma di solito sono maschi, quasi sempre panciuti e barbuti. Giorgia bucherà il video e porterà alle stelle l’audience di qualunque boiata in cucina.
Il suo collaudato spin doctor, il missino Fabio Rampelli, architetto e campione di nuoto, indosserà anche lui il grembiulone bianco.
E assisterà Giorgia nel preparare primi, secondi e terzi piatti, felice di servire quella che fu la sua leader.
Voleva un impiego analogo un altro degli scudieri meloneschi, il satanico Ignazio La Russa, ma Giorgia l’ha considerato troppo demoniaco. E così anche lui andrà in tivù, ma a interpretare il mostro cattivo di Guerre Stellari.
Spaventerà i bambini che poi la cuoca consolerà con merende elaborate, il giusto alimento per i futuri Fratelli d’Italia.
E Matteo Salvini che cosa farà , dopo aver tentato invano di conquistare Palazzo Chigi? Non lascerà la politica, ma aprirà una stagione cruenta di lacrime e sangue. Il Matteo leghista si è già confezionato una divisa strabiliante: da Dittatore dello Stato Identitario di Bananas.
E comincerà ad accoppare tutti i capi leghisti che gli fanno ombra.
Ammazzerà il vecchio Umberto Bossi, soffocandolo con il sigaro toscano che insiste nel fumare. Liquiderà il Roberto Maroni, uno zitellone che non si vergogna di portare occhiali rossi. Il colore preferito dai gay comunisti che Salvini vorrebbe rinchiudere in un lager apposito, costruito alle sorgenti del Po.
Poi farà pugnalare il fantasioso Roberto Calderoli. Costui ha ricevuto un assaggio di quanto gli toccherà . Il dittatore leghista ha già cacciato la presidente della provincia di Cuneo, Gianna Gancia, che guarda caso è la moglie del Calderoli.
Il governatore veneto, l’esangue Luca Zaia, con quel suo eterno vestito nero che lo fa sembrare un becchino triste, si prepari a espatriare in Austria: i killer di Matteo prima o poi gli andranno addosso e lo faranno sparire.
Il secondo tempo della pulizia etnica decisa da Salvini prenderà di mira i fedelissimi di Berlusconi.
Il tecnico delle emergenze, Guido Bertolaso, sarà costretto a chiedere asilo politico al premier Renzi, che lo spedirà a velocizzare gli eterni lavori della Salerno-Reggio Calabria.
La senatrice badante del Cavaliere, Maria Rosaria Rossi, per salvarsi la ghirba si rinchiuderà in un convento di suore di clausura. I servizi segreti salviniani daranno la caccia persino alla fata bionda di Bolzano, la statuaria Michaela Biancofiore, che ha osato parlare di «un centrodestra suicida».
E il povero Cavaliere? Il dittatore leghista non oserà toccarlo. Ma lo sfratterà dalla villa di Ancore.
Poi deciderà di mandarlo al tappeto con l’affronto più velenoso: fare una proposta di matrimonio alla fidanzata di Silvio, la solare Francesca Pascale.
Infine manderà i propri scherani a impadronirsi dell’Impero televisivo di Mediaset. Marina verrà costretta a cercarsi un impiego da segretaria. Pier Silvio dovrà rassegnarsi a fare l’usciere.
L’unico a salvarsi sarà il grande Fedele Confalonieri. Scriverà un libro di memorie dal titolo: «I miei sessant’anni con Silvio». Lo stamperà la Mondazzoli che ne venderà un milione di copie.
Travolti da questo suicidio collettivo, spariranno nel nulla le figure di secondo piano del centrodestra.
L’ingenuo Storace, solitario e immarcescibile. I capi e i gregari di CasaPound, monaci generosi della militanza in camicia nera. Stefano Parisi che a Milano perderà la battaglia contro quel furbone del Sala. Osvaldo Napoli, rottamato dal Dittatore come candidato sindaco a Torino, dovrà limitarsi a sfoggiare le sue belle cravatte nei talk show, ammesso che vogliano ancora invitarlo.
Una volta scomparso il centrodestra, l’Italia starà meglio o peggio di prima.?
Nessuno lo sa. A meno che non si avveri una previsione che molti stanno già facendo.
I due dittatori rimasti in campo, il Ganassa fiorentino e il Bananista della Lega, si metteranno d’accordo e firmeranno il cosiddetto patto del Doppia Emme.
Le conseguenze si vedranno subito. Un regime autoritario con una coppia di ducetti in grisaglia. Nessuna opposizione. Caccia ai dissidenti. I posti di potere soltanto ai fedeli del Matteo nazionale e di quello leghista.
Resterà un problema.
Che cosa fare delle tante donne che avevano militato nel centrodestra del Cavaliere, anche a titolo privato?
La soluzione la scoverà Filippo Sensi, il super consigliere renzista. Lui si rammentò che Denis Verdini era un vecchio sottaniere e coltivava il sogno di farsi un harem. Le femmine di Silvio passarono a Denis.
Il Grande Voltagabbana le concentrò in un villone sui colli di Firenze. E tutte si rivelarono il trastullo allegro della sua vecchiaia.
Giampaolo Pansa
(da “Libero”)
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