PARMA, L’EPURATO PIZZAROTTI SOGNA LA VENDETTA CON IL BIS
CON IL M5S DA OUTSIDER STUPI’ TUTTI, ORA CON LA SUA LISTA VERSO LA CONFERMA… NOVE GLI SFIDANTI, MA IL VERO RIVALE E’ IL CENTROSINISTRA
«In bocca al lupo, sindaco! Anche se forse non ne ha bisogno», saluta una signora nell’elegante bar del Teatro Regio. «Ce n’è sempre bisogno», replica scaramantico Federico Pizzarotti, pur conoscendo bene i diversi sondaggi che lo danno in testa nella corsa per la riconferma.
«Lusingano, ma non cambiano il nostro impegno e la nostra campagna elettorale». Anche perchè, vatti a fidare: cinque anni fa c’era chi lo dava a poco più del tre per cento, e finì che sbaragliò tutti facendo di Parma il primo grande comune a Cinque stelle, «la nostra Stalingrado», esultava Beppe Grillo.
Era l’outsider, ora è il favorito. L’antisistema, ora in città molto lo considerano il candidato dei poteri forti. Soprattutto, era grillino, ora è uscito rumorosamente dal M5S e, con la sua lista Effetto Parma, guarda lontano. Primo obiettivo: umiliare i suoi ex vertici con una sonora sconfitta.
«Parma ama gli eretici. Tra la città e Grillo, Pizzarotti ha scelto la città : e questo ai parmigiani piace», analizza Pier Luigi Bersani, che da piacentino conosce bene la provincia “cugina”, ex cuore del Ducato con ambizioni da Petite capitale che in passato portarono a vagheggiare di metropolitana e scalo aereo di primo piano.
«Se fossi ancora dentro al Movimento non avrei lo stesso apprezzamento: i miei concittadini amano l’autonomia», si dice certo il sindaco in cerca del bis.
Nel 2012, a sostenere la sua cavalcata verso l’amministrazione si presentò in città due volte il comico genovese: nei giorni scorsi, ha telefonato al candidato M5S, Daniele Ghirarduzzi, che di Pizzarotti è stato tra i primi critici.
«Beppe, in questi anni ci siamo sentiti un po’ abbandonati», si è sentito dire; «capisco, siete stati pazienti, ora siete degli eroi a voler riprendere il cammino», ha rassicurato il fondatore del Movimento, consapevole di percentuali da ricostruire dopo le liti e la scissione.
«Per me queste parole sono già una vittoria», sospira Ghirarduzzi, così deluso da Pizzarotti («ci fidavamo ciecamente, ci ha traditi») da definirlo “un renzino”: Grillo probabilmente non tornerà , ma lui spera in Di Maio o Di Battista.
«Se verranno i super big della tv, sappiano che Parma si ricorda di come l’hanno trattata», ammonisce Pizzarotti.
Dallo scranno più alto della città lavora da sindaco e fa campagna elettorale.
In un equilibrio preso di mira dagli sfidanti, ben nove da Casa Pound ai comunisti: è di pochi giorni fa l’esposto di un candidato consigliere al Comitato regionale per le comunicazioni con l’accusa di «usare impropriamente il proprio ruolo per promuovere se stesso».
Perchè la questione della visibilità non è secondaria. Proprio uno dei sondaggi diffusi in queste ore – firmato da Ixè per Agorà di Raitre – individua sì in prima posizione Pizzarotti come candidato sindaco, ma ribalta la situazione nel voto delle liste: la somma delle tre, Pd e due civiche, che sostengono l’aspirante di centrosinistra, Paolo Scarpa, supererebbe di tre punti Effetto Parma.
Un dato che molti sostenitori dei dem interpretano come una speranza, dopo una traversata del deserto che dura dall’elezione del civico Ubaldi nel 1998, in cui l’unica cosa che manca ancora è riuscire a rendere più noto il candidato, l’ingegnere 60enne Scarpa vincitore a sorpresa delle primarie da indipendente.
«Sconto un gap di conoscenza», ammette lui davanti a un succo di pompelmo, «ma sono convinto di vincere. E mi sto divertendo un sacco», sorride, persuaso di voler rammendare pezzi di società , tanto che nelle liste che lo sostengono ci sono due ex assessori della giunta Vignali, il sindaco di centrodestra che lasciò per gli scandali giudiziari, ma anche una delle protagoniste delle proteste cittadine del tempo, e l’ex procuratore La Guardia che coordinò quell’inchiesta.
«Bisogna recuperare parti di questa città , riconnettere le persone per bene», predica mentre si incammina verso il suo comitato elettorale, in quell’Oltretorrente che è uno dei quartieri più belli di Parma, simbolo di Resistenza e barricate antifasciste, oggi al centro di discussioni su sicurezza e degrado.
Il tema più sentito della campagna elettorale: è il primo dei punti in programma per Scarpa. Come della candidata leghista, l’avvocatessa Laura Cavandoli. Su di lei punta tutta l’alleanza di centrodestra, uno schieramento travolto dalla fine dell’esperienza Vignali, nel 2011: per loro, queste elezioni sono l’occasione per ripartire.
Per il centrosinistra per provare a riprendersi la città . Per Pizzarotti, per tenersi stretto un trampolino che chissà dove lo porterà .
(da “La Stampa”)
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