PARTE LA MACCHINA DI TOSI: IL SINDACO PENSA A TRE LISTE
UNA DEL PRESIDENTE, UNA COL SUO NOME E UNA DEI FARI…CON TOSI PROGETTO NAZIONALE, DESTRA SOCIALE E CENTRISTI
I veleni, certo. Le schermaglie, certo. Ma c’è una montagna da scalare. E allora: in rampa di lancio per le elezioni regionali del 31 maggio.
Per costruire tre liste (che potrebbero diventare quattro): una del candidato presidente, Flavio Tosi; una dei Fari e una della Lista Tosi, con amministratori.
E potrebbero allearsi i Pensionati, con una lista, e il Nuovo Centro Destra insieme all’Udc.
I potenziali candidati dunque, nove per lista (cinque uomini e quattro donne), sono in pieno fermento.
La «macchina da guerra» di Flavio Tosi, candidato alla presidenza della Regione con il suo progetto di centrodestra civico e moderato, è partito.
Il coordinatore della Fondazione Ricostruiamo il Paese Fabio Venturi è alla ricerca di una sede regionale, a Verona, per gestire i comitati elettorali delle sette province venete, dei «tosiani».
E quella centrale di Verona fungerà anche da sede per la sola Verona.
Intanto, sulla scia del colore giallo che contraddistinguerà la campagna di Tosi, dopo un sondaggio fra militanti e associati dei Fari è stato varato ufficialmente l’hashtag su Twitter «#TosiPresidente».
Per la sfida alla presidenza della Regione con il leghista uscente Luca Zaia (dopo la frattura con la Lega) ad Alessandra Moretti del Pd e del centrosinistra, a Jacopo Berti del Movimento Cinque Stelle, e poi a Sebastiano Sartori di Forza Nuova e ad Alessio Morosin di Indipendenza Veneta, l’organizzazione tosiana si fonda su due pilastri. Quello dei leghisti che hanno scelto di rimanere con lui (altro articolo): come il deputato veronese Matteo Bragantini, e poi la compagna di Tosi senatrice Patrizia Bisinella, trevigiana, il vicentino Luca Baggio, il trevigiano Leonardo Muraro, la deputata rodigina Emanuela Munerato e altri, come Giuseppe Stoppato di Verona, consigliere regionale.
Poi ci saranno i tosiani come Fabio Venturi, che pure è stato della Lega, e poi Andrea Miglioranzi, presidente dell’Amia, di Progetto Nazionale, l’ala destra della Lista Tosi. Loro faranno i registi.
Sul fronte dei candidati, la corsa si fa affollata.
E ha una particolarità : oltre al sindaco Tosi, si candideranno con ogni probabilità il vicesindaco Stefano Casali, dell’ala moderata-centrista della Lista Tosi – di cui fanno parte fra gli altri il presidente del Consorzio Zai Matteo Gasparato e il consigliere Salvatore Papadia – e anche l’assessore alle strade e giardini Luigi Pisa, che è della Lega ma sta con Tosi.
E potrebbe correre anche Barbara Tosi, sorella del sindaco e capogruppo della Lega in Consiglio comunale.
Per i tosiani in corsa lo stesso Miglioranzi, anche se il suo futuro (la sua presidenza dell’Amia scade il 31 marzo) dovrebbe essere la presidenza dell’Agsm, ora al leghista Paolo Paternoster, salviniano, da tempo in rotta con Tosi.
Se non dovesse candidarsi Miglioranzi l’ala destra tosiana potrebbe schierare il leader della Destra Sociale Massimo Mariotti, presidente di Acque Veronesi. O Vittorio Di Dio, vicecapogruppo della Lista Tosi in Comune, di Verona Sociale.
Le alleanze? Tosi spiega: «Stiamo ragionando anzitutto con gli amici, per fare le liste civiche, eventuali altre alleanze le vedremo. Fino a martedì scorso eravamo in Lega e si pensava di restarci. Ncd? Ci sono rapporti da sempre», aggiunge, «essendo io stato segretario e dirigente della Liga per tanti anni ho parlato con tanti».
Sempre di più si delineano però ricadute future nazionali, del «modello Tosi-Verona-Veneto».
Questo scenario, che Tosi definisce «imprevisto», modifica «assetti che si stavano determinando», aggiunge lui, «perchè Salvini ha trasformato la Lega in qualcosa solo di destra snaturando le origini federaliste e autonomiste del movimento, che aveva un bacino elettorale trasversale a tutta la società civile. Renzi prende il centrosinistra, e ora si muove la sinistra con Landini».
Quindi?
«Finalmente il centrodestra potrebbe colmare un vuoto, ricostruendosi per diventare una vera alternativa a Renzi».
Ma si andrà a votare prima del 2018, alle politiche?
Tosi: «Renzi è intelligente. Ha stravinto nel Pd, è premier con grande serenità . Se io fossi in lui…secondo me l’anno prossimo si va a votare».
Enrico Giardini
(da “L’Arena”)
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