PDL, PERSO UN MILIONE DI VOTI E BERLUSCONI PENSA AL RITIRO
LA DEBACLE NEL LAZIO SI RIPERCUOTE SU TUTTO IL PARTITO CHE CALA SEMPRE DI PIU’
Il senatore romano Andrea Augello è un tipo concreto, disincantato e poco affezionato a questo Pdl.
Anche un po’ snob quando dice che «quelli del Pdl eletti alla Regione e diventati dirigenti, capigruppo, presidenti di commissione, sono stati miracolati perchè il partito non è riuscito a presentare la sua lista a Roma, così questi signori, ai quali avresti chiesto di fare le fotocopie e andare a comprare il caffè, si sono portati alla Pisana le loro liti provinciali. Ora la conseguenza del disastro che hanno combinato è che tutto il Pdl, anche a livello nazionale, rischia di essere inghiottito nel buco nero dello scandalo del Lazio. Secondo me abbiamo perso in questa Regione più di un milione di voti e nessuno vuole allearsi con noi. Un capolavoro!».
Per Augello parlare della sua candidatura alla presidenza della Regione, come di chiunque altro, per il momento è inopportuno: prima ci sono altri problemi da risolvere.
E sono tutti problemi che deve risolvere Alfano.
Intanto deve decidere se commissariare il Pdl del Lazio.
Il segretario prende tempo, ma una cosa è sicura: deve decidere in via preliminare chi e con quali criteri candidare alle prossime elezioni regionali.
Non si tratta solo di decidere chi sarà il candidato alla presidenza: sul nome Alfano è in altissimo mare e non ha sciolto nemmeno il rebus primarie sì primarie no.
Peggio.
Non è chiaro se i consiglieri uscenti saranno ricandidati. Ci potrebbe essere una carneficina se il criterio di esclusione non sarà solo il coinvolgimento nell’inchiesta giudiziaria.
C’è chi vorrebbe fare piazza pulita e prendere in considerazione anche le responsabilità politiche nella gestione dei fondi ai gruppi consiliari e i comportamenti che hanno scandalizzato l’opinione pubblica.
Se dovesse passare un criterio del genere, verrebbe fatto fuori pure il presidente del Consiglio regionale Abbruzzese e De Romanis, l’organizzatore delle feste greco-romane con le maschere di maiale.
È difficile che Alfano usi in questo modo la mannaia, ma potrebbe cominciare a cancellare il nome Pdl già in questa tornata amministrativa.
Un nome troppo associato a quello di Fiorito, finito in carcere.
Ma è una decisione che dovrà prendere Berlusconi in prima persona.
Sul suo tavolo c’è una quarantina di bozzetti di nomi e simboli, ma sfoglia la margherita e non decide: ancora è presto, bisogna vedere quale legge elettorale verrà fuori dal cilindro, capire le reali intenzioni degli ex An che oggi si vedranno:
La Russa, Gasparri, Meloni e Alemanno, che ha realizzato anche lui l’idea che a questo punto è meglio dividersi.
Il partito dà solo dispiaceri aggiuntivi al Cavaliere, per cui certe questioni, a cominciare dal Lazio, se le sbrighino il segretario Alfano, il coordinatore Verdini e il responsabile organizzativo Lupi.
Lui, l’ex premier, non pensa più nemmeno di candidarsi alla premiership perchè rischia di andare incontro a una pessima figura.
Quel milione e passa di voti laziali inghiottiti nel buco nero dello scandalo, Fiorito in carcere, la balcanizzazione del partito afflitto da faide, emorragie e istinti scissionistici, sondaggi a picco.
E come se non bastasse uno dei più seri dirigenti, Mario Mauro, sostiene che è arrivato il momento di mettere da parte Berlusconi.
«Abbiamo bisogno di qualcuno che non abbia esaurito la sua carica, che non abbia terminato la sua parabola. Il partito per continuare ad esistere ha disperato bisogno di un nuovo leader. Se non lo troviamo, meglio chiudere bottega».
Mauro è un esponente di rango di Comunione e Liberazione, guida la delegazione Pdl all’Europarlamento e ha rilasciato queste dichiarazioni su un giornale come l’Avvenire, il giornale dei vescovi.
Ce n’è abbastanza per far suonare campane d’allarme in casa Berlusconi, che c’è rimasto molto male.
«Sono offeso e sorpreso», ha detto l’ex premier, che oggi a Milano dovrebbe parlare al forum «Investire nella nuova Russia».
Ma chi potrebbe essere il nuovo leader?
Secondo Lupi, Mauro pensa ad Alfano.
Chissà , forse vuole andare oltre e sciogliere il Pdl nella Lista civica nazionale pro Monti.
Amedeo La Mattina
(da “La Stampa“)
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