PEDOFILO ITALIANO DIETRO LA MORTE DEL RAGAZZO UCCISO DAL TRENO A 19 ANNI
UNO DEI RAGAZZI ABUSATI FINI’ TRAGICAMENTE SOTTO IL TRENO A PISA… MOLTE VITTIME MINORENNI ERANO NORDAFRICANI
Clamorosi sviluppi sul caso della morte di Nicolay Vivacqua, il pisano di 19 anni travolto dal treno la mattina dello scorso 21 dicembre all’altezza di Riglione-Oratoio, in seguito ad un altro caso allora dai contorni poco chiari, quello dell’incendio doloso di una Ford Focus parcheggiata nella vicina via Alberello.
Nella mattina di giovedì 22, personale della squadra mobile della questura di Pisa ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa del gip Giulio Cesare Cipoletta nei confronti di un pensionato di 75 anni, residente a Pisa, proprietario dell’auto incendiata.
«L’uomo — si legge in una nota della polizia – è ritenuto responsabile di aver compiuto ripetuti atti sessuali e violenze sessuali nei confronti di quattro giovani che all’epoca dei fatti erano quasi tutti tredicenni. L’attività investigativa era già nata nell’ambito di un procedimento penale della locale Procura per i reati di violenza sessuale e prostituzione minorile avviato da una denuncia resa da un giovane cittadino marocchino per fatti avvenuti quando era ancora minorenne, denuncia che è apparsa oltremodo fondata sulla base delle risultanze investigative».
Nel corso delle indagini, sottolinea la questura, «si verificava un altro drammatico evento: il 21 dicembre 2017 due giovani 19enni che avevano casualmente scoperto di condividere la terribile esperienza di aver subito abusi sessuali da parte dell’indagato, con un gesto inconsulto avevano deciso di vendicarsi incendiando l’autovettura dell’uomo, che per anni era stata il teatro delle violenze sessuali. Purtroppo da questo gesto era derivata l’inimmaginabile conseguenza della tragica morte di uno dei due ragazzi, investito dal treno in corsa mentre fuggiva a pochi metri dal luogo dell’incendio».
L’orco militava nelle amicizie del calcio
Quest’ultimo evento «ha indirizzato le indagini in maniera serrata — si legge ancora – ed ha consentito di acquisire non solo prove per i fatti reato avvenuti in passato, ma di individuare alcune vittime attuali dell’indagato, in particolare minori di etnia rom e nordafricana. L’uomo, difatti, da tempo gravitante negli ambienti delle squadre giovanili di calcio locali, avvicinava le giovanissime vittime, millantando di avere contatti influenti con squadre di calcio di serie A e carpendo la loro fiducia di fatto li soggiogava ai suoi voleri.
È apparso evidente come l’indagato individuasse quali vittime, minori che non erano sotto il diretto controllo delle famiglie, di cui agevolmente riuscisse ad ottenere la fiducia, facendo leva sui sogni e le aspirazioni di una carriera calcistica, in tal modo isolandoli. I minori erano accomunati da caratteristiche sociali ed economiche come il disagio, l’emarginazione e il bisogno di denari, e l’indagato li spingeva a sopportare riprovevoli condotte di abuso, prospettando loro un futuro nel mondo del calcio e comunque nell’attesa li accontentava anche solo con qualche sigaretta, un gelato o pochi euro».
(da agenzie)
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