PER BERLUSCONI NIENTE DEROGHE: “E’ INCURANTE DELLA PRESCRIZIONI”
“LE OFFESE AI MAGISTRATI CONTRASTANO CON IL PROGRAMMA”… LA PROCURA: COSI’ SI AVVICINA A UNA RICHIESTA DI REVOCA
Sono una cosa seria i servizi sociali, l’affidamento in prova di un condannato definitivo non è una scampagnata ma una forma di esecuzione della pena.
Invece Silvio Berlusconi, con le sue esternazioni e con il proprio comportamento successivi all’ottenimento del beneficio dell’affidamento in prova ai servizi sociali, «sta dimostrando incuranza» del significato di questa misura alternativa alla detenzione in carcere, ne «sminuisce la rilevanza», e così segnala che «non ne comprende la portata e i limiti»: ecco perchè il giudice di Sorveglianza di Milano ha respinto l’istanza con la quale l’ex premier e capo di Forza Italia si era spinto a chiedere ulteriori spazi di libertà personale e margini di manovra politica ancora maggiori di quelli concessigli dalle prescrizioni sottoscritte in aprile e già ampiamente comprensive delle sue esigenze elettorali di politico.
Berlusconi – per nulla imbarazzato dalle polemiche sollevate dalle sue affermazioni televisive contro la sentenza che l’ha condannato («un colpo di Stato»), contro i servizi sociali che pure ha cercato per non finire arrestato («ridicoli»), o contro il presidente della Repubblica («profondo rosso») – aveva prospettato un calendario di appuntamenti elettorali ai quali voleva partecipare benchè essi fossero in programma o fuori Milano (dove può fare ciò che desidera dalle 6 alle 23) o fuori Roma, o a Roma ma in giorni diversi dal martedì-mercoledì-giovedì consentitigli negli stessi orari.
E in particolare domandava l’autorizzazione a poter essere presente fisicamente (e non soltanto su un videoschermo o via telefono) sia a prossimi comizi o eventi di partito a Bari, Genova e Parma, sia a interviste giornalistiche negli studi di In mezz’ora di Lucia Annunziata su Rai3 e di Virus di Nicola Porro su Rai2.
Non è proprio aria per ulteriori deroghe, è però il succo che si può trarre dalla risposta del giudice di Sorveglianza.
E non soltanto perchè Berlusconi, sebbene appena all’inizio del percorso, già vuole di più. Ma soprattutto perchè a danneggiare il condannato Berlusconi è il politico Berlusconi.
Il giudice Beatrice Crosti, infatti, richiama e condivide alcune delle perplessità esposte dal procuratore generale Antonio Lamanna nel parere contrario: le «continue offese all’ordine giudiziario» in tv e sui giornali appaiono al pg «in aperto contrasto con presupposti e finalità » del programma di reinserimento sociale di un condannato per frode fiscale a 4 anni di reclusione, ridottisi a 10 mesi e 15 giorni solo a causa dello sconto di 3 anni dell’indulto del 2006 e di altri 45 giorni di liberazione anticipata.
Chi (come Berlusconi) definisce «mostruosa» la sentenza che l’ha condannato in via definitiva, o «ridicoli» i servizi sociali per un uomo politico del suo rango, fa qualcosa che «equivale a non rispettare le prescrizioni impostegli» e «le regole della convivenza civile», al punto da dare l’impressione di «una adesione più formale che sostanziale» al progetto di reinserimento sociale. In linea con questi rilievi del pg, il giudice di Sorveglianza non ammette dunque deroghe, per il futuro, alle prescrizioni-standard date al condannato Berlusconi al momento del suo affidamento ai servizi sociali, deroghe che altrimenti per il pg avrebbero avuto l’effetto di «vanificare la misura».
Per il presente, invece, nessuna autorità giudiziaria milanese aziona sinora alcun intervento peggiorativo delle condizioni di Berlusconi, pur se si può cogliere una sfumatura di differenza tra la Procura generale, per la quale i margini di manovra lasciati a Berlusconi «sono sinora mal utilizzati» dall’ex premier e perciò lo starebbero «avvicinando sempre più a una richiesta di revoca del beneficio», e invece il giudice di sorveglianza Crosti, che sul punto per ora non si esprime.
Luigi Ferrarella
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