POLIZIA E FINTI CANTIERI PER “BONIFICARE” ROMA TERMINI DAI SENZATETTO
SE IL CAMPIDOGLIO AVESSE MESSO A DISPOSIZIONE UN PIANO DI ACCOGLIENZA E RELATIVI POSTI-LETTO IL PROBLEMA NON ESISTEREBBE
Operazioni di polizia “ad alto impatto” e finti cantieri recintati.
Sono alcune delle soluzioni messe in campo per “bonificare” la Stazione Termini di Roma dai tanti senza tetto che vivono regolarmente nei dintorni del principale scalo ferroviario della Capitale.
Le recinzioni metalliche, di quelle provvisorie utilizzate per delimitare i cantieri in alcuni punti ci sono già e sono pensate per scoraggiarne la presenza.
I maxi blitz, ogni sette giorni – operazioni interforze che vedono impiegati ogni volta oltre 200 agenti tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani – per allontanarli dall’interno e dal perimetro della stazione, sono iniziati la scorsa settimana.
È questa, ed è già realtà , la strategia messa a punto per liberare Roma Termini dalla presenza dei senza tetto, ritenuta tra le cause più rilevanti del degrado che da anni si registra nell’area della Stazione.
Un piano non ancora andato a regime e al momento non del tutto efficace, se, come abbiamo potuto verificare con i nostri occhi, i clochard continuano ad accamparsi dentro e fuori la Stazione, di giorno e soprattutto di notte.
Quando la prospiciente piazza dei Cinquecento e l’area circostante a partire dalle strade laterali – via Marsala e via Giolitti – si trasformano in una distesa brulicante di coperte, cartoni e stracci, rifugi d’emergenza di uomini e donne, giovani e anziani, che trovano nella Stazione di Roma – la maggiore d’Italia e la quinta in Europa per traffico di passeggeri – il posto in cui rintanarsi per superare un’altra notte.
Sono circa un centinaio i senza tetto che orbitano nell’area dello scalo ferroviario, una cinquantina quelli che abitualmente passano lì la notte.
Una situazione ben oltre i limiti dell’emergenza – destinata a peggiorare, come ogni anno, con l’arrivo dell’inverno e dell’emergenza freddo – che mette in evidenza, ogni notte di più, la necessità di elaborare un piano per l’accoglienza, che preveda l’utilizzo di spazi e strutture in grado di accogliere i senza fissa dimora, come richiesto da tempo chiamando spesso in causa i Servizi sociali del Campidoglio, anche dalle associazioni che operano nella zona.
Criticità , questa, emersa pure nell’ultima riunione dedicata al ripristino del decoro e alla sicurezza della stazione Termini e dell’area circostante, la settimana passata in Prefettura.
Per intervenire nei casi in cui c’è da provvedere alla sistemazione di persone senza fissa dimora, hanno spiegato ad HuffPost dalla Questura, nell’operazione sono coinvolti anche i Servizi sociali del Campidoglio.
E qui si torna al problema della carenza di spazi da destinare all’accoglienza dei clochard, visto che i posti letto attualmente a disposizione – quelli della Caritas, per esempio – sono insufficienti.
Stando a quanto ci risulta, il Gruppo Ferrovie dello Stato aveva proposto alle associazioni che si occupano della distruzione dei pasti nella zona della Stazione Termini l’utilizzo di un’area di Rete ferroviaria italiana – la società del gruppo Fs che gestisce le infrastrutture – ma l’offerta è stata respinta perchè non ritenuta idonea.
E il Campidoglio che fa? Abbiamo provato a contattare la neoassessora alle Politiche sociali Mammì. Avremmo voluto chiederle se è vero, come risulta ad Huffpost, che nella riunione in cui Questore e Ferrovie dello Stato hanno illustrato la loro strategia di azione a Roma Termini e dintorni, lei ha spiegato che anche il Comune sta incontrando difficoltà a individuare nuovi posti per l’accoglienza notturna dei senza fissa dimora, quali iniziative abbia in programma e se è vero, come ci risulta, che, con l’inverno alle porte, non c’è ancora un piano freddo.
Domande che al momento non hanno trovato risposta. “Questioni di tempi”, ci spiegano. Evidentemente, i senza tetto possono aspettare.
(da “Huffingtonpost“)
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