QUELLI CHE “E POI SULLA VIA DEL RITORNO, HANNO STUPRATO UN TRANS PERUVIANO”
PER I RAZZISTI NOSTRANI ESISTONO STUPRI DI SERIA A E DI SERIE B, SE FOSSE STATA LEI LA SOLA VITTIMA SE NE SAREBBERO FOTTUTI… CONTA SE LA VITTIMA E’ CAUCASICA O ANDINA? E MAGARI “SE LA SAREBBE ANDATA A CERCARE”
Cosa vuol dire straniero, per le persone a cui il termine scatena tanta indignazione e rabbia? Migranti, richiedenti asilo, profughi, clandestini, rifugiati, cittadini italiani dalle origini extraeuropee?
Alla fine per loro non sembra fare molta differenza, il concetto è utilizzato per riferirsi a chiunque “crei problemi” e non abbia la pelle perfettamente bianca o un pedigree sufficientemente italiano.
I politici ci sguazzano e i social impazzano, ma anche i media, c’è da dire, fanno la loro (pessima) parte.
Così, se i due polacchi aggrediti sono stati definiti coralmente e senza incertezze soltanto “turisti”, i quattro nordafricani stupratori sono invece dati per certi come stranieri
“Straniera” a dire il vero sarebbe anche la trans peruviana violentata dopo la ragazza polacca, ma di lei si dice poco in generale, perchè i media hanno scelto perlopiù di titolare di un solo stupro, aggiungendo poi nel corpo dell’articolo frasi tipo: “e poi, sulla via del ritorno hanno anche stuprato un trans peruviano”.
Come se lei fosse un incidente di percorso in una triste storia che ha come protagonista unica la coppia aggredita in spiaggia.
Come se lei fosse un lui, nonostante un aspetto e un nome tali da farla definire “trans”. Con l’articolo maschile però, vecchio vizio duro a morire dei media nostrani, che solletica la pruderie del pubblico a casa e rinforza l’idea di “scherzo della natura” a cui uno stupro poco può fare o togliere, tranquillamente liquidabile con un “e poi sulla via del ritorno”, che assolve al dovere di cronaca senza rovinare troppo la bella e triste storia della coppietta bionda aggredita dai mostri africani.
Esiste quindi una violenza sessuale di serie A e una di serie B in base alla vittima, e questo è chiaro, ma non sono chiare le condizioni che declassano il reato: è peggio se la vittima è caucasica anzichè andina?
O il punto è che la prima era rispettabilmente accompagnata da un uomo e la seconda vive regolarmente da sola la notte?
O il focus è l’attività in corso al momento dell’assalto, turista vs prostituta?
O ancora, potrebbe essere una questione genital-ormonale, che rende più grave la violenza sessuale agita su una donna biologica anzichè su una trans?
Quale che sia la risposta, chiude l’elenco delle diverse tipologie di stranieri la categoria “invisibili”, ovvero quelli di cui non fa gioco parlare, come la sex worker che li ha soccorsi per prima: ha rilasciato lei le parole più empatiche e umane che io abbia letto sulla vicenda.
In pochi però le hanno riportate, che già c’era la storia della trans peruviana sulla via del ritorno, ci mancava solo il ritratto di una prostituta umana, straniera e pure dolce a creare casino sui ruoli.
Meglio un bel favolone di quelli classici, con gli europei dalla parte dei buoni e l’uomo nero nel ruolo del cattivo, che già gli italiani leggono poco e poi siamo un popolo tradizionalista, a noi la storia piace leggerla così.
Meglio non cambiarla.
(da “Huffingtonpost”)
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