Radici e Valori
MORATORIA CONTRO L’ABORTO: IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI… E GLI SCHIAMMAZZI DI SCALFARI E DELLA BONINO
Emma Bonino, da quando è divenuta ministro del governo Prodi, sembra più attenta a rinnovare ogni mattina il Vinavil che la tiene attaccata alla poltrona che una mente libera, quale in passato spesso ha dimostrato di essere. In questi giorni ha dato un pallido segnale di vita scagliandosi contro la richiesta di moratoria sull’aborto, proposta dalla lucida intelligenza di Giuliano Ferrara che ha ottenuto uno straordinario successo mediatico con la sua “provocazione” a difesa della vita umana. La Emma è scesa invece di livello accusando Giulianone di essere un “teocretino”, di obbedire agli ordini di Ruini e di Bagnasco e di essere il regista di una “parodia caricaturale” della moratoria della pena di morte. Ricordiamo a tal proposito il “grande risultato” ottenuto dalla Bonino e da Pannella, nonchè dal governo italiano, dopo aver fatto votare a maggioranza una risoluzione dall’ONU contro la pena di morte, spacciato dagli organi di informazione come se dal giorno successivo la pena capitale fosse stata cancellata in tutto il globo terrestre. Commentiamo sinteticamente, come nostro costume, tale risoluzione: una cazzata. La solita risoluzione dell’ONU che non serve a una mazza, chi la applica continuerà ad applicarla ( come i quasi 50 Stati che hanno votato contro). La Bonino e Pannella lo sanno bene e quindi, prima di accusare gli altri di “parodia”, si spoglino della loro divisa eterna di “capocomici” …ci hanno stancato e non fanno neanche più ridere…è tempo di pensione Miramare a Voghera.
Il “grande vecchio” di Repubblica e del capitalismo italiano, Eugenio Scalfari, invece, ha scomodato tutto l’armamentario ottocentesco della polemica anticlericale, accusando la Chiesa “di voler solo l’8 per mille, i soldi per gli oratori, la costruzione di nuove chiese, l’esenzione dall’ICI e la crociata antiabortista”…poi era ora di pranzo e ha chiuso l’articolo perchè la servitù l’aveva avvisato di accomodarsi a tavola.
Dimenticano che Ferrara fa una battaglia laica e cita spesso un insospettabile Norberto Bobbio, quando sosteneva che ” una volta avvenuto il concepimento, il diritto del concepito può essere soddisfatto solo lasciandolo nascere” e ancora ” L’individuo è uno, singolo. Nel caso dell’aborto c’è un altro nel corpo della donna. Il suicida dispone della sua singola vita, con l’aborto si dispone d’una vita altrui”, e ancora il radicale Roccella ” Cos’è l’omicidio? Non è la cancellazione del passato, quella è impossibile. E’ la negazione del futuro. E dunque, non esiste omicidio più perfetto della soppressione di un embrione nel grembo materno”.
La legge italiana sulla interruzione della gravidanza, la 194, consente alla donna di abortire in una struttura pubblica nei primi 90 giorni di gestazione. Tra il quarto e quinto mese solo per motivi di natura terapeutica. Si legge: ” Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza non è un mezzo per il controllo delle nascite”…
In Italia si praticano annualmente circa 200 mila aborti annui, sono oltre 53 milioni invece quelli praticati nel mondo secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità . Nelle strutture del nostro Paese si va sempre più affermando però un’applicazione parziale della legge e poco e nulla viene detto e fatto per aiutare la donna a portare a termine una gravidanza. Inoltre la legge andrebbe aggiornata ai progressi scientifici che permettono una maggiore sopravvivenza ai bambini prematuri. Non si può procedere all’aborto ad un’età del feto nella quale egli potrebbe vivere anche da solo.
Giuliano Ferrara ha messo in rilievo poi che in Cina si pratica una pianificazione familiare e demografica di Stato con aborti incentivati e coattivi, in India una selezione sessista per cui sono state eliminate milioni di bambine, in Occidente la nuova eugenetica viola i diritti dei nascituri e il principio di uguaglianza tra gli uomini.
Ferrara chiarisce che “la moratoria non è una proposta di ripristinare la persecuzione penale per chi abortisce o una colpevolizzazione delle coscienze, ma una scelta di valore sociale. Non possiamo, dopo 30 anni dall’entrata in vigore della legge, non renderci conto che l’aborto da “legale” è divenuto “legittimo” e moralmente indifferente. Quando compio un atto d’amore con un altro soggetto, se porta al concepimento di un terzo soggetto, questo terzo non è definibile come due o quattro cellule. E’ un terzo soggetto, siamo tutti noi. E gli altri due soggetti che l’hanno generato non sono il “progenitore A” e il “progenitore B”, sono un padre e una madre. E la decisione di abortire non allontana il terzo soggetto come un immigrato clandestino ma “lo sopprime”.
Ecco perchè, in tempi di relativismo etico, concordiamo appieno con la richiesta di Giuliano Ferrara di una moratoria delle politiche pubbliche che invece oggi incentivano l’asservimento dell’essere umano durante il suo sviluppo nel grembo materno. Ribadiamo l’art 3 della Dichiarazione universale “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona” e aggiungiamo “dal concepimento fino alla morte naturale”. Dal 14° giorno dal concepimento un embrione non è soltanto un essere umano, ma titolare del diritto a non essere manipolato sperimentalmente dalle nuove frontiere della eugenetica.
La legge italiana va rivista, nel rispetto di tutti, ma soprattutto di chi non ha voce , favorendo le strutture che aiutano a vivere, non a morire…le radici e i valori di una società si misurano in questo. Non è questione di divisione tra cattolici e laici, ma di chi vuole una civiltà fondata sulla vita, contro la cultura della morte e della indifferenza.
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