RE GIORGIO GUASTA LA FESTA DEL VOTO ANTICIPATO CON UN DISCORSO LUCIDO E APPASSIONATO
DURO INTERVENTO CONTRO IL “PATTO ABNORME” DEI LEADER SULLA LEGGE ELETTORALE “PER CALCOLO DI CONVENIENZA”
Ancora una volta Napolitano non abdica dal suo ruolo presidenziale.
Ecco il primo passaggio, di un discorso di rara incisività : “È semplicemente paradossale discutere come si sta discutendo. In tutti i paesi democratici europei si vota alla scadenza naturale delle legislature”. Applausi, della composta ed elegante sala.
Prosegue il presidente emerito: “Fare significa dare il massimo contributo negativo alla credibilità politica e istituzionale del paese. È abnorme che il patto extra-costituzione sul voto sia considerato un corollario dell’accordo sulla legge elettorale”.
Palazzo Giustiniani, sala Zuccari. Napolitano interviene a un convegno sull’Europa. Le sue riflessioni si trasformano in un discorso al Parlamento e al paese, contro le elezioni anticipate, critico sulla legge elettorale e contro il “patto” Renzi-Berlusconi-Grillo e Salvini: “Questa grande impresa di quattro leader di partito che calcolano le loro convenienze”.
Asciutto, nel consueto schema di antica scuola che si parte dall’analisi del contesto internazionale, per arrivare poi nell’ambito di questa cornice alle questioni domestiche.
Napolitano cita Mario Draghi sull’irreversibilità dell’Euro, il suo discorso di Lubiana, parla dell’europeismo come di fede incrollabile, vede i segni — dopo le elezioni francesi — di una possibile “controffensiva europeista”.
In questo quadro colloca il ruolo dell’Italia, che, al netto di quanto di buono è stato fatto in questi anni e dal governo in carica, “resta legato al fattore incertezza politica che la espone a rischi di sfiducia dei mercati e delle istituzioni”.
Un discorso di verità , in cui più volte Napolitano fa riferimento alla situazione delicata del debito e dell’economia italiana.
E, ad ogni passaggio, sottolinea i limiti e superficialità del dibattito politico, proprio sul delicato terreno dei conti pubblici: “Si prospetta il rifiuto del previsto scatto della clausola di salvaguardia, senza proporvi valide alternative”; e ancora: “Può il sostegno alla crescita tradursi in una generalizzata propensione alla riduzione della pressione fiscale”.
Insomma, dice Napolitano, “l’attuale incertezza politica circa gli intenti complessivi di politica finanziaria è una rilevante incognita che mina la nostra credibilità “.
Un discorso, interrotto un paio di volte da applausi, formulato con tono di voce non asettico e freddo, ma appassionato, scandito nei passaggi, col piglio del vecchio comunista che, si sarebbe detto una volta, vede in atto il partito della crisi e dell’avventura.
Partito contro cui rivolge passaggi particolarmente polemici: “Ne abbiamo viste di tutti i colori, ora ci sono colori nuovi. Il passaggio dal modello elettorale francese, tranne fare confusione tra modello elettorale e quello costituzionale, in modo . funambolico al tedesco”.
Lo scetticismo non riguarda solo il timing del voto, ma il merito di questa legge, iper-proporzionale: “La governabilità del paese si profila molto problematica, sulla base di quel che si sa sulla legge elettorale”.
Attenzione all’incertezza, che così salta il paese, questo il fil rouge di tutto il discorso. Conclusione e appello. “Dare continuità all’azione del governo in carica invece di metterne in dubbio la sopravvivenza. Questo ci dice l’interesse del paese”.
(da “Huffingtonpost”)
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