REGIONALI SICILIA, UN CONDANNATO NELLA LISTA M5S, IL REATO QUANDO ERA CARABINIERE: DUE MESI PER VIOLATA CONSEGNA E ABBANDONO DI POSTO
CANCELLERI: “CI HA MENTITO, E’ FUORI”
«Abbiamo anche noi un condannato in lista?». Nel M5S sono increduli, Luigi Di Maio e Giancarlo Cancelleri dicono di non saperne nulla del caso di Gionata Ciappina e di essere stati tenuti all’oscuro.
Chiamano il diretto interessato che, raccontano poi, giura di ricordarsi «solo di una semplice multa».
Fatte le verifiche, il Movimento decide di metterlo alla porta: «La condanna lieve e di 2 mesi che ha ricevuto Ciappina dal tribunale militare, per un reato militare (ossia violata consegna quando era militare), prevedeva la non menzione nel casellario giudiziale per questo non potevamo saperlo e lui non ci ha informato – scrive il candidato Cancelleri -. Ciappina ci ha mentito ed è fuori dal MoVimento 5 Stelle» che «non fa sconti neppure su una condanna lieve di due mesi del tribunale militare».
Gionata Ciappina, 43 anni, di Catania, era in corsa nella squadra del M5S per la conquista della Sicilia.
Era un carabiniere, Ciappina, e in questa veste è stato condannato dal Tribunale militare di Napoli a due mesi di reclusione il 20 maggio 2015, per violata consegna e abbandono di posto aggravato in concorso.
In pratica, Ciappina e un collega, Salvatore Gueli, entrambi appuntati dell’Arma dei carabinieri, hanno lasciato il posto di blocco e il pattugliamento, violando gli ordini mentre erano in servizio presso la tenenza di Mascalucia (provincia di Catania), nella notte tra il 12 e il 13 aprile 2013.
Poche ore dopo, prima dell’alba, un collega troverà Ciappina a dormire in caserma. Quando il collega chiede spiegazioni a Gueli, la risposta — come scritta nel dispositivo della sentenza – è la seguente: «Il capoequipaggio aveva sonno e mi ha detto di rientrare». Il capoequipaggio quella notte era Ciappina.
Durante il processo gli avvocati che lo difendono dicono che soffre di una particolare «patologia del sonno». Non vengono creduti. Anzi, secondo il Tribunale, «il reato ha avuto ad oggetto condotte plurime e reiterate».
La sentenza verrà confermata nel maggio 2016 in appello. Entrambi ottengono la sospensione condizionale e la non menzione.
Ma la condanna c’è, anche se Ciappina con i vertici del M5S prima ne nega l’esistenza poi prova a ridimensionarla a semplice sanzione.
Nel M5S catanese il suo nome aveva già creato non poche fratture.
Si racconta di una forte tensione con Mario Michele Giarrusso, avvocato e senatore grillino, dovuto al passato politico, anche in questo caso poco conosciuto dai vertici nazionali, di Ciappina.
Prima di quella brutta notte e delle sue disavventure con l’Arma dei Carabinieri, Ciappina infatti era stato eletto consigliere a Trecastagni, altro comune del Catanese. Eletto in una lista a sostegno del sindaco di centrodestra Pino Messina.
Passato qualche anno ci sarà l’infatuazione per il M5S.
Giarrusso, un purista della fede pentastellata, però non si fida di uno che ha già avuto esperienze politiche e per giunta vicino alla destra.
Ciappina fonda il meet-up di Trecastagni e a poco a poco si crea una sua storia da attivista, fino alla candidatura alla Regione. La battaglia in una terra come la Sicilia è complessa e qualche blog locale lo accusa di usare Caf ereditati dal padre per fare campagna elettorale.
Un trucchetto da campagna elettorale che il M5S aveva denunciato come arma impropria usata da un avversario proprio in questa complicata e tormentata isola.
(da “La Stampa”)
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