RENZI FA TERRA BRUCIATA INTORNO A QUAGLIARIELLO
IL PREMIER FERMA IL VALZER DELLE PRESIDENZE DI COMMISSIONE PER EVITARE UN EFFETTO DOMINO…E VERDINI SI RIMETTE IN MOTO
Nel grande suk del Senato tra i nuovi scissionisti di Gaetano Quagliariello e i responsabili di Denis Verdini, Matteo Renzi toglie dal banco le presidenze delle commissioni.
Per evitare che il prezzo (politico) lieviti e per evitare che i crampi della fame destabilizzino la maggioranza.
Perchè, ad esempio, Maurizio Sacconi prima di scegliere tra la sua permanenza in Ncd o l’avventura con Quagliariello vuole capire se rimarrà presidente della Commissione Lavoro al Senato.
E Roberto Formigoni attende di capire il suo destino come presidente della Commissione Agricoltura. Destino a cui si aggiunge la partita di Milano.
Il Celeste la settimana scorsa ha avuto un incontro con Salvini, che finora ha detto “mai con Ncd”, mentre Maurizio Lupi più di un contatto con Maroni, che non vedrebbe male l’ex ministro come sindaco.
Il compromesso potrebbe essere che Salvini accetti il partito di Alfano in coalizione, ma mai un candidato sindaco di Ncd.
Sia come sia, tutta la partita di Gaetano Quagliariello, a sua volta ministro mancato, è legata al valzer delle poltrone. E incrocia quella di Denis Verdini. Il quale ha già promesso all’ex cosentiniana Eva Longo la commissione Infrastrutture e vorrebbe che Nitto Palma (che già gli ha detto di no) passasse con lui per confermarlo alla presidenza della commissione Giustizia.
Presidenza a cui aspira il senatore Nino D’Ascola, il quale ha fatto sapere che potrebbe seguire Quagliariello, ma i ben informati assicurano che la presidenza di commissione blinderebbe la sua fedeltà alla maggioranza.
Otto senatori potrebbero dunque lasciare la maggioranza per assenza di incarichi. Ecco perchè, nel corso della capigruppo di due giorni fa Luigi Zanda, il capogruppo del Pd al Senato, ha espressamente chiesto di rinviare — ancora una volta il rinnovo delle presidenze di commissioni.
Scadute da un mese (si rinnovano dopo due anni e mezzo di legislatura) sono già state posticipate per evitare che gli appetiti destabilizzassero l’iter delle riforme.
Ora vengono di nuovo posticipate a metà dicembre per evitare che destabilizzino l’approvazione della legge di stabilità .
Ha allargato le braccia il presidente del Senato Grasso, quando il capogruppo dei Cinque Stelle Castaldi gli ha detto: “Sarebbe ora di rinnovare le presidenze delle commissioni. Sono scadute. Non si è mai vista una cosa del genere”.
Il problema è che, senza accordo nella maggioranza sulle presidenze, Grasso non può nulla. Nel valzer delle poltrone è rimasta senza presidente anche la commissione Bilancio dopo che Azzollini si è dimesso quando si votò la sua richiesta di arresto.
In piena legge di stabilità la commissione è retta da un vice. E Azzollini, che imputa ad Alfano di non averlo difeso abbastanza, è pronto a seguire Quagliariello.
In rotta con Alfano anche Giovanardi, Augello, Compagna.
L’operazione consiste nel creare un gruppo al Senato sommando i sette dissidenti di Ncd con i tre “tosiani”. E in prospettiva un gruppone con Raffaele Fitto.
Il quale pensa che con l’arrivo dei dissidenti di Ncd raggiungerebbe quota 20 per formare un gruppo: sarebbero Piso, Piccone, Calabrò, che però al momento non confermano.
Perchè la situazione è fluida. Dice una fonte di Ncd: “Siamo un partito politicamente morto in cui ognuno cerca una scialuppa o scialuppetta. Al momento in uscita ce ne sono otto, ma se uno degli otto viene chiamato da Berlusconi torna con Silvio, se viene chiamato da Renzi va con Matteo”.
E se viene chiamato da Verdini? Denis, l’ex plenipontenziario di Berlusconi che due giorni fa parlottava con Giorgio Napolitano, e Quagliariello, l’ex saggio di Napolitano che ha ricominciato a telefonare ad Arcore, si odiano da più lustri.
Verdini, forte del fatto che la scissione di Ncd non impensierisce il governo grazie alle sue truppe, ha ricominciato a telefonare agli alfaniani filo-governativi di Ncd: “Ve lo dico da settimane, dobbiamo fare una lista I Moderati per Renzi… venite con me, che quelli di Ncd sono morti”.
E su questa certificazione di fine vita sono tutti d’accordo.
(da “Huffingtonpost”)
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