RUSSIA, IL GOVERNO COSTRETTO A RITIRARE LE ACCUSE CONTRO IL GIORNALISTA GOLUNOV, VITTORIA PER LA STAMPA LIBERA
ORA SCARICANO LA RESPONSABILITA’ SU DUE AGENTI DI POLIZIA CHE HANNO PIAZZATO LA DROGA A CASA DEL GIORNALISTA ANTI-CORROTTI… SONO I METODI DEL KGB, PRESTO IN ITALIA A CURA DEI SOVRANISTI
Grande vittoria per la libertà di stampa in Russia: le accuse di spaccio di droga contro Ivan Golunov sono state ritirate e il giornalista verrà presto rilasciato. E due alti responsabili delle forze di polizia coinvolti nell’arresto sono stati sospesi.
Lo fa sapere il ministero degli Interni citato da Ria Novosti. Noto per le sue inchieste su mafia e corruzione, Golunov, 36 anni, è un giornalista di Meduza, sito di notizie in lingua russa e inglese che ha base a Riga, in Lettonia, per sfuggire alla censura, ma conta diversi reporter nella Federazione. Per chiedere il suo arresto si erano mobilitate ong, giornalisti, rapper e intellettuali che denunciavano che il giornalista fosse stato incastrato perchè le sue inchieste davano fastidio.
“Oggi Golunov sarà liberato dagli arresti domiciliari e l’imputazionie sarà annullata”, ha detto il ministro degli Interni Vladimir Kolokoltsev.
Proekt aveva anticipato che il Cremlino sarebbe interventuo perchè il caso venisse chiuso prima del 20 giugno, giorno della tradizionale e annuale “linea diretta” di Vladimir Putin con la popolazione. E per domani, festa nazionale russa, erano state annunciate varie manifestazioni di solidarietà .
Accusato di essere stato trovato in possesso di mefedrone e cocaina, il giornalista era stato sottoposto agli arresti domiciliari dopo aver trascorso quasi due giorni sotto custodia della polizia, pressocchè senza mangiare nè dormire, ed aver denunciato di essere stato pestato al momento dell’arresto.
Golunov aveva respinto le accuse: “Non ho commesso alcun crimine e sono pronto a collaborare alle indagini. Non ho nessun legame con le droghe e non ne ho mai fatto uso”.
Negli ultimi 13 mesi Golunov aveva ricevuto numerose minacce di morte dalle persone coinvolte nell’inchiesta su cui stava lavorando. Aveva inviato l’articolo finito proprio poche ore prima dell’arresto. Per chiedere il suo rilascio, oltre 100mila persone avevano firmato una petizione online e si erano mobilitate varie organizzazioni umanitarie e ong come Reporter senza frontiere e Amnesty International. E ieri i tre principali giornali economici russi – Vedomosti, Kommersant, Rbk – avevano pubblicato la stessa prima pagina con il titolo: “Io, noi siamo Ivan Golunov”. Un’inedita mossa di solidarietà .
(da agenzie)
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