SALVINI PORTA IN PIAZZA IL DOLORE A BIBBIANO, MA E’ UN FLOP E PERDE LA PARTITA CON LE SARDINE
PIAZZA SEMIVUOTA NONOSTANTE LA PRECETTAZIONE DI 100 PARLAMENTARI
Ed eccoci a Bibbiano, piccolo paese della Val d’Enza, ormai erto a capoluogo del circuito mediatico salviniano. “Giù le mani dei bambini”, si legge in fondo a piazza della Repubblica dove è adibito il palco per il comizio del Capitano leghista nel penultimo giorno di questa muscolare campagna elettorale. Salvini versus Sardine. Salvini versus Stefano Bonaccini.
Quando manca ancora un’ora all’inizio dello show, la piazza è ancora mezza vuota. E tale resterà . In questo paesone della via Emilia, circondato da vitigni e cantine che producono Lambrusco, il clima è quello dell’indifferenza nei confronti dell’ex ministro dell’Interno che ha voluto cavalcare l’inchiesta “Angeli e Demoni” sugli affidi illegittimi e sugli abusi di ufficio. Un signore tarchiato, bardato di cappello e sciarpa, che ricorda il celebre Catarella del commissario Montalbano, si tiene a debita distanza dal palco. E allora perchè si trova qui? “Sono venuto solo a curiosare”, confessa a bassa voce. Per chi voterà ? “Non voterò per nessuno, ma di certo non per questo signore che sta infangando la storia di questo Paese. È venuto qui a speculare su vicende personali. Al suo slogan rispondo così: Salvini, giù le mani da Bibbiano”.
Di bibbianesi se ne vedono pochi in questa pezzo di strada dove in ogni angolo c’è qualcuno che mostra un cartello con su scritto: “Perchè un bambino viene allontanato dalla famiglia per un disegno?”.
Ad esempio, la signora che tiene in mano questo manifesto è arrivata fin qui da Brescia, è una militante di lungo corso del fu Carroccio, e non sa praticamente nulla della inchiesta giudiziaria. “Boh”, replica infastidita. Un’altra signora, il cui nome è Vanda, vive a Reggio Emilia, e ha sempre votato a sinistra. E ora? “E ora non lo sa, ma questo tipo di iniziative non mi piacciono. Preferisco quando Salvini parla d’altro, di partite Iva, piccole e medie e imprese, di sviluppo di Paese”. E allora per quale ragione si è materializzata fin qui? “Perchè volevo vedere con i miei occhi questa schifezza”.
A un certo punto, cominciano a scorgersi i volti dei parlamentari. E che ci fanno? Sì, per fare numero Salvini ha chiesto aiuto a deputati e senatori.
Ecco, allora Raffaele Volpi, che non è certo emilian-romagnolo, ecco Barbara Saltamartini, laziale doc, ed ecco Alessandro Pagano, siciliano di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Alla fine se ne conteranno un centinaio di deputati e senatori. “Ci siamo tutti trasferiti qui. Questo è un partito serio e come tale fa squadra”, si giustifica Pagano. Spunta poi Massimo Casanova, il re del Papeete, fiducioso più che mai: “Difficile fare i sondaggi in Emilia. Le faccio un esempio, una parte di imprenditori non dichiara di votare Lega, ma nel segreto dell’urna metterà la croce sul nostro grande partito. Vinceremo di sicuro. E ci vedremo d’estate tutti al Papeete”.
Alle 18 e 30, quando ormai si è oltre il fischio di inizio – l’appuntamento era infatti fissato per le 18 – la piazza è mezza vuota. “No, è mezza piena”, ironizza un deputato. In realtà , bisognerebbe scorporare dal conteggio i cento parlamentari che stanno tutti radunati alla destra del palco. Compare uno striscione “Comunisti ladri di bambini”. Si comincia lo stesso anche se la folla non è quella dei giorni migliori. “Non importa”, confida un parlamentare che preferisce non rivelare l’identità .
Si parte così. Inizia il programma di Matteo Salvini. Sembra infatti un set televisivo. Il segretario nella veste del conduttore presenta con voce teatrale alcune delle mamme a raccontare le loro esperienze dei figli sottratti. E il Capitano si serve di queste storie per fare propaganda, per racimolare gli ultimi consensi prima del silenzio elettorale. Appare più che nervoso anche perchè a pochi metri di distanza ci sono le Sardine che non solo hanno riempito la piazza, ma hanno adunato i cittadini di Bibbiano: “Dispiace che a qualche metro di distanza da qui ci sia qualcuno pronto a fare polemica: il bene dei bambini dovrebbe unire tutti. La politica non dovrebbe dividersi su questo”.
Nel ruolo dell’anchorman Salvini ascolta, non sorride, recita la parte del serioso, e sembra quasi si stia per commuovere quando dà la parola a Paola Pellinghelli, la madre del piccolo Tommy Onofri, il bambino assassinato, una tragedia che sconvolse l’Italia. “So che il nome di mio figlio è stato tirato in ballo nelle vicende di Bibbiano, come pretesto per stilare certe relazioni E potete capire come sono rimasta quando ho saputo che uno dei tre assassini, la donna, ha ricevuto un permesso premio. Ringrazio Matteo che mi ha dato la possibilità di sfogarmi e spero che tutti insieme possiamo cambiare qualcosa”. Ed un “vergogna, vergogna” rimbomba sullo sfondo di questa piazza, quasi a voler rimarcare il fatto che è qui forse preferirebbe altri toni. O comunque il silenzio.
A questo punto tocca a lui, Salvini, tirare le somme, diffondere il verbo della propaganda a colpi di “mi impegnerò di riportare questi bambini alle loro famiglie”. E poi ancora: “Un solo bambino fosse stato sottratto ingiustamente, è dovere di un popolo fare sì che possa tornare dalla sua famiglia”. Il Capitano invoca una “mobilitazione di massa contro le droghe” e “per la difesa dei valori della famiglia”. Con una chiosa finale che recita così: “Viva Bibbiano, via le mamme e i papà , darò la vita per riportare i vostri figli a casa”.
In tutto ci siamo dimenticati di Lucia Borgonzoni. È sul palco, al fianco di Salvini. La candidata governatore dell’Emilia Romagna, già sottosegretario ai Beni Culturali del governo Conte-1, viene presentata così: “Un applauso a questa ragazza che ha raccolto una quantità di insulti”. Ma è già tardi, c’è troppo freddo. Zero gradi. Meglio correre a casa a mangiare qualcosa caldo.
Oppure ad ascoltare le Sardine che invece sono molto di più. “Ballano, cantano e non infangano il nome di Bibbiano”.
Salvini perde a Bibbiano. Vincono le Sardine. Ma uno dei soldati del Capitano, lasciando la piazza, avverte con una certa sicumera: “Dalla parte del torto si è sempre in pochi, dalla parte del bene invece c’è sempre il pienone”. Amen.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply