SARDEGNA: 17 ARRESTI PER APPALTI TRUCCATI, COINVOLTI DUE POLITICI DI “FORZA ITALIA” E IMPRENDITORI
TANGENTI NEI LAVORI PUBBLICI, NEL MIRINO LE GARE PER LA SUPERSTRADA SASSARI-OLBIA
Un anno dopo la prima, arriva la seconda ondata di arresti nell’inchiesta della procura di Oristano su un sospetto giro di appalti irregolari in Sardegna.
Ad aprile dell’anno scorso finirono in carcere 21 persone tra amministratori locali e professionisti.
Questa mattina i militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Oristano e della compagnia carabinieri di Tonara, hanno eseguito altri 17 arresti, di cui 3 in custodia cautelare in carcere, 13 arresti domiciliari e un obbligo di dimora.
I tre accompagnati in carcere sono il vicepresidente del consiglio regionale Antonello Peru e l’ex consigliere regionale Angelo Stochino, entrambi di Forza Italia e già indagati nella prima tranche dell’inchiesta; e l’ingegnere Salvatore Paolo Pinna, originario di Desulo, rappresentante della società Essepi engineering srl di Nuoro.
Pinna, 62 anni, già arrestato ad aprile dello scorso anno, è considerato una delle menti del sistema di affari e tangenti al centro dell’inchiesta.
Pinna era stato rimesso in libertà dopo un periodo di detenzione e ora è stato raggiunto dal nuovo provvedimento di custodia cautelare.
Secondo l’accusa, Pinna avrebbe svolto l’attività di intermediazione tra politici e funzionari pubblici, ricorrendo alle tangenti mascherate da consulenze, incarichi professionali (anche per interposta persona), contributi elettorali.
In cambio, l’ingegnere avrebbe ottenuto la gestione in prima persona di una cospicua fetta di finanziamenti pubblici erogati sia dalla Regione Sardegna che dallo Stato. In sostanza alle imprese veniva richiesto il pagamento di tangenti per ottenere lavori e parte di questi proventi veniva girato a politici e funzionari pubblici compiacenti.
Gli altri provvedimenti restrittivi riguardano funzionari Anas, imprenditori e professionisti.
L’inchiesta, battezzata “Sindacopoli” dai media isolani, ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 95 persone.
Le indagini si sono concentrate in particolare su politici e funzionari di enti pubblici che, secondo le accuse, intrattenendo rapporti palesemente illeciti con imprenditori e professionisti avevano ideato ed attuato un consolidato sistema di controllo illecito degli appalti, anche corrompendo pubblici funzionari.
Secondo gli investigatori, l’effettiva gestione degli appalti pubblici era rimessa interamente alle scelte di un intermediario-faccendiere, che, grazie alla corruzione dei pubblici ufficiali, sarebbe stato così in grado di controllare e indirizzare una buona parte del ciclo economico legato agli appalti pubblici della Regione Sardegna.
Per gli inquirenti, questo sistema avrebbe permesso di pilotare gli appalti pubblici dei lotti 3 e 8 della Sassari-Olbia, aggiudicati rispettivamente per un importo di 70.775.409 euro edi 57.366.243 di euro; condizionare le gare per l’assegnazione dei servizi tecnici di progettazione di due porticcioli turistici in Ogliastra (Tertenia e Tortolì, quantificabili rispettivamente in circa 16 milioni di euro e 11 milioni di euro), nonchè’ assegnare numerosissimi appalti minori per incarichi di progettazione di opere pubbliche e/o consulenze di varia natura.
Le indagini avrebbero individuato un sistema di pagamento delle tangenti, avvenuto sia in territorio nazionale che all’estero nascosto dietro operazioni apparentemente lecite: le provviste di denaro costituite per distribuire tangenti a politici e a funzionari corrotti, secondo l’accusa, originavano dall’emissione di fatture false emesse dal faccendiere nei confronti delle imprese aggiudicatarie degli appalti, o a imprese collegate, con motivazioni varie come lavori e consulenze in territorio nazionale ed estero.
La ricostruzione degli investigatori sarebbe stata confermata dalla confessione resa dai rappresentanti legali delle imprese aggiudicatarie di appalti inerenti i lavori del tracciato Sassari-Olbia, i quali, in presenza dei loro difensori, hanno raccontato di avere pagato la somma di 300.000 euro cadauno come prezzo per assicurarsi l’aggiudicazione dell’appalto.
In particolare, per quanto riguarda un lotto della Sassari-Olbia, gli investigatori avrebbero trovato un elenco dei destinatari delle somme ricavate dalle tangenti pagate dagli appaltatori romani, nel quale figurano quali destinatari la sorella e la fidanzata di due politici regionali.
Questa interposizione fittizia avrebbe permesso agli associati di dissimulare le tangenti sotto incarichi professionali apparentemente leciti, permettendo nel contempo ai politici coinvolti di ricevere una retribuzione illecita di 150.000 euro ciascuno.
Nel rapporto degli investigatori è scritto che era prevista una ulteriore tangente di 800 mila euro per i politici-funzionari pubblici corrotti, mascherata con un contratto fittizio per prestazioni professionali di vario genere da rendere nell’abito dell’appalto stesso; contratto utile a conferire apparenza lecita alle successive dazioni a beneficio dei prestanome e dei destinatari effetti delle somme.
(da “La Repubblica”)
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