PANAMA PAPERS, COINVOLTA ANCHE MARINE LE PEN: IL TESORO DI FAMIGLIA INTESTATO A UN MAGGIORDOMO
SECONDO “LE MONDE” IL PATRIMONIO DELLA FAMIGLIA NELLA SOCIETA’ OFFSHORE BALERTON LTD, CREATA AI CARAIBI NEL 2000… NELLA LISTA ANCHE STRETTI COLLABORATORI DI MARINE NEL FRONT NATIONAL
Gli oltre 11 milioni di documenti riservati denominati “Panama Papers“, pubblicati in contemporanea dai media di mezzo mondo, in Italia dall’Espresso, sta scuotendo i palazzi del potere da un angolo all’altro del globo.
Si tratta di file provenienti dagli archivi della studio legale Mossack Fonseca, con sede a Panama, che dettagliano le attività di creazione di oltre 200mila società offshore in paradisi fiscali di centinaia di personaggi famosi.
La lista delle personalità coinvolte include anche la famiglia Le Pen.
Non solo Marine, attuale leader del Front National, ma anche il padre Jean-Marie è direttamente coinvolto nello scandalo finanziario.
Secondo Le Monde, una parte della ricchezza nota come “il tesoro” del fondatore del Front National è stata dissimulata attraverso la società offshore Balerton Marketing Limited, creata nei Caraibi nel 2000.
Banconote, lingotti, monete d’oro, ci sarebbe di tutto nel “tesoro”, intestato al prestanome Gerald Gerin, ex maggiordomo di Jean-Marie e della moglie Jany Le Pen. Stretti collaboratori di Marine Le Pen, il “cerchio magico” della presidente del partito della destra transalpina, sono accusati di aver messo in piedi “un sistema offshore sofisticato” nell’ambito di Panama Papers.
Il quotidiano francese ricorda che la giustizia di Parigi è alla ricerca dal 2015 del presunto “tesoro” del fondatore del Front National, costituito da “una società nascosta alle Isole vergini britanniche, un conto segreto a Guernesey e 2,2 milioni di euro in biglietti bancari, lingotti e monete d’oro”
Proteste in Islanda contro il primo ministro Gunnlaugsson
Migliaia di cittadini in piazza per chiedere dimissioni del premier. Più di 26mila persone (quasi l’8% della popolazione residente) hanno firmato una petizione online in cui chiedono le dimissioni del primo ministro del Paese, Sigmundur Gunnlaugsson, dopo che alcuni dettagli sugli affari finanziari della sua famiglia sono stati rivelati nei ‘Panama Papers’.
Il premier dell’isola nell’Atlantico, intervistato dalla tv svedese, sbotta: “Domande sul fisco? Sono fuori luogo” . Da parte sua, Gunnlaugsson, accusato di nascondere milioni di dollari di investimenti nelle banche del Paese dietro una società offshore, ha affermato che non sono state violate regole e nè lui nè sua moglie hanno beneficiato finanziariamente. Il premier ha aggiunto che non ha intenzione di dimettersi.
Media cinesi oscurano notizie su politici coinvolti
Mentre in tutto il mondo vengono pubblicati i nominativi delle persone coinvolte, in Cina i media locali oscurano le notizie che riguardano i dirigenti politici inseriti nei Panama Papers. Pechino limita la diffusione delle notizie sui i documenti trapelati dallo studio legale centroamericano e rivelati dai media internazionali a proposito di 214mila società offshore.
Tra queste ultime, riferiscono i documenti, alcune sono legate alle famiglie del presidente cinese Xi Jinping e ad altri attuali e passati alti esponenti del Partito comunista cinese.
Digitando la parola ‘Panama” sui motori di ricerca cinesi si trovano storie sui media sull’argomento, ma molti link sono stati disabilitati oppure si aprono soltanto su articoli che riguardano personaggi sportivi.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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